È evidente che l’uomo ormai è una specie in via d’estinzione. Più del panda gigante. Più della tartaruga Caretta Caretta. Ma se il wwf non può nulla contro l’inevitabile evolversi della natura, Paul de Sury sì. Già da anni, la sopravvivenza del maschio è messa in pericolo da un diabolico complotto ordito a suo danno. Per fortuna, c’è Paul de Sury. Paul de Sury: colui che ha detto basta! Basta al plotone di maestrine che pretendono di insegnare agli uomini come stare al mondo, a tavola, in salotto e persino sotto le lenzuola. Basta alle regole di comportamento dettate da ridicoli bon ton che limitano e costringono le libertà virili. Ecco allora un testo pensato appositamente per tutti quegli uomini che, già stanchi di essere bacchettati, sono costretti a presenziare alle cene rinunciando magari alla tv per ascoltare la tristissima storia del gattino dell’amica di famiglia… Un controgalateo in difesa degli uomini (per ritrovare l’istinto animale) con i trucchi e le strategie per rispedire al mittente i consigli altrui senza finire necessariamente a dormire in macchina.
L'amicizia verso se stessi è egoismo? Le etiche moderne, unicamente rivolte al rapporto con gli altri, hanno rinunciato alla considerazione del rapporto con se stessi. Eppure proprio la sfrenata diffusione dell'egoismo mostra l'urgenza di una riflessione su un corretto rapporto con sé. Conoscere se stessi non è mai stato facile: Schmid parte dall'esperienza della paura, primo stimolo alla conoscenza di sé, per poi inoltrarsi nei molti paradossi dell'individuo moderno. In una sorta di rieducazione ai sentimenti, l'autore ci mostra che qualunque azione sul corpo agisce sull'anima. Recuperando la tradizione dell'ars vivendi, questo libro suggerisce un percorso tra le abitudini, le debolezze e i sentimenti degli esseri umani per giungere a una "ricerca del senso", oggi più che mai essenziale. Avete tra le mani un manuale della vita saggia scritto con leggerezza e agilità da un moderno Montaigne, un filosofo che non ha perso il desiderio di un'arte di vivere nell'epoca della tecnica. In queste pagine la riflessione viene ancorata al quotidiano, per una filosofia come "consulenza" sui temi più urgenti e concreti: la paura, la cura dell'anima e del corpo, il rapporto con la morte, la gioia della vita e l'amicizia quale sua più alta creazione.
Ricchissima è la letteratura sul rapporto madre-figlio. Molto più scarsa quella sulla relazione tra un padre e la sua prole. Elemento di spicco nell'organizzazione della famiglia e della società tradizionale, un padre oggi deve necessariamente ripensare il suo ruolo, a cavallo tra due opposti eccessi: essere assente o diventare un "mammo", un surrogato della presenza femminile. Ma quella della paternità è in realtà una questione complessa e sfaccettata, non riducibile a questi pochi cliché. Per questo Maurizio Quilici, giornalista che da anni si occupa dell'argomento e presidente dell'Istituto di Studi sulla Paternità, ha analizzato più di quattromila anni di storia alla ricerca dei diversi significati che la figura paterna ha assunto nel tempo: dalla mitologia greca al ruolo misterioso che ricopriva nella cultura etrusca, dalla centralità nell'antica Roma al modificarsi della sua funzione sociale col cristianesimo, dalla nuova educazione illuminista alla nascita della psicoanalisi e alla definizione del "complesso di Edipo", fino alla seconda metà del Novecento con le contestazioni giovanili, l'emancipazione femminile e la recente "rivoluzione paterna". Un viaggio nella tradizione culturale europea, raccontata dalla parte del capofamiglia: a volte affettuoso genitore, altre padre-padrone, complice o antagonista dell'altra metà del cielo. Ma sempre - per assenza o eccessiva presenza - una figura fondamentale con cui fare i conti.
Quaranta autori internazionali sostengono in questo libro tesi che il pubblico italiano non è abituato ad ascoltare. La psicoanalisi è una scienza? No, è una potente e seduttiva fabbrica di favole. La psicoanalisi guarisce? Quando lo fa è spesso per un effetto placebo, o per il buon rapporto che alcuni analisti riescono ad instaurare con alcuni pazienti, e nel caso di molte sindromi è in netto svantaggio rispetto ad altre forme di psicoterapia e alla terapia farmacologica.