Lo usiamo tutti. Ogni anno ne vengono venduti circa un miliardo e mezzo. Se in questi anni c'è stata una rivoluzione - che ha coinvolto tecnologia, economia, abitudini e costume - il suo simbolo è sicuramente l'oggetto più quotidiano che esista, tanto da passare inosservato: lo smartphone. Juan Carlos De Martin ne analizza storia, forme e conseguenze partendo da un dato di cui sinora non si è colta la singolare straordinarietà: per la prima volta nella storia dell'uomo siamo di fronte a un oggetto necessario, di cui non si può fare a meno. Affetti, transazioni bancarie, mobilità, lavoro, la nostra storia e la Storia del mondo passano attraverso quello schermo seducente e, soprattutto, attraverso chi ne gestisce i sistemi operativi, chi ne controlla le app, chi le infrastrutture tecnologiche. Contro lo smartphone si chiude con un manifesto che ci richiama alla necessaria attenzione perché si possa immaginare un mondo in cui l'uomo sia davvero padrone della macchina, usandola con fiducia. Prefazione di Gustavo Zagrebelsky.
La storia dell'umanità è un continuo intreccio di battaglie e rivoluzioni, nascite e tramonti, tutto e tutti costantemente in balia di poteri politici ed economici. Partendo da quando nei mercati assiri il ferro costava otto volte più dell'oro, Alessandro Giraudo ci guida nel tempo e nello spazio raccontandoci che la Casa di San Giorgio, una delle prime banche centrali, nacque per superare la sostanziale bancarotta delle finanze genovesi, che il tesoro inglese impose una tassa sulle finestre per finanziare le guerre contro Luigi XIV, e che Napoleone fu anche capo di un'impresa di falsari intenzionata a distruggere i nemici attraverso l'inflazione."Quando il ferro costava più dell'oro" legge la storia come un cubo di Rubik in cui ogni tassello rappresenta una variabile: guerre, religioni, serendipità (la "scoperta" di Colombo) o coraggio cocciuto (Magellano), carestie e abbondanza non sono che gli elementi perennemente in movimento di un contrappunto senza fine.
"Benedetti sondaggi" parla di dati, di come orientano la nostra percezione, di come ci aiutano a capire il presente e di come vengono raccontati e interpretati. Ai dati ricorriamo ogni volta che dobbiamo formulare un giudizio o risolvere un problema: e che si tratti di politica o di sport, di economia o del festival di Sanremo tendiamo a organizzarli in modelli che ci aiutino a prevedere gli eventi. Quando al rigore dei numeri si aggiunge l'impatto di un oggetto visibile il nostro punto di vista viene influenzato: grafici, mappe, linee, barre e torte esercitano un potere enorme sull'idea che ci facciamo di un fenomeno. A seconda di come vengono presentati, i dati possono rassicurarci o allarmarci, rafforzarci nelle nostre convinzioni o minare le nostre certezze. Insidie e rischi che si possono superare facendosi le domande giuste su quello che stiamo vedendo, dotandosi di una "cassetta degli attrezzi" fatta di attenzione, capacità critica e consapevolezza. Lorenzo Pregliasco ci aiuta a mettere insieme queste competenze, guidandoci nei meandri dei numeri e dei dati da cui siamo ogni giorno sempre più circondati.
Il 5 agosto 2015 la città è caldissima, qualcuno è già in vacanza, altri cercano un po' d'aria nei giardini del quartiere. Anche Andrea Soldi è seduto su una panchina, ma quella è la "sua" panchina sempre, in ogni stagione. Lì si rifugia quando i pensieri lo assalgono, lì trova conforto e si sente a casa. Andrea soffre da anni di schizofrenia, la madre, il padre e la sorella sono il suo sostegno e piazza Umbria il posto del cuore. Ha quarantacinque anni, non è violento, non è mai stato pericoloso, eppure, quel 5 agosto morirà a causa di un Trattamento sanitario obbligatorio eseguito da alcuni vigili urbani e dal personale medico. Il processo è arrivato ora alla fase d'appello, ma questa forse è la cosa meno importante della storia. Dopo la morte, la famiglia Soldi ha trovato alcune pagine che erano il diario di Andrea in cui la trascrizione lucidissima della sofferenza illumina il percorso psicologico e i silenzi che per anni lo avevano avvolto. Matteo Spicuglia è un giornalista che ha seguito il caso e non si è fermato alla cronaca: a partire da quel diario e dai ricordi del padre e della sorella di Andrea, allarga lo sguardo dalla panchina su cui è morto al mondo della malattia psichica e dalla famiglia torinese alle tante altre che devono convivere con pregiudizi e inadeguatezza dei servizi medici e sociali nella gestione di patologie che soffrono ancora lo stigma sociale. Nel diario Andrea aveva scritto di sperare che la sua fatica e il suo dolore non passassero invano; questo libro è il motivo per cui ciò non avverrà.
Questo atlante ricco di dati ci aiuta ad aprire finalmente gli occhi e ci permette di abbracciare con un unico sguardo tutto il mondo. Solo così si può capire in modo inequivocabile qual è la vera situazione delle donne, quali progressi sono stati fatti e quali sono le distanze ancora da colmare. Con un meticoloso lavoro di ricerca e analisi, Joni Seager, geografa e docente di Global Studies alla Bentley University, racconta il mondo femminile in tutti i suoi aspetti: lavoro, salute, educazione, disuguaglianze, maternità, sessualità, contraccezione, aborto, alfabetizzazione, ricchezza, povertà, potere, diritti, femminismo... Infografiche colorate, cartine e schede sono la chiave per entrare in universo in cui, ancora oggi, le donne devono chiedere permesso a un uomo per uscire di casa, o sono costrette a interrompere gli studi per mancanza di politiche che le tutelino, in cui subiscono le violenze, spesso da parte del partner, o in cui non possono praticare alcuni sport perché a loro vietati.
Perché, per me, i Promessi Sposi è un romanzo meraviglioso
«Leggere un classico è come visitare i sotterranei di una città. In superficie, alla luce del sole, si stratifica il mutamento, ma lì sotto, nel sistema circolatorio, si può individuare l’articolazione delle fondamenta, affascinanti, labirintiche, semplificate e sostanziali, come le sinopie sotto gli affreschi.»
Questo libro è un percorso nei sotterranei dei Promessi Sposi, e Fois è la guida che conduce il lettore a scoprire un sorprendente sistema di vasi comunicanti, tra letteratura, pittura, scultura, musica, e cinema.
Cosa lega Renzo a Ulisse, Lucia a Elena di Troia, la peste descritta da Lucrezio a quella che si porta via la piccola Cecilia e la bimba con il cappottino rosso di Schindler’s List? E cosa c’entra la contorsione del Laocoonte, del Cristo del Giudizio Universale di Michelangelo, delle figure di Matisse, di Picasso, di El Greco con don Abbondio?
Nessuno stupore se nel labirinto ci si imbatte in Rossella O’Hara che dialoga con Federigo degli Alberighi e don Rodrigo, o se si scopre che Renzo e Lucia sono i cugini del Nord dei personaggi della Terra trema di Luchino Visconti…
Fois svela il coraggio e la temerarietà di Alessandro Manzoni, ma anche la ricchezza di un capolavoro che non ha paura del tempo, dei programmi scolastici, degli insegnanti annoiati e dei lettori pigri.
Renzo, Lucia e io è una lettura innamorata, che racconta che nazione siamo, che lingua parliamo, fino a che punto ci conosciamo.
Pulitzer. È sufficiente il nome perché la mente vada al premio che, da un secolo, è il più ambito nel mondo dell'informazione e incarna l'idea di un giornalismo rigoroso e autorevole. Il premio Pulitzer nasce grazie al lascito di Joseph Pulitzer, uno dei più influenti editori e giornalisti di tutti i tempi, immigrato ungherese che, nel 1864, approdò negli Stati Uniti con pochi soldi e molta intraprendenza. Uomo di straordinario talento, Pulitzer occupò la scena pubblica americana per anni, ingaggiando battaglie e polemiche dalle colonne del suo giornale, il «World». Il suo modo di intendere il giornalismo era rivoluzionario, così come la sua costante ricerca dei migliori cronisti che sottraeva ai giornali concorrenti. Anni di lavoro indefesso lasciarono su di lui i segni della fatica e Pulitzer, ancora giovane, perse la vista e venne colpito da una grave malattia nervosa. Nei suoi ultimi mesi di vita, passati lontano dal mondo, ma sempre con l'assoluto controllo del giornale, fa la sua comparsa l'autore di questo libro, Alleyne Ireland, viaggiatore e «uomo di mondo» inglese, il quale entra a far parte della schiera dei segretari di Pulitzer. Sono mesi in cui Ireland scopre il genio di quest'uomo, ne subisce il fascino e le vessazioni, avendone in cambio jun immenso appagamento intellettuale. Nel 1914 Ireland scrisse questo libro che mette insieme ammirazione per il suo datore di lavoro e sorpresa di fronte alla grandezza; un ritratto potente e raffinato di un uomo che ha segnato la storia.
"Quando incontro i ragazzi dico sempre loro di non fidarsi di chi dice: "Il futuro è vostro" e di rispondere: "Il presente è nostro, non il futuro". Chi educa ha il compito di insegnare ai giovani la parola per difendersi e per difendere. Per essere subito in scena, protagonisti, seminatori di creatività. Quando Mattia era ancora mio alunno, un giorno mi chiese: "Maestro perché non scriviamo un libro anche io e te?", ho risposto con un "sì" dettato dalla sana incoscienza di chi ama l'avventura, ma con la certezza che avrei fatto solo il mio dovere: dare spazio a un ragazzo, prestare la mia penna al suo desiderio di esserci. Mattia ha alzato la mano per dire la sua e ha trovato chi gli ha dato la parola. Nulla di più. Insieme abbiamo fatto un viaggio che è durato quasi un anno. I nostri dialoghi si sono trasformati in un laboratorio di scrittura; passeggiate, mail, sms, lettere, cartoline, telefonate... Abbiamo usato tutti i mezzi possibili per confrontarci. Provate a parlare "sul serio" con un ragazzo, come ho avuto la fortuna di fare io con Mattia: vi servirà a fermarvi, a cercare la via nel labirinto dei sentimenti che non conoscono più la strada giusta. A me è successo così" (Alex)
Ogni giorno Beppe Beppetti, puntuale come un orologio svizzero, prepara la sua vignetta per Edicola Fiore. Alle 7 del mattino Rosario Fiorello apre l'Edicola per commentare le notizie del giorno con un carnet di ospiti e amici di tutto rispetto, entrando così nelle case di migliaia di italiani. In questo libro è raccolto un anno di vignette che raccontano il mondo e l'Italia, il modo migliore per cominciare la giornata con un sorriso. Un'intervista a Fiorello apre il libro e racconta come nasce ogni giorno la sua Edicola, tra smartphone, improvvisazioni e un'allegria contagiosa. I diritti d'autore derivati da questo libro saranno devoluti all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
"Capire come "funziona" l'essere umano è una curiosità che mi accompagna fin da bambino. Ho cominciato raccontando la mia storia perché è nella famiglia che nasce la nostra identità. Il modo in cui i genitori ci descrivono e ci promettono come sarà la vita è fondamentale. Coltivare quella curiosità mi ha insegnato che aprirsi al mondo scardina le trappole del razzismo, del sessismo e dell'omofobia. Cambiare i nostri immaginari è un passo necessario, mettere in discussione i nostri condizionamenti ci renderà capaci di pensare e costruire una società migliore. Per questo libro ho incontrato persone impegnate per una società più giusta che mi hanno aiutato a capire meglio la complessità del mondo. Grazie a loro nasce questa riflessione sulle origini e sullo sviluppo della disuguaglianza e la certezza che il futuro dipenderà dalla nostra attitudine a riconoscere che tutte le culture partecipano a quell'insieme che è l'uomo". (Lilian Thuram)