Stephanie e John Cacioppo ipotizzano che il cervello sia il nostro principale organo sociale. Mostrano che la stessa relazione oggettiva può essere percepita come amichevole o minacciosa a seconda degli stati mentali degli individui coinvolti nell'interazione. Presentano esercizi e risultati basati sull'evidenza che i lettori possono mettere in pratica per comprendere meglio le radici neurali del cervello sociale e le implicazioni che un cervello sociale disfunzionale comporta per le capacità cognitive e per la salute. Le caratteristiche distintive del libro includono l'integrazione di studi sull'uomo e sugli animali, casi clinici ricavati dalla medicina, analisi multilivello di argomenti che spaziano dai geni alla società. Svelando nuove sfaccettature della ricerca sull'anatomia e sulla funzione del cervello sociale, il volume, vincitore del PROSE Award in Psychology and Applied Social Work (Association of American Publishers), amplia la visione scientifica sull'interazione umana nella società.
Istruzione, commercio, industria, viaggi, divertimento, sanità, politica, relazioni sociali, in breve la vita stessa sta diventando inconcepibile senza le tecnologie, i servizi, i prodotti digitali. Questa trasformazione epocale implica dubbi e preoccupazioni, ma anche straordinarie opportunità. Proprio perché la rivoluzione digitale è iniziata da poco abbiamo la possibilità di modellarla in senso positivo, a vantaggio dell'umanità e del pianeta. Ma a condizione di capire meglio di cosa stiamo parlando. È cruciale comprendere le trasformazioni tecnologiche in atto e uno dei passaggi oggi fondamentali è quello dell'intelligenza artificiale, della sua natura e delle sue sfide etiche, che Luciano Floridi affronta in questo libro, offrendo il suo contributo di idee a un quanto mai necessario sforzo collettivo di intelligenza.
Il premio Nobel Eric Kandel usa le sue doti di divulgatore per portarci nella Vienna del Novecento, dove le figure più eminenti della scienza e dell'arte diedero l'avvio a una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il modo di considerare la mente umana. Nei salotti viennesi dell'epoca si discutevano idee che avrebbero segnato una svolta nella psicologia, nella neurobiologia, nella letteratura e nell'arte. Tali idee portarono a progressi che esercitano ancora oggi la loro influenza. Sigmund Freud sconvolse il mondo mostrando come l'aggressività e i desideri erotici inconsci si esprimano simbolicamente nei sogni e nel comportamento. Arthur Schnitzler rivelò la sessualità inconscia delle donne con l'innovativo ricorso al monologo interiore. Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Egon Schiele diedero vita a opere di grande evocatività che esprimevano il piacere, il desiderio, l'angoscia e la paura. "L'età dell'inconscio" aiuta a capire i meccanismi cerebrali che rendono possibile la creatività nell'arte e nella scienza, aprendo una nuova dimensione nella storia intellettuale.
I test psicodiagnostici costituiscono uno strumento decisivo per assicurare maggiore obiettività alle risposte che i professionisti della salute mentale devono fornire ai quesiti posti dalle diverse figure giuridiche che necessitano di perizie. Questo manuale risponde all'esigenza di dotare lo psicologo di un agile e aggiornato strumento per orientarsi nelle diverse tipologie di test utili al momento della perizia in tribunale. Il cuore dell'opera si sviluppa attorno ai test di personalità frequentemente utilizzati in tribunale come i cosiddetti Self-attribution. Sono poi presentati gli strumenti per la valutazione genitoriale al centro di perizie in casi di affidamento dei minori, e i test utilizzati in cause di divorzio e nelle consulenze sull’abuso e il maltrattamento, con particolare riferimento al TAT.
I compiti a casa costituiscono una vera e propria routine della vita familiare. Attività che connette il mondo della casa con il mondo della scuola, "fare i compiti" richiede a genitori e figli un notevole investimento di tempo e di altre risorse: con i compiti, le forme del parlare e del pensare tipiche della scuola entrano nel mondo domestico attivando interazioni, cognizioni, emozioni, memorie, comportamenti di ruolo e aspettative. È proprio questo intreccio densissimo di voci, culture e forme d'interazione che ha reso i compiti a casa un tema particolarmente divisivo nel dibattito pedagogico contemporaneo. Grazie alle famiglie che hanno consentito alle ricercatrici di condividere parte del loro quotidiano domestico, questo volume riporta e analizza le interazioni tra genitori e figli durante lo svolgimento dei compiti. Il volume si rivolge in primo luogo a insegnanti e genitori perché possano osservare e ripensare questa attività quotidiana, cogliendone la densità educativa oltre ciò che appare ovvio e dato per scontato.
Il disturbo da stress post-trumatico (PTSD) è una condizione patologica grave e talvolta debilitante. Tuttavia, solo una persona su dieci esposta a eventi traumatici significativi sviluppa il PTSD. Fin dall'inclusione nel DSM nel 1980, la definizione di PTSD è stata controversa. Le modifiche apportate hanno gradualmente ampliato i criteri diagnostici, che ora includono anche esperienze non legate direttamente a un trauma. Accade, di conseguenza, che il PTSD venga sovradiagnosticato: i clinici possono essere tentati di cogliere gli eventi traumatici nell'anamnesi di un paziente per spiegarne i differenti disturbi. Il testo analizza il tema spesso controverso del trauma, in particolare l'eccesso di diagnosi di PTSD. "Trauma" è diventato un termine generico per molti tipi di esperienze negative, mentre in realtà le persone sono molto resilienti agli eventi traumatici. È necessario considerare il PTSD attraverso una lente multidimensionale all'interno di un più ampio contesto biopsicosociale.
Il volume fornisce gli strumenti utili ai negoziatori o ai soggetti coinvolti in dispute per giungere a soluzioni soddisfacenti. Dopo aver proposto i concetti necessari per delineare le arene negoziali, si discute il ruolo delle differenze individuali, di genere e di stile caratterizzanti i partner al tavolo negoziale. Vengono analizzate le strategie comunicative per promuovere risposte emotive conciliative e per esplorare nuove soluzioni. Sono anche messe a fuoco le trappole cognitive e proposti suggerimenti per limitarne gli effetti e si evidenzia come nelle negoziazioni in arene internazionali sia importante cogliere gli schemi culturali dei partner. Infine, un aiuto alla negoziazione è offerto da una originale e innovativa applicazione della "teoria del nudge".
"Errare humanum est, perseverare autem insanum". L'aforisma coglie un problema di molti disturbi mentali: il cosiddetto paradosso nevrotico. Vale a dire la persistenza di linee di condotta e modi di pensare disfunzionali che per il paziente sarebbe possibile modificare e che, a volte, lui stesso vorrebbe cambiare. Perché, per esempio, un paziente con un disturbo evitante di personalità continua a pensare che sarà umiliato ed escluso, nonostante ciò implichi per lui sofferenze e privazioni e anche se le informazioni di cui dispone consentirebbero un cambiamento? La risposta si fonda sul principio che i processi cognitivi sono orientati in modo da ridurre il rischio degli errori soggettivamente più difficili da accettare. Il paziente evitante considera l'essere escluso non solo doloroso ma inaccettabile, qualcosa che "non deve accadere". Di conseguenza tende a elaborare le informazioni in modo da confermare le sue aspettative negative, evitando così di commettere l'errore di sottovalutare ciò che teme. La soluzione del paradosso e quindi il cambiamento passano attraverso l'accettazione della minaccia e dei rischi a essa connessi.
Avete mai notato che quello che vi entusiasma il lunedì, il venerdì vi sembra noioso? Relazioni, lavori, persino i capolavori dell'arte dopo un po' perdono il loro fascino. A un certo punto, non facciamo più caso a ciò che c'è di buono nelle nostre vite, e non notiamo più nemmeno ciò che non va. Ci abituiamo all'aria inquinata, tolleriamo relazioni tossiche, giustifichiamo qualsiasi deriva autoritaria e corriamo rischi inutili. Ma è possibile iniziare a vedere tutto in modo nuovo? Tornare ad apprezzare ciò che funziona e provare a cambiare quello che invece non ci rende felici? In questo studio rivoluzionario, frutto di una ricerca decennale in psicologia e biologia, i due autori ci mostrano che cambiare anche per poco l'ambiente in cui viviamo e le persone che frequentiamo è la strada per riconoscere e apprezzare il bene in modo più consapevole.
Il testo offre una panoramica aggiornata sulla teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali e ne descrive l'applicazione nella psicoterapia focalizzata sul transfert (TFP), un approccio terapeutico derivato dalla psicoanalisi e a essa correlato. Basato su un gran numero di studi empirici, il volume amplia l'ambito di applicazione della TFP, illustrandone la pratica nei disturbi di personalità gravi, nei disturbi della sessualità e delle relazioni amorose delle personalità narcisistiche, nel trattamento ospedaliero e nei contesti di gruppo. Vengono anche prese in esame le implicazioni dei recenti progressi in ambito neurobiologico per la teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali. I lettori potranno beneficiare di una riflessione sulla pratica clinica della TFP, con capitoli che trattano la supervisione psicoanalitica, le sfide per il futuro della psicoanalisi e le innovazioni che possono servire a rafforzarne il ruolo come approccio terapeutico nell'ambito delle scienze della salute mentale.
Con il rapido aumento delle aspettative di vita, la quantità di persone che vivono abbastanza a lungo da essere affette da Alzheimer e da altre forme di demenza è cresciuta in maniera significativa. Questo comporta che un numero sempre maggiore di figli adulti si occupi di genitori che stanno perdendo la memoria e la capacità di rapportarsi con il mondo. Questo libro si concentra sulla dimensione onnipervasiva della malattia nelle persone che cercano di gestire un parente affetto da demenza. È stato concepito per aiutare ad affrontare la nuova situazione in cui si trova la famiglia, con l'obiettivo di riconsiderare il ruolo di chi si prende cura, in modo da ridurre lo stress e fornire un aiuto migliore al paziente, cercando al tempo stesso di non compromettere la qualità della vita di tutto il nucleo familiare. Con competenza e precisione gli autori hanno scritto un libro utile sia ai familiari e ai caregiver di persone con demenza sia agli operatori specialisti del settore.
Una domanda anima da sempre gli studi di LeDoux: come il senso di identità scaturisce dai neuroni, pur mutando di continuo il mondo circostante e i circuiti neuronali? Gli studi sui pazienti dal cervello diviso, svolti a metà degli anni Settanta, lo avevano indotto a pensare che l'io non fosse un'entità fissa ma una "narrazione" che intessiamo per dare un senso al mondo. Da allora, ne ha cercato le conferme nel cervello, studiando le emozioni e la memoria. Lo ha fatto anche ricostruendo, in Lunga storia di noi stessi, i quattro miliardi di anni di evoluzione dei viventi, per capire "come eravamo". E da qui questo libro riparte per spiegare "come siamo" noi umani: un intreccio inestricabile di quattro mondi (biologico, neurobiologico, cognitivo e cosciente) dalla cui continua interazione scaturisce la nostra coscienza, unica tra i viventi per la sua capacità di sperimentare noi stessi come un passato, un presente e un futuro; una capacità in virtù della quale costruiamo una narrazione della nostra vita, "una vita che imita l'arte", per dirla con Oscar Wilde.