Il 25 maggio 1944, 800 uomini appartenenti al 500º battaglione paracadutisti SS furono lanciati su Drvar, una città oltre le linee nemiche nella Bosnia nord-occidentale. L'obiettivo dell'operazione, detta in codice Rösselsprung ("mossa del cavaliere"), era quello di catturare vivo o morto il maresciallo Tito nel suo rifugio sulle montagne, con un audace assalto condotto per mezzo di alianti che avrebbero sbarcato nell'area una forza di paracadutisti, il cui compito sarebbe stato resistere fino all'arrivo, il giorno seguente, delle forze di terra per completare la missione. Ma Tito riuscì a fuggire dal suo nascondiglio, mentre i paracadutisti subivano il violento contrattacco dei partigiani. Completo di rare fotografie, mappe e illustrazioni originali, il libro racconta la storia dell'incursione e analizza gli errori tattici e informativi che determinarono l'insuccesso dei paracadutisti.
Nelle primissime ore del 6 giugno 1944, ebbe inizio un'operazione militare che sarebbe diventata una delle più leggendarie incursioni compiute da un reparto speciale nella Seconda guerra mondiale. La missione, che ebbe come teatro un tratto di costa della Normandia presso il promontorio di Pointe du Hoc, fu assegnata al 2° battaglione Ranger dell'esercito statunitense agli ordini del tenente colonnello James E. Rudder; compito di questi uomini era scalare la scogliera in cima alla quale si trovava il temuto caposaldo tedesco, che con le postazioni di artiglieria costituiva una seria minaccia per gli sbarchi anfibi del D-Day nei settori denominati Omaha e Utah, assaltarlo e distruggerne i cannoni. I servizi di intelligence non avevano valutato correttamente la situazione. Una volta risalita la parete rocciosa sotto la tempesta di fuoco scatenata dai difensori germanici, i Ranger scoprirono che i pezzi non si trovavano nel sito. Grazie alle loro eroiche azioni, i soldati scelti americani alla fine localizzarono e annientarono i cannoni già puntati su Utah.
Il carro pesante tedesco Tiger fu una potente macchina in grado di dominare i campi di battaglia d'Europa. Fra i più temuti sistemi d'arma della Seconda guerra mondiale, si guadagnò fama di invincibilità che venne incrinata soltanto con l'entrata in servizio dello Sherman Firefly ("lucciola") nell'estate del 1944. Progettato dai britannici proprio per opporsi al Tiger, il tank alleato era basato sull'M4A4 Sherman statunitense, ma equipaggiato con un potente cannone da 17 libbre (76,2 mm) che lo trasformò in un mezzo letale. Il libro descrive la progettazione e lo sviluppo di questi due antagonisti, ne analizza punti di forza e debolezze, ne valuta armamento e addestramento degli equipaggi. Le illustrazioni con vista "dal mirino" portano il lettore "dentro" al veicolo corazzato durante una famosa battaglia che gli anglo-americani vinsero grazie alla loro superiorità numerica, tattica e ingegneristica.
Raccontare un decennio della storia di Gorizia non è cosa facile, quando gli anni in questione siano quelli tormentati della guerra e dell'immediato dopoguerra. La disponibilità dell'archivio storico fotografico Edvigio e Arduino Altran permette di farlo con una impostazione che privilegia la valorizzazione delle immagini, ponendo il lettore di questo libro nella condizione di osservatore e testimone degli eventi, quasi aprisse la propria finestra di casa sulla storia: la storia di una piccola città improvvisamente protagonista di un periodo tragico, che riportava il suo nome, già noto a livello internazionale alla generazione precedente per la sua vicenda nella Prima guerra mondiale, sulle pagine dei giornali e nelle stanze degli incontri ad alto livello che dovevano decidere gli assetti politici e territoriali del futuro. Il volume, oltre agli scritti dell'autrice Antonella Gallarotti e di Roberto Covaz, raccoglie 230 fotografie in bianco e nero dello Studio Altran di Gorizia riferite al decennio in oggetto.