Nella sua storia, per comprendere ciò che la circonda, l'umanità ha costruito, decostruito e ricostruito vari sistemi, le cui dimensioni sono sempre state definite a partire da una misura. Oscillando tra assoluto e relativo, tra divinità e uomo 'misura di tutte le cose', tra religione e scienza, si sono individuati, in una ricerca mai finita, valori, canoni, paradigmi, metriche, scale e modelli tracciando, di volta in volta, ordini e dispositivi che sono stati, e sono ancora, alla base del nostro vivere. L'uomo, per di più, non solo misura ma è lui stesso oggetto di misura, come nelle discipline sociali e nelle diverse valutazioni di qualità o di efficienza alle quali, sempre di più, viene sottoposto. Se c'è, però, una misura c'è anche un fuori misura, un senza misura, fino a quello che non si può misurare: l'incommensurabile.
Il volume indaga il concetto di archivio e delle pratiche archivistiche dei materiali audiovisivi (filmici, video e digitali). Partendo dalla definizione di Jacques Derida, l'archivio è visto non solo come il luogo dove vengono depositate le fonti, ma anche come il luogo dove da queste scaturisce la legge e dove essa prende dimora. I saggi affrontano l'analisi dell'archiviazione dell'audiovisivo attraverso diversi assi di ricerca: il peso e l'azione degli attori, dei soggetti, delle norme preposte all'organizzazione e alla conservazione del materiale audiovisivo; il confronto tra modalità di strutturazione e di accesso ai documenti; la verifica di come queste influenzino l'interrogazione e, di conseguenza, la definizione delle possibilità dell'immagine. Alcuni testi indagano, inoltre, il ruolo svolto della tecnologia digitale nella ridefinizione delle pratiche d'archivio e di organizzazione dei saperi. Il quadro che ne deriva dimostra come l'archivio costituisca un luogo, discorsivo ancorché fisico, di contestazioni dialettiche e conflittuali di pratiche genealogiche e dispositivi di potere, che determina la forma e la modalità di accesso al presente del regime del visibile.