Federico De Roberto occupa certamente un capitolo a parte nella storia dei rapporti tra Verismo e fotografia; non solo per i caratteri di originalità all'interno della cerchia catanese, ma anche nel panorama letterario europeo a cavallo tra Otto e Novecento. Tra i veristi è infatti l'unico ad avere elaborato una compiuta produzione foto-letteraria, ed è uno dei rarissimi autori dell'epoca ad avere pubblicato delle opere illustrate con i propri scatti, in cui testo e immagini riescono a dialogare coerentemente nelle sue «fatiche foto-monografiche». De Roberto concretizza il sogno irrealizzato di scrittori come Gautier, Strindberg e tanti altri: dare voce alla realtà fotografata, nello stesso momento in cui il testo la illustra. Lo scrittore narra ormai attraverso parole e immagini; in altre parole, se la realtà raccontata attraverso la scrittura acquista dignità di 'vero', può allora assumere vita autonoma. Viceversa, la fotografia, definendosi come realtà e rapportandosi specularmente ad essa, acquista nelle mani dello scrittore una funzione narrativa. Questo volume presenta la riproduzione anastatica delle sue principali opere foto-narrative: la monografia "Randazzo e la Valle dell'Alcantara" (1909) e l'articolo "San Silvestro da Troina" pubblicato nello stesso anno su "La Lettura", «Rivista mensile del Corriere della Sera»; è accompagnato da un saggio introduttivo del curatore Giorgio Longo: Le «fatiche foto-monografiche» di Federico De Roberto.
Che cosa accade quando gli uccelli, anziché spaventarsi, si innamorano degli spaventapasseri realizzati da Caio? Riuscirà Cara ad avere una andatura propria? Avrà l'imbarazzo della scelta alla fiera della camminata! Che bello avere una montagna tutta per sé! Ne saprà avere cura Pietro lo scultore? Trenta commensali a pranzo, ogni giorno. Dite che meriteranno l'ospitalità di don Alfio? Riuscirà ser Beppo, che odiava i romanzi, a trovare il filo della sua vita? Matteo Abbate, nei suoi umoristici racconti propone le risposte a tutte le domande. Età di lettura: da 7 anni.
Questo libro è un appassionato viaggio retrospettivo dentro la scuola, un viaggio a ritroso in cui le memorie dell'antropologa si intessono con i racconti di bambini, genitori, insegnanti, operatori sociali, impegnati a dare senso, in forme narrative e pragmatiche, all'"integrazione educativa". I dialoghi, gli avvenimenti e le scene di vita tra i banchi diventano un'occasione per specchiarsi e riflettere insieme sul mondo quotidiano della scuola, in una fase in cui in Italia si cominciava a sperimentare, come su un difficile banco di prova, il "paradigma interculturale". L'autrice restituisce, nella loro irrisolta frammentarietà, i vissuti, i dubbi e i desideri che animavano un circolo didattico periferico nel VI Municipio di Roma, nei primi anni di questo secolo, tra il 2000 e il 2001, e li reinterpreta alla luce degli scombussolamenti oggi in atto nel mondo della scuola. Ne emerge un affresco problematico delle dinamiche performative e simboliche che si attivano quando insegnanti, famiglie, educatori si confrontano con la governance dell'accoglienza per far fronte alla scolarizzazione di alunni "immigrati" e "rom".
Il romanzesco e misconosciuto musicista, l'invidioso, il risentito, il geniale Rameau - Jean François (1716-1722), nipote del monumentale Jean-Philippe (inventore, con Lully, della musica francese) - discute di molte cose con il suo interlocutore narrativo, lo sterniano Denis (l'enciclopedico Diderot, filosofo e scrittore). Da una parola all'altra, molti temi - centrali, irrinunciabili - vengono evocati, modulati, composti, si vorrebbe dire. La relazione tra etica ed estetica, ad esempio, che non avverte più l'incondizionata assolutezza del patto classico tra bene e bello (e, conseguentemente, tra arte e paideia): il romanzesco e misconosciuto musicista, l'invidioso, il risentito, il geniale.
Nel presente studio si analizza la Dichiarazione di Arbroath(1320) attraverso un'indagine etimologica e storico-linguistica dei nomi e cognomi dei firmatari e di alcuni elementi lessicali contenuti nel testo della lettera.
Il volume presenta, seppure in modo sintetico, alcune delle principali tematiche inerenti alla psicologia dell'apprendimento scolastico.
Tra le carte dei Branciforti che si trovano nell'archivio privato dei principi di Trabia, ora depositato presso l'Archivio di Stato di Palermo, si trova un manoscritto del secolo XVIII di complessivi 99 fogli che costituisce una "storica" Storia di Leonforte, la prima che sia stata tracciata sulla città di Nicolò Placido Branciforti. Questo volume, frutto di uno studio certosino del manoscritto, mira a fornire materiale di prima mano a quanti vogliono indagare con strumenti adeguati sul passato della città. Il lavoro del La Marca è stato integrato con un altro inedito, l'Historia di Castrogiovanni di Frà Giovanni de' Cappuccini, del 1740, nelle parti dove tratta di Leonforte. Chiude infine il volume una appendice critica sull'Orto Botanico.
Atti della seconda edizione Giornate degli Specializzandi in Igiene e Medicina Preventiva. Napoli 14-15 marzo 2013.
Il volume presenta i progetti finalisti al concorso di idee per il progetto architettonico della Torcia del terminale di rigassificazione a Porto Empedocle organizzato dall'Università di Enna "Kore".
Il Concilio Vaticano II può essere considerato un concilio trinitario? Il presente volume tenta di rispondere a questo interrogativo attraverso un'attenta lettura teologica dei suoi principali documenti. La straordinaria lezione conciliare insegna che Dio non è un mistero irraggiungibile, ma è comunione di Persone che si rivela e si dona all'uomo per renderlo partecipe della sua stessa vita divina. L'intenzione dei Padri conciliari infatti è quella di mostrare il Dio di Gesù Cristo come orizzonte di senso dell'esistenza umana e fondamento ultimo delle relazioni interpersonali. La Chiesa - Familia Dei - si configura allora come icona della Trinità capace di delineare un nuovo modo di vivere l'ecclesialità, i cui segni distintivi sono la sinodalità, la condivisione e la fraternità.
Una interessante ricerca per comprendere i meccanismi che legano il corpo, la moda e la pubblicità.
Il volume raccoglie cinque discorsi, inediti in Italia, tenuti da Vaclav Havel in diverse città europee nella seconda metà degli anni Novanta. Riflessioni intorno all'idea di Europa, alle sue radici, alla ricchezza di culture che la abitano, al suo significato e al suo destino per la storia della cultura occidentale.