Quando venne nominato corrispondente dall'Africa per il Daily Telegraph, Tim Butcher lesse il maggior numero di libri e articoli sull'argomento. L'unica costante che trovò nella tormentata storia di un continente dimenticato dalla crudeltà dei colonialisti belgi fino agli eccessi apocalittici di politici senza scrupoli -, di cui il Congo è l'emblema, fu il pesante fardello di sofferenza umana inflitto a generazioni di africani che sembrano condannati a vivere in un paese in cui le normali regole di sviluppo e progresso non sono ammesse. Ma ciò che fece crescere l'interesse di Tim per il Congo fu la scoperta che un altro reporter, Henry Morton Stanley, era stato inviato in Africa dal Telegraph più di un secolo prima. Per di più sua madre da bambino gli aveva raccontato di un viaggio che lei aveva fatto negli anni Cinquanta sul fiume Congo con un'amica. Per Tim il Congo diventa il totem che simboleggia l'Africa come continente mancato. In breve decide che la sua missione è partire sulle orme di Stanley per ripercorrere la rotta originale dell'esploratore, ma da solo. Zaino in spalla e poche migliaia di dollari nascosti negli stivali, dopo aver a lungo studiato le mappe dell'epoca coloniale e aver preso contatti con vari leader ribelli, Tim parte per il suo viaggio. Per tanti si tratta di un'avventura folle e suicida, ma Tim dentro di sé sa che per disfarsi del suo sguardo di sufficienza sull'Africa moderna e comprenderla correttamente, deve recarsi proprio lì dove tutto era cominciato.
Nel 1832, all'età di ventidue anni, un giovane laureato di Cambridue, Charles Darwin (1809-1882), deciso a infrangere le tradizioni familiari che lo volevano medico o ecclesiastico, partecipa e vince il concorso per la posizione di naturalista sul Beagle, un brigantino della Royal Navy che avrebbe compiuto un lungo viaggio intorno al mondo con lo scopo di eseguire ricerche scientifiche. Dalle Canarie al Brasile, dalla Terra del Fuoco fino all'Australia passando da Capo Verde, le isole Falkland e soprattutto la Galápagos, Darwin si dedicò a raccogliere e riordinare materiale di natura biologica e geologica. Tornò cinque anni dopo carico di piante e animali ancora sconosciuti, con i quaderni pieni di appunti per quella che sarà la sua opera più importante. L'origine delle specie, pubblicata nel 1859, e destinata a scuotere le fondamenta del sapere e in particolare le teorie creazioniste fino ad allora imperanti. Irving Stone ripercorre tutte le tappe di questo affascinante itinerario, geografico e spirituale al tempo stesso, in un'attenta biografia che diventa un romanzo appassionante.
Il volume è la raccolta completa dei racconti di Angela Carter (1940-1992), giornalista, professore universitario oltre che scrittrice, vincitrice di numerosi premi tra cui il prestigioso Somerset Maugham Award. Disposti in ordine cronologico, i racconti rispecchiano i temi cari all'autrice inglese: dalla passione per il jazz alle atmosfere gotiche piene di vampiri e licantropi. Tra i testi particolarmente interessanti si segnalano le rivisitazioni delle fiabe in chiave erotica e femminista. Con una prefazione di Salman Rushdie.
Un nome è sulla bocca di tutti: Sophie, in arte Fevvers, è la Donna Alata. È il 1899 e in un camerino della Alhambra Music Hall di Londra un giovanotto californiano, Jack Walser, è venuto a intervistarla. E Fevvers gli racconta come è nata una stella: abbandonata in un cesto davanti a un bordello, viene allevata da Lizzie, una delle ragazze. Le singolari protuberanze che ha sulla schiena (sono forse ali?) la destinano ben presto a fare il quadro vivente ma la vita le riserva molte sorprese e avventure. L'attendono il trapezio e la gloria, Parigi, Berlino, Londra e Mosca. Finzione o realtà? Il giornalista passa dallo scetticismo al coinvolgimento totale e si ritrova a Mosca come clown del circo.