Sono 650 milioni i disabili nel mondo, oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda regione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite, traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori. Proprio perché temuta, la disabilità è rifiutata, la sua vista disturba e inquieta. L'handicap è un trauma che sconvolge i corpi, le soggettività, le relazioni degli individui e del mondo circostante. L'handicap è lutto della perdita della "normalità", non una menomazione, ma una specifica condizione umana. Non esiste handicap senza sguardo sull'handicap. Questo sguardo è pieno di pregiudizi, pietismo provati dai "normali" sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si creano e si alimentano il rifiuto e l'emarginazione. Lo stato sociale è ancora insufficiente, nella prevenzione e nelle risposte alle forme di handicap. Le politiche sono incentrate sull'assistenzialismo, ma hanno buchi strutturali che fanno dell'integrazione una chimera: barriere architettoniche, risorse insufficienti, leggi parzialmente applicate, nessuna dotazione di strumenti psicologici per affrontare il trauma. Questi deficit contribuiscono a sommergere le persone disabili nelle difficoltà quotidiane, nelle solitudini, nelle forme di povertà, in vite completamente sacrificate all'handicap.
Thailandia e Cambogia, Somalia e Repubblica Democratica del Congo, Brasile e Colombia, Pakistan e Italia. Sono alcune delle aree in cui Medici Senza Frontiere svolge da più di trent'anni la sua opera di soccorso rivolta alle popolazioni povere e alle vittime delle catastrofi e delle guerre. Nove scrittori italiani (Alessandro Baricco, Stefano Benni, Gianrico Carofiglio, Mauro Covacich, Sandro Dazieri, Silvia Di Natale, Paolo Giordano, Antonio Pascale, Domenico Starnone) le hanno visitate e in questo libro raccontano ciò che hanno visto e le loro reazioni di fronte a realtà fatte di violenza urbana, prostituzione, conflitti, diritti calpestati, fame, malattie. Sono storie, ritratti, brevi affreschi dipinti a volte con toni accesi, altre volte con tinte lievi o addirittura "leggere", ciascuno specchio di una diversa sensibilità. In comune, c'è la capacità di far rivivere l'impatto con situazioni estreme, impensabili, in cui è annichilita ogni dimensione umana e di giustizia. Situazioni che ci riguardano però in maniera diretta. E di cui non dovremmo più dimenticare l'esistenza, se non vogliamo diventare tutti un po' complici dei mali che affliggono il nostro tempo.