La schiavitù non è affatto scomparsa: oggi si stimano circa ventisette milioni di schiavi. Se ne sa però troppo poco ed è proprio l'ignoranza a favorirne sopravvivenza e diffusione. Gli schiavi sono individui privati della libertà, costretti a lavorare senza possibilità di scelta, senza tutela, non pagati, in condizioni spesso disumane. Non si trovano solo nei paesi sottosviluppati, ma sono occultati anche nelle ricche capitali dell'Occidente democratico. Gli schiavi hanno un bassissimo costo, sono "usa e getta", rischiano la vita quotidianamente con lavori pericolosi o nella prostituzione, sono esposti a soprusi di ogni tipo, non più in base alla razza, bensì a causa della miseria.
Vandana Shiva è una scienziata ambientalista nota in tutto il mondo, tra gli esponenti di spicco del movimento democratico globale. In questo libro, Shiva fa il punto su quelle battaglie che anche grazie al suo contributo hanno assunto un rilievo internazionale - la lotta contro la privatizzazione delle risorse naturali, i brevetti sul vivente e l'impiego di organismi geneticamente modificati in agricoltura e nella produzione alimentare riconducendole a un progetto politico, economico e culturale di democratizzazione della globalità. L'autrice delinea dunque una alternativa alla globalizzazione economica, che giudica responsabile non soltanto della catastrofe ecologica imminente, ma anche dell'avvento dei fondamentalismi politici e religiosi. Vandana Shiva considera i brevetti sul vivente e la privatizzazione delle risorse naturali come l'ultima frontiera di un colonialismo che aveva cominciato a manifestarsi già nel Sedicesimo secolo con la recinzione delle terre comuni britanniche. La privatizzazione delle risorse comuni, insieme alla progressiva erosione dei beni e dei servizi pubblici e all'indebolimento dei meccanismi democratici di controllo dell'economia, costituiscono una grave minaccia in termini di sostenibilità ecologica e di sopravvivenza sociale.
Questo libro è uno studio serio su come sta cambiando il modo di fare la guerra. I nuovi guerrieri hanno il volto di bambini, imparano presto e bene, sono temibilissimi perché non conoscono altro. I governi possono fare molto per disarmarli e reintegrarli, ma le armi costano poco e le loro vite quasi nulla. Il futuro ci riserva forse sempre più guerre combattute da soldati bambini?
Il dramma dei bambini-soldato in Uganda e in Sierra Leone, raccontati dal giornalista e missionario fondatore della MISNA, la Missionary Service News Agency, la più importante agenzia di informazione e controinformazione sulle aree più depresse del mondo. Uganda e Sierra Leone sono due realtà segnate da un comune denominatore: la sofferenza inferta su un'umanità ancora imberbe, con un'inusitata voglia di vivere che rende le loro storie ancora più agghiaccianti.
Per gli autori di questo libro la globalizzazione capitalistica è un cambiamento epocale, ma è anche un processo senza regole, in cui la concorrenza provoca un livellamento verso il basso delle condizioni dei più svantaggiati. Cancella infatti le specificità delle realtà locali e nazionali, provoca un sviluppo economico più finanziario che industriale, comporta deregolamentazione e condizioni fiscali vantaggiose per le grandi corporation, flessibilità nella gestione della forza lavoro, diminuzione dei salari reali, licenziamenti, disoccupazione, minimizzazione di costi sociali e ambientali. "Contro il capitale globale", spiega in che modo si potrebbe invertire questa tendenza.