Il volume anticipa il cinquecentenario della morte di Sandro Botticelli (Firenze, 1445-1510), che verrà celebrato nel 2010 con diversi eventi espositivi.
L'autrice - sovrintendente dei musei di Firenze e in particolare della galleria degli Uffizi, la più importante raccolta di opere di Botticelli al mondo - racconta nel saggio introduttivo il contesto storico, culturale e artistico della Firenze di Lorenzo il Magnifico.
Nell'opera, circa 75 opere del maestro fiorentino, provenienti dai musei italiani e del mondo. Ogni dipinto è corredato da una scheda esplicativa.
Ad impreziosire il volume sono i numerosi e spettacolari dettagli fotografici, che evidenziano le qualità pittoriche - in particolare i volti, i gesti, le vesti - di uno dei pittori più amati del mondo.
Il ciclo "MACROradici del contemporaneo", che inaugura con la mostra "Cesare Zavattini inedito", rappresenta un ulteriore segnale di vitalità e di attualità delle proposte del MACRO. L'idea è quella di presentare al grande pubblico alcune fondamentali figure della cultura e dell'arte attraverso le quali il legame tra la memoria, la contemporaneità e l'utopia venga felicemente disvelato al visitatore. Zavattini fu tra i pochi a transitare indenne dal neorealismo alla comedia, interpretando perfettamente le più evidenti attitudini italiane e, con esse, le sue contraddizioni. Per questo artista, il fare ed il sapere non erano mai separabili, il che si evince persino dai suoi disegni e dai suoi acquerelli, grazie ai quali riuscì a tessere trame di racconto, e cronache, e atmosfere che ancor oggi rimandano ai luoghi e all'identità di Roma. Catalogo della mostra (Roma, 13 ottobre 2009-10 gennaio 2010).
Lo stato dell'arte della legge Ronchey a 15 anni dalla sua formulazione. E tanti interrogativi. Uno tra tutti: come modernizzare la gestione dei Beni Culturali? "Punto e a capo" offre un quadro aggiornato sugli sviluppi della gestione e valorizzazione dei Beni Culturali, fornendo molti suggerimenti per superare l'impasse normativo-legislativa cui si è arrivati negli ultimi anni: una giungla di norme, certamente in misura superiore alle reali necessità. L'evoluzione del consumo culturale è alla base di una necessaria e urgente modernizzazione dell'offerta e dei servizi culturali. Il libro nasce dall'esigenza di affermare la necessità di una nuova stagione di avanguardia per i Beni Culturali del nostro paese, capace di elaborare modelli di gestione in grado di rispondere ad un mercato esigente, veloce ed effimero. Le utili voci di abbecedario per i musei forniscono un'efficace sintesi su singoli aspetti e problematiche quali la tutela, i servizi aggiuntivi, le concessioni, l'editoria, le mostre e molto altro.
Sin dagli albori della stagione figurativa le donne costituiscono una presenza continua nell'opera d'arte, che le ha rappresentate in una miriade di situazioni diverse. Il repertorio di figure e immagini muliebri è sterminato, così come infinite appaiono le declinazioni della femminilità. Obiettivo dell'opera non è tanto quello di raccogliere un catalogo di immagini di donne in diversi periodi storici, quanto di analizzare come l'opera d'arte abbia raffigurato il femminile e di come le donne si siano raprpesentate attraverso il linguaggio artistico.
In questo volume dedicato ai kilim, Taher Sabahi parte da un suggestivo ricordo personale che risale all'infanzia a Teheran, quando i venerdì di festa in gita con la famiglia, "sdraiati o seduti sui nostri due kilim, stesi sull'erba all'ombra dei gelsi, godevamo dell'aria meravigliosa che si respira alle pendici dei monti Alborz". Le più antiche testimonianze della tessitura kilim provengono dall'Anatolia, da dove la produzione si diffonde in tutto il Vicino e Medio Oriente, dall'Egitto all'Iran, in Asia Centrale, fino all'India e alla Cina. Diversamente dai tappeti annodati, i kilim sono tessuti piani e il loro minore spessore li destina a diverse funzioni: non solo complementi d'arredo come tappeti, ma anche divisori di dimore tribali, interni di tende, coperture, sacche da trasporto, tovaglie da mensa, gualdrappe e bande per fissare il carico sulle selle dei cavalli. Forse proprio questa destinazione più utilitaria ha fatto sì che fino a pochi anni fa i kilim non fossero particolarmente ricercati da collezionisti ed estimatori. Oggi, tuttavia, essi sono oggetto di studio, collezionismo e di un diffuso apprezzamento sia per le qualità artistiche, sia per il valore storico ed etnografico. L'autore raccoglie, organizzandole per aree di produzione, le testimonianze più significative di un'arte molto pregiata, risalendo dagli esemplari più antichi alla produzione attuale.
Il volume è il catalogo della mostra di Napoli (MADRE - Museo di Arte Contemporanea Donnaregina, 29 maggio - 12 ottobre 2009) dedicata a Francesco Clemente, a 10 anni dalla importante retrospettiva del Guggenheim di New York. Un ritorno dell'artista nella sua città natale e anche nel museo in cui ha lavorato per 4 mesi,nel 2005, ad un affresco, articolato in due sale, di proporzioni monumentali e a un pavimento in ceramica che ripercorre con la memoria dell'infanzia i luoghi e simboli antichi di Napoli. Otto sezioni e più di 100 opere, tra cui un gruppo di inediti, che descrivono il continuo "salpare" dell'artista dal suo luogo natale verso Roma, l'India, gli Stati Uniti per poi ritornare sempre "a casa". Una sezione speciale, creata in occasione della mostra, raccoglie 10 lavori nuovi e inediti datati 2009, che portano il titolo di "In meiner Heimat" . Heimat è un vocabolo tedesco che non ha un corrispettivo nella lingua italiana e indica il territorio in cui ci sente a casa propria perché vi si è nati, vi si è trascorsa l'infanzia, o vi si parla la lingua degli affetti. Raccolti nella sezione intitolata "Mappe", questo gruppo di lavori illustra i luoghi da cui Clemente parte e a cui fa continuo riferimento nel suo viaggio artistico. Sono esposti inoltre i disegni che l'artista ha realizzato per illustrare il racconto inedito di Salman Rushdie dal titolo "Nel Sud", che lo scrittore ha realizzato in occasione della mostra e che viene pubblicato in allegato al catalogo.
Il volume, dedicato al tema dell'abitare tra cielo e acqua, affronta diversi settori disciplinari: in primo luogo nautica e yacht design, ma anche interior design e arredamento nautico. Questa ricerca prende in considerazione il desiderio primario di abitare a contatto con l'acqua e osserva come la contemporaneità ne affronti le istanze sconfinando sempre più dalla nautica all'architettura, coinvolgendo non solo progettisti affermati nel settore nautico, ma anche i protagonisti della scena architettonica internazionale. L'approccio critico degli autori evidenzia i limiti della progettazione d'interni nautici se svincolati dalle competenze necessarie per rendere armonico il progetto interno ed esterno delle imbarcazioni, e pone in risalto la rivoluzione che negli ultimi anni sta investendo il settore nautico, impegnato nel rendere sempre più equilibrato il dialogo tra le parti. Il volume si compone di quattro sezioni: una ricognizione storica che esemplifica alcuni casi emblematici dell'iconografia navale, dell'architettura acquatica, dell'arredo nautico, un'analisi del panorama contemporaneo attraverso indagini sui principali temi e questioni progettuali nel settore dell'Interior Yacht Design; una selezione dei maggiori progetti di Interior Yacht Design e infine, una sezione tecnica di apparati dedicati ai materiali da costruzione e agli oggetti di design civile adatti alle esigenze nautiche, che offrano strumenti utili alla progettazione, ma anche alla comprensione del progetto.
Urbino non fu solo la città natale di Raffaello, ma determinò in modo significativo la sua formazione, restando per tutta la sua vita un punto di riferimento essenziale. Partendo da questo presupposto, la grande mostra di Palazzo Ducale a Urbino intende recuperare e valorizzare proprio questa stretta connessione tra Raffaello e la sua città natale. Esaminando il contesto urbinate, dalla fine degli anni Settanta a tutti gli anni Ottanta del Quattrocento, viene ricostruito l'ambito artistico-culturale in cui si formerà il giovane Raffaello e nel quale opera il padre, Giovanni Santi, pittore dei duchi e letterato, che è a capo di una ricca e fiorente bottega, oltre che autore della famosa Cronaca nella quale esprime importanti giudizi sui pittori a lui contemporanei. Una sezione della mostra è inoltre dedicata al rapporto dell'opera di Raffaello con la più importante produzione del ducato di Urbino, la maiolica, basata sulle immagini raffaellesche, di cui sono esposti esemplari antichi. Sarà visibile, per la prima volta, un pezzo mai esposto, derivato direttamente da un disegno originale e non da un'incisione di Raffaello, assieme a numerosi esempi fra i più preziosi di questa produzione.
De Chirico nel 1919 definì "Museo degli orrori" la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma. Dopo quasi un secolo la Gnam dedica al padre della Metafisica una mostra incentrata sui rapporti con l'istituzione "museo". I saggi, curati da Renato Barilli, Mario Ursino e Maria Vittoria Marini Clarelli, restituiscono uno sguardo aggiornato sull'interessante tematica.
In mostra, un consistente corpus di opere provenienti dalla galleria stessa e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, da sempre attenta alla valorizzazione e alla giusta comprensione dell'opera del maestro.
Il libro mostra un ciclo di affreschi rinascimentali difficilmente visibili nella realtà, poiché si trova nel palazzo Farnese di Roma, oggi sede dell'Ambasciata di Francia, chiuso al pubblico.
Silvia Ginzburg, indiscussa studiosa della galleria affrescata da Annibale Carracci, ha costruito una sorta di visita virtuale, in cui ogni porzione della volta è riprodotta attraverso avvicinamenti progressivi fino ai dettagli in primo piano. Tutte le tavole sono puntualmente commentate e analizzate nelle loro caratteristiche iconografiche, artistiche, tecniche.
Un'infografica semplice e immediata consente al lettore di sapere sempre dove si trova il dettaglio che sta osservando all'interno del ciclo.
La visione ravvicinata mette a fuoco particolari unici, talvolta addirittura inediti. Mai, infatti, nella realtà l'osservatore avrebbe la possibilità di confrontarsi con l'opera così da vicino.
Un aggiornato compendio di storia della fotografia, dalle prime sperimentazioni di Nièpce e Daguerre ai primi dell'Ottocento fino alle creazioni contemporanee di Martin Parr, Christian Boltanski e Andreas Gursky. Scorrono decine di immagini dei più grandi fotografi: dai maestri francesi del XIX secolo a Nadar, da Marey a Muybridge, da Alfred Stieglitz a Leni Riefensthal fino a Man Ray, Cartier-Bresson, Ellìot Erwitt, Bruce Nauman, Mapplethorpe, Cindy Sherman. I saggi offrono un taglio trasversale e innovativo, prestando attenzione anche alle dinamiche meno conosciute dell'arte della fotografia e alternandosi ad album iconografici su singoli temi.
Uno dei più autorevoli studiosi di pittura antica affronta in questo volume l'eccezionale ciclo di affreschi proveniente dalla villa scoperta nell'Ottocento nei giardini della Farnesina sul lungotevere a Roma. Gli affreschi e gli stucchi delle antiche stanze, ricostruite oggi all'interno del Museo Nazionale Romano, costituiscono la più vasta e meglio conservata testimonianza delle tendenze della pittura d'età augustea che s'impone nel panorama artistico antico per raffinatezza, varietà cromatica e di soggetti, come le grandi e fedeli riproduzioni nel volume permettono finalmente di apprezzare.