Il volume raccoglie due mini-thriller. "A Natale ti ammazzo!", è firmato da Stefano Tura, giornalista e scrittore, già corrispondente di guerra nella Ex Jugoslavia, in Kosovo, Afghanistan, Iraq. Al centro della vicenda una catena di delitti che dovrebbero sfociare - a Natale - nell'assassinio di Alba Soave, giornalista di cinquantotto anni confidente e amica dei suoi lettori. "Che bomba!" è opera di Maurizio Matrone, poliziotto veronese laureato in Pedagogia, autore di romanzi, di opere teatrali e sceneggiature per la televisione. Il romanzo breve racconta una "normale" notte di Capodanno dentro e attorno alla stazione di Bologna: un clandestino con la gola squarciata, e un pugno di poliziotti alle prese con una bomba da disinnescare.
Cosa significa essere musulmani oggi in Italia e in occidente? È possibile conciliare l'identità islamica e i valori occidentali? Perché i musulmani d'Italia non si integrano facilmente nella società italiana? Quali sono i problemi delle nuove generazioni musulmane in occidente? Una voce giovane e coraggiosa dall'interno della minoranza musulmana italiana ed europea tenta di darci delle risposte chiare a partire dagli attentati terroristici dell'11 Settembre 2001 fino alla guerra anglo-americana contro il regime di Saddam. Da questo libro nasce un forte richiamo ai valori condivisi da tutta l'umanità: la pace, il dialogo e la necessità di ritrovare un terreno di condivisione di valori tra tutte le donne e gli uomini.
Raimondo Franchetti (1889-1935) è stato sicuramente il più importante e prestigioso esploratore italiano della prima metà del Novecento. Discendente di una delle più ricche famiglie d'Italia, Franchetti fu instancabile e avventuroso viaggiatore per tutto il globo: Cina, Malesia, Vietnam, Borneo, Nuova Guinea, luoghi da cui importò un notevole materiale di interesse etnografico. Nel 1929 condusse una imponente spedizione nella Dancalia etiopica, documentata da uno storico filmato dell'Istituto Luce: la sua esplorazione aprirà di fatto la strada alla conquista coloniale fascista dell'Etiopia. Questa biografia ci illumina su una figura centrale per la storia del colonialismo italiano.
"Dell'amore" è titolo stendhaliano - ma che rimanda anche al trattato medievale di Andrea Cappellano - per un romanzo labirintico in cui Giancarlo Buzzi affronta l'inconnotabilità dell'amore, percorrendone le più diverse strade cristiane e laiche. Il vecchio don Clemente, prete fuori dall'ordinario per cultura e spirito di iniziativa, ha costruito un centro di assistenza agli handicappati. Al suo interno, Ada, una ragazza handicappata, si innamora di un giovane prete, Gabriele, e lui della madre di lei. Intorno a questa vicenda, Buzzi mette in scena, come in un romanzo filosofico, le inquietudini e le interrogazioni dell'amore, affronta con coraggio e spregiudicatezza il tema dell'amore degli handicappati, senza sottacerlo o sublimarlo.
Il libro raccoglie gli scritti dei migliori specialisti cristiani del modo ebraico di leggere la Scrittura: P. Lenhardt, M. Remaud, G. Anderlini, R. Fontana e A. Contessa.
"'Assassini, terroristi, faziosi, sadici, torturatori, venduti a una fazione politica, falsificatori, criminali vestiti da giudici, macigni sulla strada della democrazia, omuncoli bisognosi di una perizia psichiatrica, cupola mafiosa, malati di mente, antropologicamente diversi dal resto della razza umana'. Ecco come sono stati definiti i magistrati italiani". In questo libro Gian Carlo Caselli risponde alle molteplici accuse che sono state mosse a lui, così come a tutta la magistratura. In una condizione di normale convivenza civile, Caselli avrebbe potuto riflettere sul ruolo istituzionale che la giustizia è chiamata ad assumere. In condizioni di normalità precaria ha dovuto invece ribadire prima di tutto che la sostanza del problema è proprio l'anormalità che insidia sul nascere, propaganda dopo propaganda, ribaltamento logico dopo ribaltamento logico, la stessa condizione di normalità. Si tratta dunque non già di un richiamo all'ordine, alle regole, al rispetto del diritto e della democrazia, ma in primis alla normalità. La stessa che, essendo così disinvoltamente confusa con il giustizialismo, ha finito per smarrire i suoi connotati originari e fare dello stesso Caselli - invece del più normale fra gli italiani - uno stravagante "puro folle" con lo strano capriccio per la legalità.
Sono trascorsi vent'anni dalle stragi compiute per uccidere i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nelle quali hanno perso la vita Francesca Morvillo e gli agenti delle scorte: Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. La memoria collettiva di quei giorni di sangue, sui quali ancora si deve fare piena luce, è ormai affievolita dal trascorrere degli anni. Questo volume mostra una selezione delle immagini utilizzate dalla Procura di Caltanissetta per le indagini. È una raccolta inedita, che rende conto del lavoro svolto dai pubblici ministeri, ma soprattutto mostra gli effetti dell'inumana violenza distruttiva dei due attentati e riporta alla memoria lo sconcerto, lo sdegno, il senso di profonda ingiustizia di quei due mesi cruciali per il destino dell'Italia. I due autori hanno pubblicato con Aliberti, per il ventennale delle stragi, "Visti da vicino. Falcone e Borsellino, gli uomini e gli eroi".
Questo libro avrebbe potuto chiamarsi "Il libro nero del Pd", ma forse avrebbe dato l'impressione di un brogliaccio qualunquista e antipolitico, come ce ne sono tanti. È invece un appassionato e amaro racconto di errori, di occasioni mancate, di false partenze che hanno caratterizzato la parabola e la crisi politica del partito. È un ragionamento che lascia poco spazio a illusioni e delusioni: il mancato ricambio di leader e dirigenti e l'assenza di prospettiva per le voci nuove hanno fatto risaltare ancora di più un clima interno torvo e velenoso. Il vivace dibattito dei cittadini e degli iscritti sul web è rimasto del tutto inascoltato. Lo Statuto del Partito democratico conta 11.225 parole, settecento più della Costituzione italiana. Sono state prodotte migliaia di pagine di documenti, programmi, statuti, manifesti, codici, regolamenti, carte dei valori e della cittadinanza alternativamente inutili o inapplicati. Una sovrastruttura normativa per coprire un vuoto di identità, organizzazione, coerenza, credibilità. La continua faida fra dirigenti Ds e Margherita, una guerra per bande, ha mostrato chiaramente che i militanti e i cittadini sono affezionati all'unità del partito molto più dei "colonnelli". A cosa porterà tutto questo? Alcune figure nuove stanno emergendo, e chiedono a gran voce una completa trasformazione: per constatarlo basta scorrere le pagine finali di questo libro. (Prefazione di Edmondo Berselli)