Il nome Borgia accende l'immaginario e rinvia spesso a narrazioni da saga, in cui un onnipresente cocktail fatto di delitti, intrighi, scandali e vizi ha alimentato nel tempo una sterminata letteratura e trasposizioni artistiche di vario tipo. Ma oltre agli arcinoti Rodrigo, Lucrezia e Cesare ? i protagonisti maggiori della «leggenda nera» dei Borgia ?, il celebre casato annovera anche rappresentanti mirabili, tra cui svetta la figura ricca e complessa di Francesco. Da politico di spicco della Corona spagnola a terzo Generale dei gesuiti, la sua fu una vita poliedrica. Uomo pragmatico e di governo, dotato però anche di grande profondità spirituale, è stato decisivo per Ignazio di Loyola e il decollo della Compagnia di Gesù. Dopo una panoramica sul contesto e la storia personale del protagonista, il libro si addentra nella sua interiorità, approcciando l'espressione matura dell'intima fisionomia borgiana: il Diario spirituale. L'Autrice esce dagli stereotipi univoci e riduttivi entro cui il «santo Duca» è stato a lungo costretto, mostrando anche quanto ancora egli sia interessante per l'oggi.
L'Autobiografia di s. Ignazio di Loyola, nota anche come Il racconto del pellegrino, è un testo fondamentale della spiritualità ignaziana, e una risorsa indispensabile per conoscere la personalità del fondatore della Compagnia di Gesù. S. Ignazio era un uomo umile e riservato, che non amava parlare di se stesso. Se raccontò la storia della sua esperienza personale, fu solo perché la richiesta insistente di alcuni giovani confratelli gli fece comprendere che gli ascoltatori e i futuri lettori, intuendo il significato universale di quanto era a lui accaduto, avrebbero potuto trovare aiuto e orientamento per il loro cammino umano e spirituale.
Interessante volume sul beato Pietro Favre (1506-1546): contemporaneo di s. Ignazio di Loyola, fu il primo sacerdote della nascente Compagnia di Gesu. E l?immagine piu affidabile di Pietro Favre? E veramente distinta da un volto idealizzato dello stesso Ignazio? Interrogativi poco interessanti, ma che portano a riflettere sul conto in cui Ignazio di Loyola e i suoi primi compagni, tra i quali Favre appunto, tenevano la propria immagine esteriore, per spendersi invece con incomparabile zelo per il bene delle anime. Lo studio del padre O?Leary, a partire dal Memoriale del beato Pietro Favre, dimostra la ricchezza dell?esperienza di Ignazio di Loyola, che si adatta a persone e situazioni assai diversificate, riuscendo sempre a trovare in ogni circostanza la volonta salvifica di Dio.