Il lavoro di ricerca presentato in questo volume esamina le attività collaterali alla balneazione che avevano luogo presso i maggiori impianti termali urbani imperiali ? e di cui le fonti antiche lasciano soltanto indirettamente intuire lo svolgimento ? attraverso la ricostruzione della casistica, delle caratteristiche e degli spazi in cui avevano sede, in particolare presso il giardino e il recinto perimetrale. A questo fine, le Terme di Diocleziano vengono utilizzate come caso di studio non soltanto per il fatto di costituire il maggiore impianto termale romano, ma perché, collocandosi quasi al termine dell'esperienza costruttiva termale romana, rappresentano un punto di osservazione privilegiato per l'analisi di elaborazioni architettoniche, soluzioni tecniche e tecnologiche, e fenomeni culturali e sociali consolidati
La ricchezza archeologica dei Campi Flegrei si rivela nei secoli meno conosciuti e indagati, dopo la fine dell'Impero Romano. Il volume ha come oggetto la topografia tardoantica e medievale di Cuma, una città prestigiosa in età greca e romana, ridotta nell'acropoli-castrum durante la guerra greco-gotica, in lento e progressivo decadimento a causa delle lotte con i Longobardi e le scorrerie dei Saraceni, fino al definitivo abbandono all'inizio del XIII secolo. Tre edifici di culto (qui denominati Cuma I, la cattedrale dedicata a San Massimo, Cuma II e Cuma III) e due aree cimiteriali (Crypta e Antro della Sibilla) sono collocate nello stesso settore della città antica: l'acropoli e le sue pendici verso la città bassa. Le proposte di datazione e le ipotesi ricostruttive qui presentate sono il risultato di uno studio combinato tra evidenze monumentali ancora visibili, indagini di scavo del passato rimaste inedite e dati d'archivio.
Tra il I e il IV secolo le provincie dell'impero romano fabbricarono tipi differenti di contenitori adibiti al trasporto di derrate alimentari come vino, olio e salse di pesce. Questa eterogenea classe di materiali ceramici è oggi una delle principali fonti archeologiche utili per ricostruire i flussi commerciali che hanno caratterizzato il Mediterraneo in età imperiale. Il presente testo si inserisce nella tradizione delle guide ceramiche rivolte in particolare a chi vuole riconoscere e schedare i principali tipi di anfore in base all'area di provenienza, alla distribuzione, alla datazione al contenuto e alle caratteristiche degli impasti.