San Filippo Neri e l'Oratorio di Napoli, un rapporto complicato e affascinante. Attraverso lo studio dei documenti originali e dei testi più significativi, questo libro racconta la nascita e la vita dell'Oratorio di Napoli, tracciando le fila ,di un'intricata vicenda che ha visto contrapporsi fin dall'inizio le idee del Santo fondatore e quelle dei suoi confratelli. La storia dell'Oratorio partenopeo, la diatriba sulla sua autonomia rispetto alla Casa di Roma, la ricerca di una regola di vita comune alle case filippine, sono le tappe di una vicenda che si è protratta fino alla soppressione degli ordini e delle corporazioni religiose operata dai Savoia nel 1866, e di cui rimangono ancora testimonianze come la chiesa barocca dei girolamini.
San Filippo Neri (Firenze 1515 - Roma 1595) prima di morire fece bruciare tutti i suoi scritti e di lui oggi possediamo solo poche lettere autografe, alcuni Detti raccolti dai suoi sodali, delle Giaculatorie date alle stampe e tre poesie, delle quali è persino incerta la paternità. Non abbiamo la possibilità, quindi, di confrontarci con scritti che ci aiutino a esprimere la sua esperienza mistica. Questo testo è un tentativo di analizzare la figura del Santo a partire dagli episodi mistici più significativi. Attraverso la ricerca nelle fonti, soprattutto i Processi di canonizzazione, si enuclea la fenomenologia dei classici episodi di natura mistica e si analizza la sua vita alla luce della novità apportata dalla sua spiritualità e delle influenze, poco conosciute, su tutti i riformatori del Cinquecento. Se da una parte vi è una difficoltà evidente a una comparazione del Neri con i mistici a lui contemporanei, data l'esiguità degli scritti da lui lasciati, d'altra parte Egli si situa in una posizione fondamentale e del tutto peculiare. Il presente studio si propone di far conoscere meglio questo grande uomo, santo, profeta della gioia cristiana, che tanto ha ancora da dire agli uomini del nostro tempo. Ma soprattutto il nostro intento è quello di porre il Neri alla pari dei grandi mistici della Riforma, e dare ragione della sua grandezza spirituale e mistica "che ebbe le sue più alte espressioni specialmente nella celebrazione della Messa" (Messale Romano).