Il Fedone è la storia di una morte, quella di Socrate e, allo stesso tempo, è il racconto di una nascita, quella della metafisica occidentale, che proprio nelle pagine di questo splendido dialogo vede la luce. Il racconto dell'ultima giornata di Socrate nel carcere di Atene diviene, per Platone, il luogo decisivo per tenere un altro discorso sulla morte: un discorso diverso da quelli della religione, dell'arte o della scienza, un discorso che non si limita ad inaugurare un modo nuovo di parlarne, ma si spinge fino ad intrecciare la morte e la filosofia in un abbraccio indissolubile.
Dopo il Fedone, la morte non potrà più essere, per il pensiero, qualcos'altro a cui pensare, un pensiero particolare, un determinato oggetto del pensiero. Dopo il Fedone, la morte si porrà, sin dall'inizio, insieme al pensiero. Dopo il Fedone non si cesserà di pensare alla morte che cessando di pensare.
Negli ultimi sette anni, Etgar Keret ha avuto molte ragioni per stare in pensiero. Suo figlio Lev è nato nel bel mezzo di un attentato terroristico a Tel Aviv. Suo padre si è ammalato. Tremende visioni del presidente iraniano Ahmadinejad che lancia invettive antisemite lo perseguitano. E Devora, l'implacabile venditrice di un call center, sembra determinata a seguirlo anche all'altro mondo. Con un'ironia fulminante e la sua speciale capacità di cogliere del buono dove meno te l'aspetti, Keret si muove con disinvoltura tra il personale e il politico, il faceto e il terribilmente serio, per raccontare i suoi ultimi sette anni a Tel Aviv: un condensato di vita, humour ed emozione.
A rincasare ubriachi nel cuore della notte si rischia di inciampare in qualsiasi cosa: un gradino, i lacci delle scarpe, uno stuoino fuori posto. Ma se ti chiami Giulia, sei una pubblicitaria di successo e per te l'infanzia è solo una nicchia di mercato, puoi anche inciampare in una camicia da notte con una bambina dentro: Rebecca, la figlia della nuova vicina. Allora, tra i fumi dell'alcol, puoi persino decidere di ospitarla per una notte sul tuo divano. Salvo poi rimanere invischiata in sessioni di fiabe da raccontarle ogni volta che la madre, misteriosamente, non c'è. Da Cenerentola a Pollicino, da Raperonzolo alla Sirenetta, purché siano sempre le versioni originali: quelle di Perrault, dei Grimm e di Andersen, dove i ranocchi si trasformano in principi soltanto se li lanci contro un muro, e non sono certo i baci a risvegliare le più belle del reame. Se invece ti chiami Rebecca e sei arrivata da poco in città, puoi provare a conquistare i compagni di classe con le "fiabe vere". Salvo poi imbatterti nelle temibili bimbe della Gilda del cerchietto, pronte a screditarti con le versioni edulcorate della Disney. E forse, nonostante i tuoi nove anni, cercherai di far capire a Giulia, la tua amica del pianerottolo, che, anche se i principi azzurri nella realtà non esistono, l'uomo giusto a volte è più vicino di quanto si pensi. Ciò che ancora non sai è che la verità costa cara. E non solo perché certe cose è meglio non raccontarle, specie quando ci sono di mezzo i segreti degli adulti.
La rivoluzione industriale ha dato luogo alla più rapida e ripida crescita (di popolazione, di reddito, di produttività) della storia. In due secoli ha cambiato il volto del pianeta e la vita degli uomini, portando ricchezza e nuove possibilità, ma anche sfruttamento, inquinamento, impoverimento e distruzione di molti stili di vita tradizionali. In questo libro, gli economisti del MIT Brynjolfsson e McAfee sostengono che è arrivato il momento per una nuova rivoluzione, che questa volta non meccanizzerà il lavoro manuale, ma quello mentale. Mentre le macchine che si guidano da sole di Google macinano migliaia di chilometri per le strade della California e in ogni tasca c'è quello che dieci anni fa sarebbe stato un supercomputer, si comincia a intravedere dove può portare la convergenza digitale di hardware sempre più veloci e meno costosi e software sempre più sofisticati e adattabili: a un mondo in cui, semplicemente, molti lavori di concetto non esisteranno più, perché saranno svolti dai computer; in cui avremo accesso a un'abbondanza mai vista prima di tecnologie che ci aiuteranno in ogni ambito della nostra vita; in cui molto del nostro modello economico, e modo di vivere, sarà antico, superato, distrutto. Lavorando a partire da decenni di ricerca originale, Brynjolfsson e McAfee mostrano come siamo ormai arrivati al punto di svolta, e soprattutto offrono molte idee per affrontare questo cambiamento epocale, senza rimanere schiacciati dalla sua velocità e ampiezza.
Ti proibisco di scrivere di me, intima Philip Roth. Per Livia Manera dovrebbe suonare come un divieto, ma è di fatto un'istigazione ad abbattere la barriera che divide l'intesa umana e l'invenzione letteraria, è uno stimolo ad attivare la memoria di sé e la memoria lasciata dalle tante letture e dalle parole chiave che hanno aperto la porta su un territorio in cui vita e letteratura si mescolano. Livia Manera racconta storie di incontri con i "suoi" scrittori americani, storie di complicità, amicizia, consuetudine, amore. Racconta la New York degli intellettuali che vi sono rimasti, la Parigi di quelli che se ne sono andati, i colori del Maine e il respiro del Midwest. Ci lascia intravedere isolate residenze di campagna, appartamenti impeccabili, strade di Manhattan imbiancate dalla neve, uffici spogli di celebri redazioni, case raffinatissime e monolocali desolati, stanze d'ospedale, caffè parigini, fast food ai margini di un'autostrada. Con il garbo di una scrittura che fa dell'io narrante la sonda e lo specchio, la talpa e la luce, il mondo della letteratura americana diventa la scena di un'esistenza che continua a cercare nelle domande e nei dubbi una strategia di saggezza. E così che ci vengono incontro, con una trasparenza nuova, le figure di Philip Roth, Richard Ford, Paula Fox, Judith Thurman, David Foster Wallace, Joseph Mitchell, Mavis Gallant, James Purdy, ma anche, in controluce, quelle di Carver, Richler e Blixen.
Ricca di passato e drammatiche contraddizioni, la Sicilia merita di essere conosciuta. Potete partire dall'esuberante capoluogo dell'isola, Palermo, o dalla barocca Siracusa; tutte le sue città grandi e piccole offrono spaccati di vita quotidiana che vi colpiranno al cuore, tanto quanto l'ottima cucina locale e le rinomate mete archeologiche. I templi di Agrigento, la necropoli rupestre di Pantalica, la villa romana del Casale sono solo tre esempi di quel che non dovete perdervi. Sopra ogni cosa sarà l'aspro paesaggio con le sue isole, i suoi vulcani e le sue calette nascoste a farvi innamorare della Sicilia. Un capitolo dedicato alle isole Eolie e approfondimenti su Ustica, Lampedusa e Pantelleria.
Una bambina salvata in mare dai delfini cresce orfana su un'isola greca. Si chiama Irene, di giorno vive in terraferma, di notte si unisce in mare alla sua vera famiglia. A quattordici anni è incinta e consegna a uno straniero di passaggio la sua storia.
L'Exposition universelle et internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al culmine. In piena Guerra fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare i popoli della Terra, fervono operazioni d'intelligence in cui le grandi potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del club Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato al centro di un intrigo internazionale di cui diventa un'inconsapevole pedina. In un fuoco di fila di esilaranti colpi di scena, il racconto corre su due binari paralleli egualmente coinvolgenti: i turbamenti amorosi del giovane Thomas e una spy story pervasa dal proverbiale umorismo di Coe.
Nel giugno del 1940 l'esercito italiano attacca la Francia sul confine alpino: i francesi sono già prostrati dalla disfatta appena subita a opera dei tedeschi, ma i fanti italiani avanzano con enorme fatica e l'equipaggiamento inadatto miete più vittime, per assideramento, delle pallottole nemiche. "Alla prova della montagna il fascismo era già finito", scrive Bocca. L'autore ha girato il mondo e all'Italia ha dedicato diversi libri: qui ritorna alla "patria alpina", alla provincia incastonata tra le montagne da cui proviene e che diventa il crogiuolo in cui si mettono alla prova gli uomini e le idee. Dalla grande schiatta piemontese dei maestri di antifascismo - i Gobetti, i Galimberti, gli Einaudi, i Bianco - al rapporto con i valligiani nella Guerra di Liberazione, alla scoperta dell'eredità occitanica tra Piemonte e Francia, dalla provincia eterna che produce buoni alimenti ma è politicamente sempre rivolta al passato, fino alle montagne amatissime in cui ha passato la sua giovinezza di forte sciatore e che sono ora anch'esse vittime dell'industrializzazione, trasformate in palestre meccanizzate per il tempo libero.
Ancora alla soglia degli anni quaranta Claude Shannon usava intelligence per parlare di informazione, un termine che avrebbe cominciato davvero a diffondersi solo qualche anno più tardi, con la sua "Teoria matematica delle comunicazioni", insieme a una parolina, bit, destinata a diventare una delle più pervasive dell'ultimo mezzo secolo. Amata e vituperata, quella parolina segna un punto di passaggio fondamentale: quando l'informazione diventa una grandezza quantificabile e misurabile. Difficile valutarne davvero l'importanza, ma James Gleick ci prova, raccogliendo i fili sparsi di una storia che parte da lontano, dai poemi omerici e dall'invenzione della scrittura e dell'alfabeto, passando per la lessicografia e i dizionari, i codici crittografici e le moderne tecnologie della comunicazione. E lungo la strada si incontrano figure chiave, talora insospettate: i compilatori di antichi dizionari o i curatori dell'Oxford English Dictionary; l'inventore del primo calcolatore, Charles Babbage; la sua musa, Ada Byron, figlia dell'illustre poeta; e una serie di altre personalità fondamentali come Samuel Morse con il suo codice telegrafico, il matematico Alan Turing, il creatore della teoria dell'informazione Claude Shannon o il fondatore della cibernetica Norbert Wiener. Conclude con la vera e propria epoca dell'informazione, il mondo contemporaneo dove tutti sono, volenti o nolenti, esperti di bit e byte. Sotto un diluvio di segni e segnali, notizie e immagini, blog e tweet.
La Resistenza è stata la dimostrazione del meglio di cui gli italiani fossero capaci: un'assunzione di responsabilità, una volontà di riscatto che non riguarda solo la storia del fascismo e della partecipazione italiana alla Seconda guerra mondiale. Si affrontano qui alcuni problemi controversi della storia della Resistenza senza cedere alla sacralità o alla strumentalizzazione politica: si ricostruisce infatti una narrazione anti-eroica, senza aggettivi, ma ricca di colori. L'obiettivo è cercare una via d'uscita alternativa alla ricostruzione spesso rancorosa degli eventi. Non una storia di fatti sanguinosi, di efferatezze, di morti e di corpi violati, ma un tentativo di individuare le motivazioni profonde di un periodo di grandi speranze e di crescita collettiva. E di cogliere le ragioni di una storia, ma anche le ragioni della vita. Un libro per le giovani generazioni che cerca di dare risposte esaurienti a quesiti difficili e spesso trascurati.
Storie estreme, legate al tema dell'esilio e della perdita, dove l'ironia prevale sulla tentazione di recriminare e la speranza sopravvive grazie alla dignità. Ogni capitolo è il racconto di un viaggio durante il quale si incontrano i personaggi che poi diventano l'io narrante: alcuni sono noti al pubblico come scrittori, o musicisti, o giornalisti, molti altri sono invece comparse sconosciute nello scenario di guerre subite, di resistenza a dittature o di rivoluzioni soffocate.