Il secondo volume di "Le religioni e il mondo moderno" indaga la "via alla modernità" che ha conosciuto l'ebraismo. E questo, sia dapprima come minoranza religiosa diasporica, ghettizzata e perseguitata, in un'Europa in via di modernizzazione che solo lentamente e drammaticamente doveva creare le condizioni perché gli ebrei europei potessero, a partire dall'emancipazione, reagire anch'essi a questa sfida, dando un loro contributo alla costruzione di una modernità aperta al pluralismo religioso; sia, come tragico effetto della Shoah e della nuova situazione che si è venuta a creare a partire dalla nascita dello Stato di Israele nel 1948.
Più ancora che una religione, l'ebraismo si presenta come un complesso di norme che regolano l'intera esistenza individuale e collettiva del popolo d'Israele. La sintesi di Norman Solomon tocca con chiarezza la peculiarità di questi aspetti: la vita spirituale e i riti (la preghiera, la meditazione, la Torah), la costituzione di una casa ebraica, il profetismo, il messianismo, la cabbala. Ma anche gli interrogativi che si pongono nella vita di tutti i giorni: come la "legge eterna" affronta questioni quali l'aborto, l'inseminazione artificiale o l'eutanasia. Una materia complessa, ricca di aspetti anche contraddittori, che l'autore riesce a esporre con chiarezza e vivacità, guidando il lettore nei meandri di una storia millenaria. Con nove illustrazioni e una bibliografia aggiornata che accompagna il lettore nella scelta dei testi di approfondimento.
Frode di imbroglioni, lo definì l'Ottocento positivista. Libro santo e antichissimo lo credono, ancora oggi, ebrei ortodossi di tutto il mondo. Generazioni di credenti lo hanno usato come un baluardo dell'identità ebraica, mentre per altri le sue descrizioni della divinità sono eresie, che hanno ben poco di giudaico. Ai cabbalisti cristiani, dal Rinascimento al tardo Romanticismo, "Il libro dello splendore" ha offerto materiale di propaganda missionaria, grazie alle profezie cristologiche che vi sarebbero adombrate. Se storici del pensiero e antropologi lo studiano come documento di una rarefatta fenomenologia religiosa, il lettore curioso può trovarvi una fonte quasi inesauribile di racconti e di scenografie cosmiche. Deposito di arcani, impervio nella lingua e oscuro nelle immagini, lo Zohar è uno dei testi piú criptici dell'intero misticismo ebraico. Strutturato come un commento alla Bibbia, in una cornice di pochi personaggi, che sospirano, piangono, inveiscono e vengono talora rapiti in cielo, contiene passi di intensissima forza contemplativa e associazioni simboliche sorprendentemente profonde.
La creazione, il rito, la tradizione, l'alfabeto come conoscenza mistica, l'alchimia delle lettere e il mistero dei numeri, il golem, il male e l'albero della vita: questa antologia è stata pensata per consentire al lettore di conoscere le testimonianze dirette di una delle tradizioni esoteriche di maggiore profondità simbolica. Accanto ai grandi classici si trovano alcuni scritti meno noti; le diciotto opere tradotte sono collegate tra loro da una comunanza di motivi e di rimandi interni, tanto da poter essere pensate come un curriculum di studi cabbalistici. Introduzione e appendice bibliografica di Giulio Busi. Completa l'edizione l'indice bibliografico, l'indice analitico e il glossario.
La concezione secondo la quale sarebbe possibile creare degli esseri viventi ricorrendo a pratiche magiche si trova nelle tradizioni di molti popoli. Molte popolazioni antiche conferivano il potere della parola a idoli e immagini. Greci e arabi associavano queste attività creative a speculazioni astrologiche consistenti nel captare la spiritualità delle stelle e a insufflarla nelle creature. Nel giudaismo, invece, lo sviluppo dell'idea di Golem è del tutto indipendente dall'astrologia; poggia su concezioni che hanno a che fare con il potere creativo del linguaggio e delle lettere: "la pratica della creazione del Golem costituisce un tentativo umano di conoscere Dio per tramite del mezzo che Dio mise in opera per creare l'uomo".
Poco prima di morire Gershom Scholem ampliò notevolemente il testo dei suoi ricordi di gioventù "Da Berlino a Gerusalemme". Mentre nella prima versione veniva descritto l'ambiente ebraico tedesco durante la Prima guerra mondiale, in questa edizione il centro della sua analisi si sposta maggiormente verso Gerusalemme, soprattutto con il progetto di una nuova vita culturale e sociale per lo Stato di Israele. È la storia di un itinerario intellettuale ricco di incontri con alcune figure chiave del periodo come Martin Buber, Franz Rosenzweig e Samuel Agnon che, nello stesso tempo, rivela il tentativo di definire una nuova identità ebraica, attraverso la difesa della lingua e le ricerche sulla mistica.
Giulio Busi, direttore dell'Istituto di giudaistica della Frei Universität di Berlino, offre in questo volume un'esplorazione al tempo stesso reale e utopica dell'ebraismo e racconta i luoghi della diaspora contemporanea. Dall'India agli Stati Uniti, passando per l'Europa e il Mediterraneo, egli fa una cronaca appassionata e insieme una lettura per vie traverse del fenomeno giudaico.
Chi sono gli Ebrei? Come si è sviluppato l'ebraismo? Quali movimenti e correnti ha generato? Più ancora che una religione, l'ebraismo si presenta come un complesso di norme che regolano l'intera esistenza individuale e collettiva di Israele. La sintesi di Salomon toca la peculiarità di questi aspetti: la vita spirituale e i riti (la preghiera, la meditazione, la Torah), la costruzione di una "casa" ebraica, il profetismo, il messianismo, la qabbalah. Completano il volume un'appendice sui "Principi della fede", secondo Maimonide, il manifesto dell'Ebraismo moderno secondo la conferenza di Filadelfia del 1869, e una bibliografia ragionata ed essenziale.
Che cosa significa essere ebrei? Mentre l'ombra del nazismo si allunga sulla Europa, il fondatore della psicoanalisi scrive il saggio su Mosé e il monoteismo per capire che cosa ha fatto degli ebrei quello che sono oggi. Questo libro, che nel 1992 ha vinto il National Jewish Book Award, interpreta il saggio su Mosé come una sorta di storia psicoanalitica degli ebrei, dell'ebraismo e della psicologia ebraica. Il saggio su Mosé ha sempre suscitato reazioni discordanti ed estreme: è stato attaccato da biblisti e antropologi, fino ad essere dipinto come un attacco malevolo alle stesse fondamenta dell'ebraismo. Ma quali erano i reali sentimenti di Freud per le proprie radici ebraiche?