Commenti al Vangelo della domenica affidati ad uomini e donne, credenti, non credenti oppure cristiani non cattolici, laici o preti o religiosi che per scelta, per condizione o per decreto si trovano a vivere la condizione di credenti "sulla strada" fuori da ogni protezione o benedizione del potere ecclesiastico. Riflessioni, non "prediche", poco clericali, quindi; ma forse proprio per questo profondamente evangeliche, condotte da persone che hanno accolto l'invito di lasciarsi provocare dal dirompente messaggio di Gesù. Ad alternarsi sulle pagine di questo libro, nato da una rubrica che Adista, storica agenzia progressista di informazione politico-religiosa, ha inaugurato nel 1998, un eterogeneo e autorevole gruppo di "omileti", significativo anche e soprattutto per un pubblico di lettori laici, poco addentro alle questioni del tempio, ma forse curiosi di leggere un commento al Vangelo sottratto al genere predicatorio, svestito del rassicurante ed asettico stile del linguaggio ecclesialese, che cerca di far risuonare la grazia dell'inquietudine, della domanda, dell'attesa, che evita vapori spiritualistici e languori buonisti, che tenta di "affliggere i consolati" (come si proponeva Don Tonino Bello) e di convertire i buoni.
Una galleria di brevi ritratti, biografie rigorosamente "non autorizzate", che tentano di ricostruire vicende e percorsi di una serie di esponenti della gerarchia cattolica alla ribalta delle cronache ecclesiali e politiche degli ultimi 25 anni, in Italia e non solo: "Il ventennio" della Chiesa cattolica di Wojtyla, Ratzinger, Ruini e molti altri emerge così come dai tasselli di un puzzle, attraverso contributi che mettono a fuoco la lunga marcia (indietro) che ha portato la Chiesa cattolica uscita dal Concilio Vaticano II verso l'attuale stagione di intransigente confl itto con la modernità. Un libro che nasce non dall'intento di fornire una complessiva ricostruzione storico-critica delle vicende che hanno riguardato la Chiesa recente; piuttosto, dalla sfida di rendere in maniera vivida l'unità del disegno restauratore perseguito dalla gerarchia ecclesiastica facendola affiorare dalla pluralità delle voci, dei percorsi, delle opere e delle omissioni, dei fatti e dei misfatti degli "uomini chiave" del pontificato wojtyliano e di quello ratzingeriano.
"Psicoanalisi del Cristianesimo" propone un'ipotesi interpretativa relativa ad un fenomeno millenario qual è il Cristianesimo che, oltre a marcare la cosmovisione e la prassi dell'Occidente, coinvolge direttamente un terzo della popolazione mondiale. Numerosi sono gli studi che evidenziano gli aspetti religiosi, storici, politici, sociali ed artistici del Cristianesimo, mentre sono pressoché assenti quelli che ne esplorano le dinamiche "inconsce". Il quesito cui la presente ricerca tenta di dare una risposta può essere così riassunto: qual è la dinamica impercettibile e non riconosciuta che attraversa il Cristianesimo, da Gesù di Nazareth fino ai giorni nostri e che penetra inconsciamente non solo nelle Chiese ma anche nella civiltà occidentale? Quale impatto hanno nel Cristianesimo le prime testimonianze dei Discepoli (Vangeli), l'incontro con il pensiero unico imperiale (Costantino), l'elaborazione della colpa e la risposta persecutoria (Agostino), nella strutturazione dicotomica delle Chiese, persino nel rito fondamentale dell'Eucaristia? È ragionevole l'ipotesi che il Cristianesimo, al di là di innegabili meriti e valori, sia segnato da un "disordine narcisistico"?