Forse quella notte, anche se non era Shabbath, avrebbe fatto l’amore con Leah, forse sarebbe stato capace di tenerezze per lei, forse l’avrebbe baciata tra i capelli, forse avrebbe fatto luce per guardarla negli occhi finalmente.
Difficile per lui dire ancor oggi per quali misteriose alchimie della mente si trovasse a fare questi pensieri, mentre era divenuto suo malgrado partecipe di un’avventura così diversa da lui…
Tarcisio ZANNI nato a Cremona nel 1945 vive a Bologna. È autore di numerosi saggi di “teologia divulgativa” di indole catechetica per adulti e bambini:
A Betlemme; Assunti in cielo; Che cosa c’è di diverso questa notte?; Circondati da testimoni; Città, Chiesa e missione; La debolezza di Dio; Figlio, come si credeva, di Giuseppe; Intervista a Francesco Cuppini; Lettera a una bambina battezzata a sua insaputa; Il libro del Matrimonio; Non conformatevi; Ogni genere di discernimento; Pensieri sul morire e su quel che segue; Il segreto di Karol; La Veglia; Venduto in Giuseppe; Verso il Natale in famiglia; Viaggio alla ricerca dell’Italia cattolica che non si trova più.
Lo schema di questo lavoro di Barresi è semplice e ci permette di entrare nella meditazione per scoprire e illuminare, purificare e rinnovare i costumi degli uomini attraverso il senso dell’amore.
Il testo ci aiuta a vivere, in un clima culturale sfavorevole all’opera di “evangelizzare Cristo” (At 8,36), la responsabilità primaria dell’annuncio che investe tutta la Chiesa e che presuppone una conoscenza sempre più profonda (cfr. Fil 3,8) di Lui.
Il leitmotiv del testo è che l’uomo per essere tale – cioè per far splendere la bellezza dell’umano in lui –, ha bisogno di Dio. Proprio in questo bisogno c’è la sua grandezza, perciò A. Rosmini poteva sostenere: «l’uomo non è grande se non perché è bisognoso». Infatti: «Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia (...). Dio ci dà la forza di lottare e di soffrire per amore del bene comune, perché Egli è il nostro Tutto, la nostra speranza più grande».
Al termine della lettura dell’opera, colpisce la chiamata in causa della testimonianza personale a non eludere il dovere di interrogarci se il nostro modo di pensare e di vivere, le nostre scelte e i nostri atteggiamenti, la nostra vita familiare e le nostre relazioni sociali rivelano una piena coerenza – sempre cercata, anche se non del tutto attuata – con la fede che professiamo.