Più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento insufficienti nelle strutture sanitarie, nell'alimentazione, nella tutela della dignità umana. Questa la realtà dei "campi dei vinti", quei campi di concentramento realizzati in Italia fra l'estate del 1943 e la primavera del 1946 nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali. Per la prima volta di questo tema si parla a livello scientifico, sulla base di documentazione archivistica italiana e britannica. Da Padula, in provincia di Salerno, a Collescipoli (Terni), da Coltano (Pisa) a Laterina (Arezzo), da Miramare (Rimini) a Taranto, Paolo Leone ha tracciato una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare le decine di campi di transito dove venivano ammassati centinaia di prigionieri destinati, nel migliore dei casi, ad altri campi definitivi, ovvero agli improvvisati tribunali del popolo, che provvedevano a esecuzioni sommarie. Un saggio ampio e originale che fa luce sulle normative giuridiche e sulla vita quotidiana nei campi di internamento, sulle violenze cui furono sottoposti tanti italiani rei di avere combattuto dalla parte dei "vinti", che divennero così la base di consenso del neofascismo italiano.
Come in Italia, anche in Germania la Grande guerra alimentò forti tensioni, frantumò gli schemi politici del passato, produsse nuove contrapposizioni. Si è ormai stratificata nella storiografia l'idea che Hitler e il nazionalsocialismo siano stati il risultato di particolari circostanze: la Prima guerra mondiale, le ritorsioni di Versailles, la gracile democrazia nata dalle ceneri dell'Impero guglielmino. In realtà nella Germania del primo dopoguerra si agitarono forze culturali e politiche contrapposte alla repubblica di Weimar e alternative a Hitler, come la Rivoluzione conservatrice, il nazionalbolscevismo, il prussianesimo. Furono correnti di pensiero che tutte, in qualche modo, trassero linfa dalla grande tradizione del socialismo tedesco, nazionale e antimarxista. Cadute le barriere di destra e di sinistra, la linea di confine corse fra la multiforme sinistra nazionale e il nazionalsocialismo. Hitler fu l'esito finale di una storia che avrebbe potuto seguire anche altre direttrici; un dramma nel dramma della Germania nel Novecento. Questo libro disegna una mappa che guida lungo le vie seguite da uomini d'azione e uomini d'arme, filosofi e cattedratici, la cui avventura, talvolta velleitaria, risultò perdente nel confronto con il realismo politico del machiavellico Hitler.
L'associazione culturale Cesare Guasti è riuscita a convincere Sergio Nannicini, noto studioso e fine letterato pratese, a riunire in volume dei suoi saggi, alcuni dei quali inediti. L'opera offre al lettore un approfondimento sulla vita di alcuni noti personaggi pratesi dell'800, e due interventi che prendono in esame l'arte di due artisti contemporanei della città di Prato: Dino Bencini e Adon Brachi (deceduto nel 2009). Questi due interventi introducono un ulteriore studio sui primi del 900, con particolare attenzione al trimestrale l'Osservatorio, pubblicato dal comune di Prato prima della Seconda Guerra Mondiale, e allo scrittore Ferdinando Pratesi. Il volume si conclude con la recensione di un 'libriccino' pubblicato dal Gruppo bibliografi pratesi nel 2005 a cura di Anna Maria Nistri e Giovanni Pestelli.
Il volume ricostruisce il percorso accademico e politico di Tassinari, lo sviluppo del suo pensiero scientifico e il ruolo nell'"assalto al latifondo", il complesso rapporto con Mussolini ed alti esponenti del nazionalsocialismo, fino ad esaminarne l'influsso sulle leggi di riforma agraria degli anni Cinquanta, plasmate secondo l'impostazione sostenuta dal suo più importante allievo: Giuseppe Medici.
Un approfondito esame storico della politica "cattolica" italiana. Il volume è arricchito da una introduzione di Sandro Magister.
Dopo l'edizione dei 'Diari' di Cesare Guasti, vengono presentati i testi delle conferenze che si sono tenute negli anni 2006 e 2007 e che, come sempre, analizzano aspetti interessanti, e spesso poco conosciuti, della vita e dell'attività culturale di Cesare Guasti.
In questo volume Fiume viene presentata sotto una forma originale. Nella complessita' di una citta' contesa dai nazionalismi, questa ricerca evidenzia la situazione sociale ed economica dei fiumani nei cinquant'anni piu' drammatici della loro storia.
Volume riccamente illustrato con tavole a colori sulla storia e sull'arte a Siena.
Cronistoria di Piombino e del suo Principato. Il titolo di quest'opera e programmatico: Cronistoria di Piombino e del suo Stato". Esso significa che noi cercheremo di scandagliare l'esistenza di Piombino prima ancora che divenisse il centro di questo Stato Autonomo, che poi si disse "Principato di Piombino" spina dolente del Granducato di Toscana, in quanto soggetto al Regno di Spagna, quasi quanto l'infelice Stato dei presidi di Orbetello, Talamone ed Argentario. Va riconosciuta la grande maestria politica dei Signori Conti d'Appiano, dei principi Buoncompagni e loro successori che sfruttando le forze contrastanti di Firenze, Siena, Pisa, Genova, Impero, Francia, Spagna, Turchi e Napoli riuscirono a mantenere a questo loro Stato almeno una parvenza di liberta che va dall'anno 1399 al 1814, quando il Congresso di Vienna lo soppresse annettendolo alla Toscana, quale Granducato vassallo dell'Impero Austro-Ungarico... "
Il volume e un ampio approfondimento di tutti gli aspetti politici/culturali che non permettono all'Europa di riscoprire e valorizzare la sua identita Giudaico/Cristiana.
Il presente lavoro concerne la trascrizione del Catasto Senese del 1318, la cosiddetta Tavola delle possessioni", relativo a tre Comuni rurali dell'alta e media Valle dell'Asso: Montelifré, S. Giovanni d'Asso e Monterongriffoli. "