Il giudizio ci permette di conoscere la realtà colmando lo spazio che c'è tra l'astrazione e la concretezza. Ma l'atto di giudicare si traduce molto spesso nella pratica di pensare male senza motivo. Nel Vangelo Gesù dice: «Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12, 36-37). Attraverso riflessioni, approfondimenti e meditazioni, il volume consente di comprendere come giudicare male sia sempre una mancanza d'amore, poiché equivale a ignorare il cuore, la storia e il mondo di un'altra persona. Tutti noi siamo chiamati a guardare gli altri non attraverso i nostri occhi ma lasciandoci ispirare dal Signore.
Nel 1941 Edith Stein dedica una proprio studio al padre della mistica occidentale, Dionigi l'Areopagita (intorno al 500). La teoria della mistica di Dionigi ha il suo posto nell'opera steiniana tra il lavoro su Teresa d'Avila (Il castello dell'anima, ESGA 12) e quello su Giovanni della Croce (Scientia Crucis, ESGA 18). Edith Stein indaga sullo sfondo delle proprie esperienze nel Carmelo, con l'aiuto della sua attrezzatura fenomenologica, su alcune problematiche di filosofia della religione, del tipo: Come può l'uomo, con l'aiuto di simboli, giungere ad una valida conoscenza di Dio? Ella tratta anche aspetti mistagogici: "Come può un uomo essere condotto dalla mancanza di fede e rispettivamente dall'ateismo attraverso osservazioni della natura e della storia sino alla fede cristiana e alla personale esperienza mistica di Dio?"
Chiara Lubich è nota per aver dato vita e accompagnato lo sviluppo del Movimento dei Focolari, con una forte incidenza nel mondo ecclesiale e civile, e per la ricca spiritualità. Più riservato e quasi nascosto il suo mondo interiore, terreno fecondo della sua grande creatività. I diari oggetto della presente pubblicazione consentono di seguire il cammino spirituale, di cogliere ciò che anima la sua azione e le ripercussioni che l'azione produce in lei. Essi coprono gli anni 1964-1980, particolarmente fecondi per lo sviluppo del suo Movimento. Benché conservino i tratti del diario intimo l'Autrice li fa circolare tra i membri della sua famiglia carismatica perché "ciò che non è utile all'umanità o almeno agli altri non ha valore". La condivisione con tanti non penalizza la sincerità propria del diario spirituale. La comunione e la comunicazione come lei le intende presuppongono piuttosto una personale e profonda esperienza interiore che sola consente l'autenticità del dono di sé agli altri. Se non sapessimo che i diari sono stati oggetto di condivisione e se si escludessero i pochi riferimenti al riguardo, non verrebbe da pensare che si tratta di testi aperti alla lettura di altre persone. Con la presente pubblicazione sono ora aperti ad ogni possibile lettore introducendo in uno straordinario itinerario spirituale.
Un carisma a servizio dell'unità. Il libro analizza la caratteristica ecclesiale che traspare nella spiritualità di Chiara Lubich, la sua originalità rispetto alle spiritualità nate nella chiesa lungo i secoli, così come in rapporto all'ecclesiologia della contro-riforma dominante prima dell'ultimo concilio. Il volume prende anche in considerazione per la prima volta i limiti della spiritualità della Lubich conseguenti alla sua formazione preconciliare.
Come è stato interpretato e utilizzato il grido d'abbandono del Crocifisso che si legge in Mc 15,34/Mt 27,46 da parte dei Padri della Chiesa? L'autore offre un percorso da Giustino fino ai Padri del V secolo inclusi. In concreto essi si riferiscono sempre a Mt 27,46, ciò che conferma il poco interesse al vangelo secondo Marco. A questo grido è legato anche la sentenza di Dt 21,23 "maledetto di Dio l'appeso al legno", di cui bisogna tenere conto. La ricerca termina con un bilancio che sintetizza l'insieme, presentando un quadro della ricerca esegetica attuale sull'argomento.
Sulla scuola, la voce ai Global Teacher Prize. Un libro scritto da insegnanti per insegnanti e per quanti, genitori ed educatori, hanno a cuore una scuola di qualità. In un mondo frenetico e disorientato come il nostro, un buon insegnante, con la sua passione e competenza, può effettivamente far la differenza e dare speranza al futuro delle giovani generazioni. Il testo raccoglie l'appassionata testimonianza educativa e didattica dei docenti italiani inclusi tra i 50 finalisti del prestigioso premio internazionale Global Teacher Prize dal 2015 al 2023 e del Global Teacher Award del 2021 e 2022.
Il più consapevole contributo della spiritualità medievale alla teorizzazione dell'idea di amicizia. Aelredeo di Rievaulx (1109-1167) è la figura di maggior spicco del monachesimo cistercerse anglosassone. Educato all'amore per le Lettere, permeato di cultura biblica e agostiniana, discepolo fedele di san Bernardo, Aelredo pone il suo insegnamento sull'amicizia deliberatamente nel solco della tradizione, della quale però non esita a rivisitare in piena libertà i contenuti. Eco delle preoccupazioni spirituali del secolo XII e riflesso dell'animo dell'autore sul quale aveva esercitato una grande influenza la lettura del Laelius de amicitia ciceroniano, il De spiritali amicitia non è pertanto solo lo scritto più espressivo ed elegante dell'abate di Rievaulx ma rappresenta soprattutto il più consapevole contributo della spiritualità medievale alla teorizzazione dell'idea di amicizia.
Una storia aggiornata dei primi anni del Movimento dei Focolari. La vicenda trentina di Silvia "Chiara" Lubich e delle sue prime compagne racconta di un carisma al servizio dell'unità che tanti frutti ha portato alla Chiesa e all'umanità intera nei decenni seguenti. A quasi ottant'anni da quei giorni, la consultazione di documenti e una serie di interviste permettono di tracciare la storia di quei primi tempi con nuovi dettagli e nuove prospettive, arricchendo così il racconto della fondazione del Movimento dei Focolari di notizie finora ignote.
L'amore è diffusivo per natura, ed è incontenibile il desiderio di comunicare quanto si è scoperto di bello e di vero. «Ho visto il Signore!», fu il grande annuncio di Maria Maddalena dopo aver incontrato il Risorto. Le fanno eco gli apostoli: «Abbiamo visto il Signore... Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quella esperienza aveva cambiato loro la vita e il suo racconto ha continuato a cambiare la vita di quanti l'hanno accolto. Di generazione in generazione, di secolo in secolo la grande "notizia" è giunta fino a noi. Saremo capaci di accoglierla, di farla nostra e di trasmetterla ai nostri contemporanei e alle nuove generazioni? È l'interrogativo a cui il libro intende rispondere, partendo dalla testimonianza di Chiara Lubich, che suggerisce condizioni, modalità, vie perché il grande annuncio continui a rimanere vivo e a suscitare un mondo nuovo.
Dio ci parla attraverso la sua Parola, per mezzo della natura, degli eventi o tramite le persone. Ma non riusciamo a comprendere le sue parole se non siamo capaci a farle echeggiare nella nostra intimità. Tutto diventa Parola, invece, se impariamo a leggere la nostra parabola personale. Le parabole contenute in questo volume sono storie che l'autore ha ascoltato negli anni del suo primo incontro con la fede, quelli dell'adolescenza, e poi ha trasformato, arricchendole con riflessioni, digressioni e dialoghi, in veri e propri racconti, a corredo dei quali propone agili approfondimenti esistenziali, esegetici e spirituali che accompagnano il lettore nella meditazione. Come tutte le parabole, anche quelle qui proposte possono essere raccontate ai bambini e ai ragazzi, ma sono scritte fondamentalmente per i grandi e per grandi(re), cioè per diventare grandi, per apprendere l'arte di osservare la realtà nelle sembianze di una fiaba.
Il volume raccoglie una selezione di oltre 330 lettere, perlopiù inedite, scritte da Chiara Lubich negli anni della Seconda guerra mondiale, del Secondo dopoguerra e della lenta ricostruzione politica, economica e morale dell'Italia. In un Paese e in un mondo lacerato, Chiara Lubich annuncia e diffonde, attraverso questa corrispondenza, la sua fede indefettibile nell'unità spirituale e sociale alla quale forma tantissime persone: i familiari, il primissimo gruppo di ragazze e giovani che si coinvolgono nella sua "divina avventura", personalità civili e religiose. Il genere letterario epistolare dà la possibilità di rivelare le parte più personale di Chiara e di esprimere i suoi pensieri nel modo più immediato ed efficace.
Il volume raccoglie i contributi di diciannove qualificati teologi e teologhe che insieme ad alcuni storici si propongono di rilevare e interpretare le correlazioni tra il Concilio Vaticano II e il carisma dell'unità di Chiara Lubich nella logica della coessenzialità di doni gerarchici e doni carismatici. La ricerca guarda, in particolare, alla Costituzione sulla divina Rivelazione Dei Verbum e a quella sulla Chiesa Lumen Gentium, nell'orizzonte del cammino sinodale in cui è impegnato oggi, su invito di Papa Francesco, tutto il Popolo di Dio.