L'Aquarius è la nave bianca e arancione con cui gli operatori di SOS Mediterranée e Medici senza frontiere soccorrono i migranti al largo della Libia: l'arancione è il colore dei giubbotti di salvataggio, è il colore di una speranza. Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso sono stati a bordo per tre settimane, raggiungendo il cuore del Mediterraneo. In quel tratto di mare dove barconi e gommoni stracolmi di uomini, donne e bambini disperati possono incontrare la salvezza. O la morte. Questa storia nasce dalle testimonianze raccolte da Marco e Lelio. Ci sono loro stessi, con i loro volti e le loro emozioni, ma soprattutto ci sono i viaggi di chi ha percorso il deserto in cerca di una vita migliore, le denunce di chi fuggiva dalla guerra ed è rimasto prigioniero in Libia, i racconti di chi ce l'ha fatta e i sorrisi di chi ha salvato loro la vita. "Salvezza" è un'opera di graphic journalism nata sul campo. Un duro, realistico e poetico promemoria. Ma soprattutto, di fronte alla peggiore strage del nostro tempo, è un invito a restare umani.
Quando era ancora un bambino, Daniel Pennac passava le vacanze a La Colle-sur-Loup, in Costa Azzurra. Sole, piante di fichi e un gran pergolato sotto il quale si gioca alla pétanque. Qui, con suo fratello Bernard, incontra per la prima volta Jean e Germaine: lui, alto e calvo, tipo airone; lei, magra, rosea e felice. Sempre di buon umore, due che intrigano per la loro gioia di vivere. Niente bambini, niente lavoro, Jean e Germaine vivono il loro amore senza intermediari, un amore sedentario, un amore esemplare. Come spiega nell'introduzione, Pennac si è chiesto a lungo come raccontare questa storia d'amore per la vita e per i libri, così meravigliosa da sembrare inventata. Dubitava che un romanzo o un film potessero restituire Jean e Germaine come erano veramente. E poi ha pensato a Florence Cestac e alla sua impareggiabile capacità di raffigurare le persone come sono nella vita. E si sono dati appuntamento in un caffè parigino...
"Sono esistiti nella storia del bar alcuni cani veramente leggendari. Grandi segugi, cercatori di tartufi, cani da guardia, cani da cieco, cani da salvataggio. Ma nessuno fu mai come Fen il Fenomeno. Giunse a Montelfo una notte, profugo da un paese lontano. Nessuno seppe mai come. Era stato abbandonato in mezzo alla piazza del mercato e si mise a ululare. Ma ululare è un termine riduttivo: lui cantava, anzi ulocantava. Ululava con melodiosa tristezza". Da una storia compresa fra le memorabili storie di "Pane e tempesta", Luca Ralli trae una buffa, tenera, immaginifica graphic novel.