E sé il «problema» fosse lo stipendio? Non perché (troppo) basso, ma il concetto stesso di salario: ovvero il tempo trasformato in merce. Un altro lavoro è possibile. Noi non abbiamo bisogno di lavatrici, di automobili o di scuole: ma di lavarci i vestiti, di spostarci e di istruzione. Il lavoro ha per scopo produrre quel che ci serve per vivere: cibo, vestiti, casa, cultura. Ripartiamo da qui: un po' di tempo per fare ciò di cui abbiamo bisogno. Il resto, diamolo pure al mercato. Ma non ne saremo servi. Francesco Gesualdi, già alunno di don Milani e noto attivista, ci provoca ad un cambiamento. Di testa e di orologio.
Nella pianura emiliana un Comune con un'alta percentuale di stranieri si è guadagnato il titolo di "capitale dell'integrazione". Grazie a politiche nuove ha trasformato il "problema" dell'immigrazione in risorsa per la competitività del territorio.Uno degli spazi più cruciali è il mondo della scuola. Qui si gioca una delle sfide più avvincenti: saper accogliere l'esperienza del multilinguismo e della multiculturalità e avviarla sulla strada della cittadinanza.