Rivista del Dipartimento di Scienze Storiche, Linguistiche e Antropologiche dell'Universita' degli Studi della Basilicata. In questo secondo numero si propongono saggi, riflessioni e materiali documentari.
La vera storia del cosiddetto Papiro di Artemidoro: con un rigoroso commento filologico Luciano Canfora esplicita la sua posizione sul papiro della discordia", oggetto di un acceso dibattito approdato sulle pagine culturali della stampa italiana e straniera. "
Quello del regista - prima di essere un'arte - è forse solo un nuovo mestiere, articolazione dell'industria dello spettacolo in via di formazione nel corso dell'Ottocento, soprattutto a Parigi, capitale europea del teatro? Il convegno sulla regia del 2006 - organizzato dal Dams dell'Università di Torino -, di cui questo volume propone gli atti, ha voluto indagare, in un'ampia prospettiva internazionale e tenendo presente una molteplicità d'inedite articolazioni storiografiche, di approcci di studi e di metodologie operative, la complessità di un fenomeno che, sempre più, si avverte capitale non solo per la definizione di settoriali categorie della scena novecentesca, ma anche per la genesi dello spettacolo moderno nella sua generalità. Interventi di: Giovanna Zanlonghi, Cristina Grazioli, Elena Randi, Franco Perrelli, Jean Chothia, Claudio Longhi, Paolo Gallarati, Armando Petrini, Roberta Gandolfi, Franco Ruffini, Mirella Schino, Bent Holm, Sven Heed, Jorge Silva Melo.
Una proposta storiografica esauriente, dai primi del '900 a oggi, sulla produzione del film etnografico in Italia.
La storia di un costruttore di zampogne, suonatore di musica tradizionale, animatore politico raccontata da lui stesso. Un caso di autorappresentazione e di storia di vita", nel solco della piu' aggiornata ricerca folklorica. "
Un percorso di letture poetiche (da San Francesco, Dante, Petrarca, passando per Leopardi, Pascoli, Ungaretti, Montale, fino a Baudelaire, Rimbaud, Eliot, Luzi). Con un'intervista dell'autore a Roberto Benigni su Dante.
Il romanzo greco di Calliroe, opera di Caritone di Afrodisia, suscitò nella prima metà del Settecento grande interesse tra gli studiosi e qualche polemica. Tra i tentativi di pubblicare un'edizione con traduzione di questo testo, è noto quello intrapreso, e poi abbandonato, dall'erudito toscano Giovanni Lami (1697-1770) del quale si conosceva finora la sola traduzione latina incompleta. Riemerge ora, a distanza di oltre due secoli e mezzo, un ampio frammento della traduzione italiana. Questa versione si conserva autografa nella Biblioteca Estense Universitaria di Modena insieme ad un inedito commento dello stesso Lami al romanzo greco di Senofonte Efesio.