La Bibbia come ci presenta la Legge? Quali tratti di originalità propone, su quale fondamento si stabilisce, a che cosa mira, che funzione svolge rispetto alla giustizia? Sono solo alcune domande a cui si cerca di rispondere in queste pagine il cui intento è quello di offrire uno sguardo su come il popolo di Israele ha elaborato la complessa questione della Legge. A questo tema la Bibbia non dedica solo un’attenzione giuridica, ma la Legge è diventata – forse paradossalmente per il lettore moderno – anche motivo di gioia e occasione per esprimere un amore profondo. È una prospettiva che suona quasi una sfida a ripercorrere l’itinerario dell’uomo biblico fino alla contemplazione.
Destinatari
Tutti
Autore
Grazia PAPOLA è una suora Orsolina di San Carlo. Insegna Pentateuco e teologia biblica presso lo Studio teologico San Zeno e l’Istituto superiore di scienze religiose San Pietro martire di Verona. Ha pubblicato L’alleanza di Moab. Studio esegetico-teologico di Dt 28,69-30,20 (PIB 2008); Deuteronomio. Introduzione traduzione e commento (San Paolo 2011); Deuteronomio (EMP 2017).
Meditazioni sul libro dell'Esodo, proposte con sapienza e semplicità, per riscoprire e gustare quel dono della libertà che il Dio fedele e amorevole non smette mai di fare al suo popolo.
Antonio Nepi propone dapprina una lettura del testo biblico prestando attenzione alla trama del racconto, all'interazione dei personaggi e al vocabolario utilizzato; in seguito propone un'interpretazione e, infine, "un'applicazione" in cui la parola alimenti la fede del lettore, ne motivi la carità e ne rafforzi la speranza.
Il Libro dell'Esodo narra l'evento fondante della «storia» di Israele: la «mano» di Dio che libera il popolo ebraico schiavo dalla «mano» degli oppressori egiziani. Secondo la struttura propria della collana l'autore propone dapprima una lettura del testo biblico prestando attenzione alla trama del racconto, all'interazione dei personaggi e al vocabolario utilizzato; in seguito propone una interpretazione, un momento in cui i lettori sono chiamati a un atteggiamento di affinità e di distanza, diventando cioè contemporanei e familiari del testo senza dimenticare che esso è stato scritto in epoca, lingua e modalità che non sono le nostre; il terzo e ultimo momento è l'applicazione del testo a noi stessi prolungando nell'oggi i significati della Scrittura perché diventi Parola capace di alimentare la nostra fede, motivare la nostra carità e rafforzare la nostra speranza.