Proviamo solo a immaginare quali devono essere stati l'emozione e la gioia. Il giovanissimo orientalista Johann Ludwig Burckhardt, travestito da arabo, accompagnato da beduini diffidenti che lo ritengono un mago infedele, si avventura nel deserto giordano finché si imbatte in una gola angusta, quasi buia. Il silenzio è palpabile, il rischio assoluto. Ma, all'improvviso, dalle rocce e dall'oblio dei secoli, riemerge la ricca e raffinata città dei Nabatei, la favolosa Petra, che ormai si pensava essere solo un luogo della fantasia. Ecco, in questo volume che raccoglie le più belle storie intorno ai misteri dei tempi antichi di tutti i continenti, Francesco Bongiorni e Massimo Polidoro restituiscono l'irripetibile emozione della scoperta e la gioia incontenibile di una scommessa vinta quasi sempre contro ogni buon senso. Scoprendo così che a inseguire miraggi e leggende apparentemente inconsistenti si finisce spesso con il trovare testimonianze e tesori concretissimi, ma soprattutto la ricompensa a domande che ciascuno di noi porta dentro di sé e che costituiscono il nostro mistero più antico e insondabile.
Il De mysteriis Aegyptiorum è il più importante scritto filosofico-religioso della tarda antichità, pervenutoci sotto il nome del sacerdote egiziano Abammone in risposta alla Lettera ad Anebo del neoplatonico Porfirio; la tradizione antica (a partire da Proclo) attribuisce lo scritto a Giamblico, allievo di Porfirio, che contestò il maestro sui temi qui affrontati, ovvero il ruolo della teurgia e della mantica nel percorso dell'anima verso l'assimilazione al divino. Porfirio, nei vari scritti religiosi (oltre alla Lettera ad Anebo, la Filosofia rivelata dagli oracoli e i due trattatelli Sul ritorno dell'anima e Sulle immagini degli dei) aveva attribuito alle pratiche rituali, sacerdotali e oracolari un ruolo molto limitato, efficace solo per la purificazione della parte irrazionale dell'anima, e soprattutto aveva negato che i sacerdoti, in quanto uomini, avessero un qualsiasi potere sul primo Dio; Giamblico, invece, riprendendo l'antica arte ieratica egizia e la dottrina del Corpus Hermeticum, attribuisce agli oracoli e alla teurgia un ruolo supremo, giacché il sacerdote opera come semplice medium tra Dio, gli angeli, i demoni e le anime. Versione latina di Marsilio Ficino in appendice.
Raccoglie le Carl Newell Jackson Lectures tenute dal Werner Jaeger alla Harvard University nel 1960.
Luca Canali affronta il tema della insostituibilità della tradizione culturale e letteraria classica, intervenendo nel dibattito che sta accompagnando la straordinaria diffusione dello studio del latino negli Stati Uniti e in Inghilterra, diversamente da quanto accade in Italia. "Fermare Attila", il metaforico titolo del libro, è un'esortazione a sbarrare il passo ai distruttori di civiltà, quale fu Attila, oggi spesso annidati nelle comode nicchie del potere. Al saggio di apertura rigorosamente unitario segue una documentazione di testi latini (tradotti per lo più da Canali stesso) che dimostrano l'inesauribile attualità di quei capolavori. Infine il catalogo delle sentenze latine (tradotte e spiegate) aggiunge la forza della saggezza popolare antica. A conclusione del libro, lo splendido resoconto virgiliano dei giochi siciliani (vere Olimpiadi italiche) sembra saldare il mondo dello sport antico con quello appassionato e violento del mondo moderno.
Il volume ricostruisce l'elenco delle dinastie e di tutti i sovrani che hanno lasciato il loro nome e il ricordo delle loro vicende nei tre millenni della storia dell'Egitto antico dalla I dinastia (3150 a.C.) alla conquista romana (31 a.C.). La sconfitta subita ad Azio, infatti, pose fine al sogno di un grande impero d'Oriente come lo avevano immaginato Antonio e Cleopatra. Il vincitore Ottaviano fece dell'Egitto una provincia romana. I faraoni delle dinastie indigene e di quelle degli occupanti stranieri che avevano assunto i titoli del protocollo e le prerogative sovrane proprie della tradizione egiziana, vengono qui elencati in ordine di successione, ciascuno nel suo contesto storico e nei conseguenti risvolti religiosi, politici e sociali.
Basato su un esame rigoroso delle fonti e dei documenti epigrafici e archeologici, non sempre di facile interpretazione, il saggio Di Franco Cimmino permette di eliminare molti luoghi comuni sullo straordinario personaggio passato alla storia come il 'farone eretico', un argomento controverso dell'egittologia. Akhenaton non fu paladino di una lotta fra potere religioso e potere civile, l'unica vera rivoluzione attuata da Akhenaton fu di accentuare un tendenza al monoteismo.
Tutankhamon salì al trono a otto anni circa e regnò fino alla morte: queste erano le uniche notizie certe che si avevano di lui fino al 1922 quando, nella Valle dei Re, fu scoperta la sua tomba quasi intatta contenente più di 5000 oggetti di enorme pregio aristico. Questo ritrovamento fece letteralmente esplodere i mass-media dell'epoca e diede origine a fantasie e illazioni che ancora oggi, di tanto in tanto, riaffiorano. Questo libro non intende reinterpretare in forma originale la scarsa documentazione esistente su Tutankhamon, e tantomeno si propone di assegnargli un ruolo storico che non ebbe; l'obiettivo è di presentare nella giusta evidenzia i fatti come si svolsero.
Un viaggio nel tempo per cogliere la realtà concreta di una civiltà millenaria. Sulla scorta della più vasta documentazione oggi esistente, l'Autore ci presenta, nella sua verità umana, l'uomo dell'antico Egitto: i suoi rapporti con la legge, con la burocrazia, con la famiglia, con la religione, con la scienza...
L'indagine storica di Cimmino prende avvio dal 1290 a.C., anno in cui Ramesses II, ancora assai giovane salì sul trono dove restò per sessantasette anni. Alla sua fama contribuirono una serie di congiunture favorevoli che resero il suo regno leggendario divenendo in breve tempo simbolo del prestigio e della potenza dell'Egitto. L'autore, con una attenta analisi delle testimonianze storiche, studiando i testi epigrafici, i monumenti dell'epoca e i documenti datati, è riuscito a liberare la realtà storica del faraone dalle nebbie della leggenda tratteggiando insieme con le linee fondamentali della sua attività militare, politica e diplomatica il ritratto di un uomo che anche senza gli abbellimenti del mito ha caratteristiche eroiche.