Il volume presenta il pensiero dei tre grandi della psicologia della mente e dello sviluppo: Vygotskij, Piaget e Bruner. Di ciascun autore vengono delineati il quadro di riferimento culturale, la teoria della vita mentale e i metodi di indagine utilizzati. Si tratta di teorie che delineano quadri affascinanti della cognizione individuale, dello sviluppo mentale e del rapporto tra mente e cultura. Il volume espone inoltre i termini del dialogo che tra i tre autori, idealmente o realmente, si è intrecciato o si intreccia ancora oggi.
Gli autori mettono in evidenza che si possono curare le relazioni con le relazioni nell'idea che il rapporto di coppia sia uno dei potenti organizzatori (o disorganizzatori) degli affetti nella vita delle persone e delle funzioni legate alla genitorialità. L'ambito è quello della psicoanalisi con particolare riferimento sia alle più recenti teorie sulle relazioni oggettuali, sia alla teoria degli "affetti" che rappresenta un ponte tra psicoanalisi e psicopatologia dello sviluppo.
Il testo offre un'esposizione della nuova teoria della conoscenza che va sotto il nome di "costruttivismo radicale". Alcuni fra i massimi esponenti di questo approccio ne illustrano le possibilità applicative nel settore specifico della psicoterapia.
Che cosa mostra veramente la televisione? Quali sono le regole di un talkshow e qual è il potere del suo conduttore? Può esistere una tv di qualità o il piccolo schermo appiattisce tutto? Alcune "guide eccellenti" da Jader Jacobelli a Gigi Proietti, da Maurizio Costanzo a Gianni Boncompagni raccontano la grammatica della televisione, la sua capacità di sedurre e di annoiare, di svelare la realtà e di mascherarla, di stimolare e di istupidire.
Sul finire dell'800 sir William Crookes, inventore del tubo catodico, era convinto che attraverso tale strumento ci sarebbero pervenute le immagini "dei nostri cari trapassati". Poteva sembrare follia, ma c'era del metodo: il perfezionamento dell'invenzione di Crookes oggi può davvero farci pervenire lo spettro di chi non è più. Non c'è da stupirsi troppo: il mezzo televisivo si beffa della realtà materiale, dei vincoli dello spazio e del tempo, di qualsiasi connotazione geografica e territoriale. E' forse l'esempio più sbalorditivo della "delocalizzazione" operata dalle tecnologie della comunicazione. Il mondo è dunque diventato il villaggio globale in cui ognuno è in contatto con ciascun altro? Sì e no contemporaneamente, risponde Derrida.
Gli scritti raccolti in questo volume sono in gran parte destinati a un pubblico non strettamente specialistico (medici, assistenti sociali, operatori dei servizi pubblici), cioè a quanti hanno poca familiarità con i temi e i termini della psicologia dinamica. Chi invece già conosce il pensiero del grande psicoanalista, ne ritrova qui lo stile e la profondità, applicata a campi altrove meno esplorati, come le patologie psicosomatiche dell'infanzia e i problemi relativi all'adozione e all'affido familiare, oltre che a temi spacialistici come l'autismo e la schizofrenia infantile.