I giorni del Coronavirus segnano un cambiamento: si parla di un "dopo" come si è fatto per le grandi tragedie che hanno afflitto l'umanità. Anche la scuola non può sottrarsi a questa ridefinizione degli obiettivi, dei mezzi, delle strategie per poter vivere insieme una vita serena. Come sarà la scuola dopo il Coronavirus? L'occasione che ci si presenta è importante per ripensare la didattica, la valutazione, il rapporto tra strumenti e contenuti e soprattutto la relazione educativa: una relazione fisica, corporea, che è proprio ciò che ci manca in modo così lacerante in questi giorni di isolamento. Il primo giorno di scuola dopo l'emergenza non dovrà essere semplicemente un ripartire ma un rifondare la scuola, un ripensarla a partire dall'insostituibilità della relazione di contatto tra insegnanti e allievi.
Le teorie di Janusz Korczak sulla realtà infantile hanno rivoluzionato non solo la pedagogia, ma l'intero modo di concepire il bambino nella società occidentale. Il medico e scrittore polacco capì prima di altri che l'unica strada per riconoscere i diritti dei bambini era quella di vedere e di sentire come vedono e sentono loro, di considerare il loro mondo allo stesso livello di importanza del nostro. Maturò l'idea, ancora oggi attualissima, che per aiutare i bambini nel loro sviluppo occorre considerarli nella loro interezza, unificando i saperi della medicina, della psicologia, della pedagogia, della sociologia, ma anche della storia, della poesia e della religione. Nato in una famiglia di origini ebraiche, Korczak fondò nel 1911 la Casa degli Orfani, un istituto autogestito dagli stessi bambini. Quando nel 1942 i nazisti prelevarono dall'orfanotrofio duecento dei suoi ospiti per condurli ai campi di concentramento, Korczak - che pure fino a quel momento era stato risparmiato per la sua notorietà - incapace di abbandonarli, decise di seguirli, trovando la morte nel campo di Treblinka. Narrata con ritmo incalzante, questa biografia letteraria scritta dalla filosofa Monika Pelz racconta la vita, le opere e il coraggio del grande pedagogo. Una vita che oggi, a settant'anni dal suo tragico epilogo, ha ancora molto da insegnare.
Storia di vita e di intensa sperimentazione psicopedagogica, "A scuola con il mondo" racconta l'esperienza didattica e umana di Angelina Linda Zammataro: una maestra-psicologa romana che, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, mise la sua vita al servizio di una nuova idea di scuola. Con un linguaggio appassionato e appassionante, il lavoro della Zammataro riflette su una realtà in perenne mutamento, come quella che avrebbe portato la scuola a cimentarsi con la tematica dell'interculturalità, e, non senza ironia, denuncia i retaggi conservatori che ancora pesano sulle istituzioni didattiche italiane. Il risultato è un testo in cui, al valore scientifico, si unisce la testimonianza di un nuovo e concreto metodo pedagogico: la Psicoanimazione. Un approccio innovativo nel fondamento teorico dell'insegnamento e del tutto attuale per le soluzioni offerte alle più scottanti questioni sociali - dall'integrazione degli alunni provenienti da contesti extraeuropei all'inserimento dei diversamente abili - in grado di ricondurre le stesse all'interno di un percorso più ambizioso: dare vita a una scuola davvero capace di riportare il bambino al centro del processo educativo e restituirle così il suo autentico fine di formare esseri liberi e pensanti.
Perché fare filosofia con i bambini? Per sentire risposte che non sappiamo più trovare? Per ridare forza alla professione di insegnante, sommersa e provata da riforme che ne minano il senso e ne cancellano la passione? Per tutte queste cose insieme, risponde Giuseppe Ferrara, filosofo che da anni si impegna a parlare di filosofia con i bambini. In questo libro racconta la sua straordinaria esperienza nelle scuole elementari di Napoli, in cui ha cercato di restituire alla filosofia una funzione, un compito e una posizione sociale da troppo tempo anestetizzata nelle mura accademiche o ridotta a un sapere specialistico di chi parla e discute senza farsi capire e senza capirsi. Con i bambini, la filosofia può tornare a vivere quella meraviglia da cui è nata più di duemila anni fa.
Amate studiare? Fatelo per conto vostro, perché ormai l'Università non può fare molto per voi. L'"esamificio" universitario punta tutt'al più a darvi una infarinatura di questa o quella materia, per farvi sloggiare il prima possibile - basta che paghiate le tasse universitarie, tutte, e fino in fondo. Di chi è la colpa di questa situazione? Non certo dei ragazzi, che vengono diplomati dalle scuole superiori senza alcuna verifica seria, e vengono abbindolati a colpi di tesine ed esami fotocopia, per conseguire una laurea che nel migliore dei casi è un viatico all'emigrazione intellettuale. Nel sistema attuale, la laurea è ormai un male necessario, una medicina amara. Inutile studiare per ottenerla: in questo libro Lorenzo Ait individua le falle del sistema universitario, le analizza, le smaschera e ci insegna a sfruttarle per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Leggete questo libro, ed entrerete con orgoglio a far parte di quelli che sono "intelligenti proprio perché non si applicano". Forse non vi farete una grande cultura accademica, ma almeno leggerete più libri interessanti, vedrete più film importanti, riuscirete a vivere un rapporto più sano con la cultura.