Il libro si apre con una domanda: «Ma perché gli angeli?». Angeli come messaggeri celesti, guide, custodi e consolatori degli uomini. Gli angeli, sino a poco tempo fa relegati nelle tenere fiabe per bambini, tornano a essere figure protagoniste del mistero della creazione e dell’incarnazione del Cristo Dio, che prende avvio da un dialogo struggente tra l’Arcangelo Gabriele e la Vergine Maria: «Ti saluto piena di grazia, il Signore è con te». E l’Angelo, messaggero di Dio e per lo stesso Signore Dio devoto custode della libertà che promana dall’Eterno, attese trepidante la risposta; attese il “sì” di Maria. Oggi più che mai la Chiesa, che è mistero e sacramento di salvezza, sembra avere particolare bisogno di una profonda teologia angelica, per il mistero di grazia che essa incarna e per la sua missione tra gli uomini.
Il 1991 è stato l'anno che ha segnato la caduta del comunismo in Albania. Quell'evento ha avviato una vera e propria "mutazione" nella società albanese, tanto che molti si chiedono se esistano ancora dei valori, e quale futuro si prospetti per il popolo albanese. Lo studio di quello che il popolo albanese ha subito durante il comunismo e dopo la sua caduta è stato affrontato da studiosi sia stranieri sia albanesi, ma questi ultimi hanno affrontato l'argomento in una prospettiva essenzialmente ideologica, che rischia di inficiare le loro analisi, per lo più non basate su ricerche "sul campo" ma semplicemente su dati statistici raccolti da ONG straniere operanti in Albania. Lo scopo che l'autore si prefigge in questo libro è quello di portare alla luce gli aspetti legati alle problematiche socio-antropologiche della "invenzione" dell'Uomo Nuovo albanese nel periodo comunista, e di verificare attraverso un'indagine empirica sul campo - la persistenza anche nella fase di transizione di modelli comportamentali riconducibili a quell'ideale.
Alla vigilia del decennale del sito "Lo specchio di carta. Osservatorio sul romanzo italiano contemporaneo" avviato nel 2003, si vuole anticiparne la ricorrenza con l'inaugurazione di questi "Quaderni". Si intende cominciare così ad offrire un primo campione significativo di alcuni contributi in esso raccolti in circa dieci anni di attività didattica e di diffusione di informazioni sul web. Questo primo quaderno vuole offrire un piccolo campionario del lavoro compiuto da chi in questi anni ha condotto con costanza un'azione didattica congiunta alla ricerca, con l'obiettivo di monitorare il romanzo italiano contemporaneo attraverso la lettura e l'analisi delle opere (scelte, di volta in volta, fra le pubblicazioni degli ultimi anni) di alcuni fra i più rappresentativi scrittori viventi.
Le storie di Peter Pan e di Harry Potter hanno a che fare col tempo, col suo potere corrosivo e determinante, col suo lavoro essenziale, oscuro ed enigmatico. Di conseguenza, è possibile leggere quelle storie come esemplari illustrazioni letterarie del ruolo che il tempo assume nella costituzione della nostra esistenza e della nostra identità. L'esito tradizionale di una tale lettura propone due modelli sostanzialmente inconciliabili: alla rabbiosa nostalgia che pervade Peter Pan di fronte all'ineluttabile processo di abbandono dell'età infantile, Harry Potter contrappone la celebrazione di un lungo e doloroso percorso di formazione. Tuttavia, un'analisi più attenta dei racconti e della loro struttura mostra come l'opera del tempo non possa conformarsi a questa logica così rudimentale. La risposta che le due storie propongono all'enigma dell'esperienza temporale consiste piuttosto nella messa in scena dell'inadeguatezza di quelle due figure schematiche. In quanto libri sul tempo, Peter Pan e Harry Potter raccontano del loro reciproco bisogno, dell'impulso che spinge ciascuno dei due racconti a completarsi nell'altro.
L'islam contemporaneo affronta sfide su più fronti, stimolate da sollecitazioni interne ed esterne, l'esito delle quali è spesso difficilmente interpretabile in un quadro unitario. Utilizzando strumenti dell'analisi storica e sociologica, Valentina Fedele propone una peculiare categoria interpretativa, la protestantizzazione, per interrogare i movimenti musulmani in Europa e in Nord-Africa: il risultato è uno studio innovativo sull'islam mediterraneo, che ne illumina aspetti spesso tralasciati, ne ricompone la frammentarietà delle espressioni, suggerendo nuove possibilità di approfondimento.
Questo inedito di Werner Sombart, scritto poco prima della sua morte, delinea il profilo fondamentale di una "sociologia dell'uomo" nel tragico contesto dell'Europa, in particolare della Germania nazista all'inizio della seconda guerra mondiale. Quasi testamento spirituale dell'autore che consegna alla storia i fondamenti della sua antropologia filosofica, l'opera appare come una sorta di protosociologia della persona, all'interno di una riqualificata analisi sociale della cultura. In tale prospettiva essa fa i conti con le portanti fondamentali dello storicismo tedesco e con le acquisizioni più incisive sul versante filosofico del "secolo breve": quel Novecento per tanti versi così inesplorato e all'unisono così affascinante nella sua poliedrica rappresentazione. Restituendo al lettore italiano contemporaneo tale classico, l'autrice cerca di rispondere ad una urgenza non più procrastinabile: recuperare il senso dell'umano.
Nella storia della scherma è esistita una corrente meridionale chiamata Scuola Napolitana, attiva tra la metà del XVII e l'inizio del XIX sec., che ha sviluppato un metodo di insegnamento fortemente coeso per didattica, omogeneità linguistica, parentele e discendenze, elementi di innovazione, percezione esterna, strumenti adoperati; la scuola, in realtà distinta nelle correnti romana, napolitana, siciliana, fu strettamente legata agli ambienti più influenti del suo periodo: le corone spagnola e austriaca, il Papato, la corte di Cristina di Svezia, i Borbone, Napoleone. Questo compendio presenta una disamina comparativa delle tecniche di spada sola descritte dai principali autori della Scuola, sottolineando le analogie e le differenze di impostazione personale alla luce di una comune visione sul "giocare di scherma" alla napoletana; l'analisi del compendio non si limita tuttavia alle tecniche ma affronta il contesto storico e sociale in cui la Scuola si è sviluppata, senza trascurare le dimensioni linguistiche, oplologiche, storiografiche del fenomeno, che restituiscono maggiori garanzie al metodo d'indagine.
L'alterità è uno dei concetti classici del pensiero filosofico. Oggi, però, questo concetto richiede nuove riflessioni alla luce della mondializzazione e dei rapporti sempre più stretti tra i popoli appartenenti a molteplici e diverse culture. Nell'area euromediterranea in particolare l'alterità assume sempre di più una configurazione duplice: l'Altro diventa di volta in volta l'ospite, o il nemico, in un gioco di specchi le cui immagini rappresentano molti dei temi più scottanti del nostro presente. I contributi contenuti in questo volume sono dovuti a specialisti e studiosi dell'area mediterranea e sono stati oggetto di incontri nell'ambito di un Laboratorio tenutosi all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" per conto del Centro di Studi sulle Culture del Mediterraneo.
La storia narrata è quella dell'ex internato militare Giuseppe Minoli. Dopo la sua morte (1996), la sorella recapita alla famiglia una copiosa quantità di lettere, foto e cartoline postali da lui inviate dal fronte di guerra greco e dalla prigionia (Stalag VIII B, Polonia). La lettura di questi documenti, insieme alle testimonianze della sorella Lina, dei famigliari e della giovane amica polacca Sophie hanno permesso di ricostruire la sua drammatica vicenda, dal 1940 al 1945, inquadrandola in un contesto storico noto e di proporla in questo libro.
Machiavelli, a partire dai testi fondativi della moderna arte politica come "Il Principe" o "I Discorsi", fino alla caustica corrosività della "Mandragola" o dell'"Asino", continua a parlare al lettore contemporaneo in un modo inquietante e ansioso: gli eventi ora liberatori ora tragici ora imprevedibili degli ultimi anni e degli ultimissimi tempi, lungi dal farci collocare definitivamente in soffitta il "Segretario" fiorentino, ci spingono ancora a interrogarlo e a ritrovare nelle sue pagine la lucida analisi e l'appassionata frequentazione di alcuni dei grandi temi della nostra società e dei suoi travagli. Per Machiavelli l'uomo è impastato e condizionato da bisogni istintivi così radicali che la sua origine va collocata nell'egoismo e nella ferocia. Di qui la necessità di "leggi" e di "savi datori di leggi" capaci di trasformare questa linfa istintuale ricchissima ma anche distruttiva in energia positiva per il dominio di sé e del mondo, per l'equilibrato crescere delle società e degli Stati, per un più armonico rapporto tra governanti e governati.
Non è la storia del golpe in Cile, ma il racconto di un'esperienza professionale e umana vissuta in circostanze eccezionali dall'Autore in maniera inattesa e senza temini di paragone ad ispirargli le linee di azione. L'arrivo in un Cile già vicino all'esplosione, le difficoltà di inserimento in quella realtà e quindi lo sconvolgimento che il sollevamento militare provocò al paese, al popolo cileno ma anche al normale svolgimento del lavoro di un'Ambasciata e alla vita personale di chi vi operava, fanno da sfondo al dramma principale di questa storia, quello delle centinaia di persone che per sfuggire alla spietata repressione dei militari cercarono e trovarono rifugio e salvezza tra le mura della Rappresentanza diplomatica italiana a Santiago.