Uno dei grandi rompicapo della scienza contemporanea è spiegare come la vita sia emersa dalla materia inorganica. Possiamo affidarci esclusivamente al rigore della fisica e della biologia, com'è stato fatto negli ultimi decenni, nella convinzione che "là sotto" un insieme di leggi governa tutto ciò che accade nell'universo? Secondo Stuart Kauffman, personaggio chiave del Santa Fe Institute, il pensiero riduzionista ormai non basta: la vita che nasce e si evolve non è una macchina, e la sua creatività e fantasia ci impongono di guardarla in modo nuovo, come organismi, come totalità. Nessuna legge del moto, infatti, potrà mai rendere conto delle possibili configurazioni di una biosfera, e delle infinite interazioni tra gli esseri viventi che la popolano. Con "Un mondo oltre la fisica" Kauffman porta a compimento il suo trentennale studio sulle origini della vita, e ci propone un radicale cambiamento di visione del mondo.
Troppo spesso al giorno d'oggi qualsiasi discorso sul progresso tecnologico si riduce a un appiattimento sminuente legato al mondo dei computer di Internet o dei più banali "gadget hi-tech", dimenticando che la tecnologia è innanzitutto una pratica complessa, stratificata e profondamente umana, e che come ogni aspetto della nostra vita anch'essa è percorsa da profonde contraddizioni. Thomas Hughes, in "Il mondo a misura d'uomo", analizza lo stretto legame che unisce il progresso umano alla tecnologia, restituendo a quest'ultima la sua natura carica di valori e aspettative per il futuro: quella della propensione umana a modificare e migliorare il mondo che ci circonda. Per questo motivo la tesi conclusiva dell'autore, fondata sull'irreversibilità storica del mondo "tecnologicamente naturale", è quella di immaginare un "pensiero ecotecnologico" critico, che sia alleato, non nemico, dell'ambiente. Con una prosa chiara ed elegante, ricca di suggestioni artistiche e letterarie, Hughes mostra come la tecnologia sia espressione emblematica, al contempo, della creatività, della follia, dell'ingenuità e della curiosità umana.
Anche se non ci facciamo mai caso, il nostro cervello risolve problemi e prende decisioni di continuo. Per farlo, percepisce e agisce in molti modi a seconda del contesto, compensa mancanze, affronta situazioni nuove e cambia punto di vista. Questa straordinaria capacità creativa è la vicarianza, l'utilizzo cioè di molteplici e inattese strategie per raggiungere un obiettivo, rimpiazzare un senso con un altro (come quando ci si muove nel buio, o dopo un incidente) o delegare una funzione a una nostra estensione virtuale (nel mondo di internet e dei videogiochi). Il libro di Alain Berthoz dimostra che lo studio di questa strategia cognitiva, oltre a rappresentare un grande progresso scientifico, può avere importanti ripercussioni in pedagogia, nel problem solving aziendale, in psicologia, nelle scienze sociali e nella riabilitazione dalle malattie del sistema nervoso.
La teoria darwiniana dell'evoluzione - una delle intuizioni più rivoluzionarie nella storia dell'uomo - anche se per molti rimane chiusa nei laboratori e negli articoli scientifici, difficile ed esoterica, è presente in tutto il pianeta, addirittura nell'intero universo. Con essa possiamo interpretare quello che vediamo attorno a noi, e usarla come strumento: Per salvare vite e disegnare automobili, progettare antenne, programmare i tragitti dei pullman e leggere i grandi romanzi della letteratura. Si trova nei computer, nei robot, nelle sale operatorie, alla NASA e nei parchi nazionali. Da brillante impianto concettuale che spiega la natura del vivente, la teoria dell'evoluzione sta insomma diventando un efficacissimo mezzo per cambiare il mondo. In meglio.
Satelliti, rivelatori di onde gravitazionali, telescopi a raggi x e supercalcolatori ci forniscono continuamente dati sulla natura dell'universo, sulla sua età, la sua composizione e, soprattutto, il suo futuro e la sua fine. "Mondi paralleli" indaga a sua volta i misteri del cosmo in un viaggio che, partendo dal Big Bang e passando per le teorie che postulano l'esistenza di universi paralleli al nostro, giunge fino al Big Freeze, il grande gelo che immergerà ogni cosa nel freddo e nell'oscurità totali. Ma sarà davvero la fine di tutto? Oppure, tra miliardi di anni, una civiltà avanzata sarà in grado di sfruttare le leggi della fisica per dirigersi verso un universo più ospitale, o magari per tornare indietro nel tempo, in un'era in cui sia possibile ricominciare?