Venticinque nomi di donna. Venticinque storie. Rapidi “bozzetti” ognuno dei quali racconta di una donna, della sua vita, di esperienze particolari descritte soprattutto per le emozioni che lasciano intuire, senza mai svelare pienamente, in uno stile il più possibile asciutto, senza compiacimenti. Si presta a una lettura agile che lascia però tempo alla riflessione su temi di interesse comune al mondo femminile, e non solo.
Siamo alla fine del 1500. Il vescovo di Catania convoca don Filippo La Ferla in un giorno di pioggia e di freddo, era marzo e c'era vento. Il nobile prelato aveva deciso: lo avrebbe condannato a vivere su un'isola deserta. Forse a Salina. Sta per cancellare dalla faccia della terra conosciuta un diabolico prete. Là dove lo mando, che oserà ordire? Che potrà fare? Chi ascolterà la sua voce? Di lui nessuno saprà più nulla. In un anno senza data, sul finire del Cinquecento, disteso sulla schiena all'ombra di un canneto, il mare davanti, don Filippo La Ferla sonnecchia nell'ora della siesta, al tepore della primavera avanzata. Anche questa volta, il nostro caro prete ci coinvolgerà in una vicenda che non mancherà di stupirci.