Nell'imponente mole di studi riguardano gli scritti giovannei, manca una specifica monografica sul "dono". L'Autore, con cura ed esemplare chiarezza, prende in esame il Vangelo e la Prima Lettera di Giovanni. In realtà, per Giovanni, "tutto è dono" perché Gesù Cristo è il dono di Dio al mondo, dalla cui "pienezza abbiamo ricevuto dono su dono". Poiché ogni dono nasce dall'amore, allo sguardo stupito e acuto di Giovanni si pare un orizzonte di relazioni tutte intessute d'amore.
«La follia di Dio è più sapiente degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1,25). Rifiutato dalla famiglia, al punto che «neppure i suoi fratelli credevano in lui» (Gv 7,5), e abbandonato da gran parte dei suoi seguaci («molti dei suoi discepoli si allontanarono e non andavano più con lui», Gv 6,66), per le autorità giudaiche Gesù è solo un pazzo, un ossesso (Gv 8,44). Solo un matto, un samaritano indemoniato, poteva infatti denunciare i capi religiosi quali figli del diavolo e assassini (Gv 8,44) e auspicare la fine dell’istituzione religiosa che si credeva voluta da Dio stesso.
Informazioni sull'autore
Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche «Marianum» e «Gregoriana» (Roma) e all’«École Biblique et Archéologique française» di Gerusalemme. Direttore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» (www.studibiblici.it) a Montefano (Mc), cura la divulgazione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico.
Fra la Parola di Dio e l'uomo c'era come una distanza incolmabile, Giovanni invece afferma che la distanza è stata colmata. La Parola è divenuta carne: è entrata nel mondo, assumendone tutta la relatività. Non è l'uomo che con la sua ricerca sale verso Dio; ma è Dio che discende nella carne, cioè nell'esperienza umana storica, concreta. Per Giovanni l'uomo che si salva è l'uomo che ama.
"Uno dei più importanti commenti del quarto vangelo che siano stati pubblicati. Malgrado la vastità del materiale trattato, le singole pagine di quest'opera si leggono facilmente e informano con chiarezza su tutte le questioni storiche, esegetiche e dottrinali. Perciò l'opera, nata da uno studio profondo delle fonti e dei commenti, costituisce per gli studiosi un sussidio di primo valore." (Carlo Maria Martini) "Con il Giovanni di Brown disponiamo di uno strumento ancora fecondo, capace com'è di sfruttare al meglio il doppio binario che si impone all'esegeta di turno, impegnandolo ad offrire un primo, più analitico puntuale corredo di note, seguito da un più diffuso commento vero e proprio." (Roberto Vignolo)
Quali sono i segni che identificano l'"uomo nuovo", il cristiano? È possibile separare lo spirito dalla materia, come vorrebbero ricorrenti concezioni dualistiche? La prima lettera di Giovanni, con forza e coerenza, difende l'unità dell'esistenza cristiana: l'unità fra conoscenza e prassi, fede e amore. Non c'è vero conoscere che non sia anche reale esperienza, reale condivisione. Così come non è possibile separare l'umanità e la divinità nella persona di Cristo. Il Figlio è divenuto "uomo" nel senso più vero e umano del termine. Il commento di Bruno Maggioni - essenziale ma puntuale - sa conciliare felicemente "la competenza dello specialista, la semplicità del linguaggio e la densità del messaggio".
Commento alle tre Lettere giovannee, con ampia introduzione, appendici con schemi riassuntivi ed agili indici; una valida base per la dottrina cristiana.
Una lettura riflessiva e attenta del testo più originale di tutti gli scritti del NT, che costituisce una base per la sua interpretazione teologica. Il testo è commentato a partire dal testo stesso, tenendo presente il linguaggio e l'ambiente culturale dell'epoca in cui fu scritto.