Il desiderio di Dio, e non dei beni materiali, è ciò che caratterizza il cuore del credente. Dobbiamo sforzarci di trasformare la cupidigia, l'attaccamento ai beni, in desiderio di Dio. La prima spinge il ricco stolto ad allargare i suoi magazzini per stiparvi ancora più grano, il secondo invece dilata il nostro cuore nell'attesa e ci rende capaci di un incontro che ha il respiro dell'infinito.
Pregare senza stancarsi è infondo il segreto della vita cristiana, un atteggiamento interiore che risponde ad una fiducia piena in colui che è sempre pronto ad accoglierci. Nel rapporto con Dio riscopriamo la vera paternità di cui siamo destinatari; contro una dilagante cultura del sospetto e dell'illazione, in lui ricopriamo di essere figli amati ed ascoltati, accolti nel profondo in un abbraccio che tutto comprende e che dispone alla missione.
La perla del regno dei cieli è nascosta questa volta da Gesù dentro la parabola dei pescatori seduti a dividere i pesci buoni da quelli cattivi. Le immagini del mare con i pesci, dei pescatori con la loro rete e della scelta finale dei pesci contengono significati plurimi di un messaggio “buono-bello” sul Vangelo di Gesù per la nostra quotidianità.
L'autore ci porta attraverso i caldi ricordi di una lunga carriera "nelle nuvole" a cercare di capire l'indispensabile presenza dell'aria, con particolare attenzione alle mutazioni meteorologiche e alle variazioni climatiche. San Francesco vedeva l'aria, il vento, le stagioni, la meteorologia come strumenti attraverso i quali il Creatore dà vita a noi tutti: l'autore ci mostra come questa intuizione sia veritiera, ma anche come vi sia sempre più interazione tra l'azione dell'uomo e quello che accade "nell'aria".
La Terra è la minuscola e fragile zattera che ci traghetta nell'universo sconfinato e meraviglioso. Ma come la studiano gli scienziati? L'autore ci fa entrare nei loro laboratori con uno stile semplice, frizzante e autoironico. Oltre a raccontarci le sue ricerche per valutare lo stato di salute del pianeta, ci fa sorridere con le sue avventure sportive e ci fa riflettere con le sue considerazioni sull'ecologia integrale, ispirate a Francesco d'Assisi e a Francesco di Buenos Aires.
Il cappuccino fra Francesco Neri, nella serie Creature, ci parla del Creatore. Lo fa da teologo, ma con la grazia e l'agilità di chi, per la profonda consonanza col mondo cappuccino, sa che parlare di cura del Creato senza parlare di Colui che tutto può non ha alcun senso. Neri ci mostra che Dio è "padre", è "nostro", è "pace", è "cortesia", è "luce", è "bellezza", è "gioia", è "letizia, è "un onnipotente che sorride". Gli attributi del Creatore consueti nel cristianesimo qui assumono una tonalità eminentemente francescana.
Padre Raniero Cantalamessa, negli anni 2020 e 2021, ha tenuto nelle colonne del mensile Frate Indovino una seguitissima rubrica in cui è riuscito nell'intento di parlare al singolo lettore pur rivolgendosi a tutti. In questo volume sono raccolte 23 sue risposte. La sua arte tutta spirituale di riuscire a cogliere il lavoro di Dio nell'anima delle singole persone appare qui nel suo svolgimento pieno. Qualsiasi argomento venga trattato, dall'Inferno al suicidio alla preghiera, è un'occasione per proporre una visione altamente francescana dell'esistenza umana, continua ricerca del Creatore e del suo amore.
Nel corso del 2021 sono stati pubblicati dalle Edizioni Frate Indovino otto volumetti di 144 pagine scritti da valenti autori (dal meteorologo Franco Prodi alla poetessa Marcia Theophilo, dal fisico Luca Fiorani all'astrofisico Guy Consolmagno, dai giornalisti Giulio Albanese e Michele Zanzucchi, dal vescovo Calogero Peri al teologo cappuccino Francesco Neri), che riprendevano una delle parole del Cantico delle Creature di san Francesco: Aria, Terra, Acqua, Fuoco... In conclusione, e a coronamento della collana, Frate Indovino pubblica un volumetto che raccoglie i preziosi contributi di altri valenti autori, che hanno scritto nel corso dell'anno degli apprezzatissimi articoli nella prima pagina del mensile Frate Indovino sullo stesso Cantico.
Il vescovo-cappuccino mons. Calogero Peri è salito alle cronache per essersi ammalato di Covid nella prima ondata della pandemia. Il libretto pubblicato sulla "morte corporale", cioè sul corpo, sulla vita, sulla morte e sul loro significato cristiano e cappuccino, è una testimonianza viva della grandissima sfida che ha colpito tutta l'umanità in questi ultimi anni. «Sicuramente san Francesco ha fatto un cammino alternativo per arrivare ad avere un altro sentire proprio sulla morte, sulla quale noi uomini, stranamente, ci ritroviamo un po' tutti d'accordo», scrive Peri nel suo libro.
Marcia Theophilo ci porta nel mondo incantato e terribile della sua Amazzonia, un mondo “sospeso nell’acqua”, un universo di isole e canali, di terraferma instabile e di fiumi impetuosi. Una terra minacciata in modo continuato e scellerato, da politici e imprenditori senza scrupoli, azione che potrebbe finire col distruggere il più grande polmone verde del mondo. La proposta della Theophilo non è però politica, ma poetica, e altamente religiosa. Con i suoi versi avvolgenti, alternati a brevi contestualizzazioni in prosa, la poetessa ci schiude la straordinaria bellezza di Madre Natura con tonalità altamente francescane. Nessun sincretismo, nessuna divinizzazione della Natura, ma la giusta considerazione di un mondo, di un ecosistema fatto di terra e di acqua che rimanda continuamente al Creatore.
Marcia Theophilo vive fra il Brasile e Roma, e rappresenta l’Unione Brasiliana di Scrittori in Italia. Fra i numerosi premi ricevuti, ricordiamo il “Nactional de Contos Editoria, 1969”; “Città di Roma, ‘92”; “Premio Fregene per la Poesia, ‘96”; “Un bosco per Kyoto”, “Premio Green Book, 2010”. Tra i suoi libri: Io canto l’Amazzonia, Tutti i fiumi della Terra-Todos os rios da terra, Amazzonia respiro del mondo e Amazzonia ultima arca per Passigli. Ha tenuto la Lectio magistralis al salone del Libro di Torino 2011. Testimonial dell’iniziativa “Per una Cultura della Biodiversità” (UNESCO) è candidata al premio Nobel.
Il fuoco entra nel novero delle “creature” che san Francesco proclama “beate”. Più volte nella sua vita il Poverello d’Assisi ha avuto a che fare con esso. L’autore, grande viaggiatore (più di 150 Paesi visitati), accompagna il lettore in un avventuroso periplo attorno al mondo alla ricerca del fuoco: dalle voragini infuocate del deserto del Turkmenistan al fuoco della guerra in Iraq, dalle pire per cremare i morti sulle rive del Gange al ribollire della Terra in Islanda. Il fuoco è simbolo della fede, ma anche dell’inesauribile creatività che alberga nel cuore degli umani, come si può capire dalle diverse tappe del viaggio, che mostra la capacità distruggitrice del fuoco, ma anche la sua insostituibilità per la vita umana, a tutte le latitudini e paralleli.
Michele Zanzucchi, giornalista e scrittore, autore di una sessantina di libri, è stato direttore della rivista Città Nuova per dieci anni e per tre anni corrispondente dal Libano. Collabora attualmente con Avvenire, Città Nuova e Frate Indovino. Tra i libri pubblicati si ricordano L’Islam che non fa paura (San Paolo), Il silenzio e la parola. La luce, Sull’ampio confine. Cristiani nel Caucaso e Nelle terre del Corano. Cristiani nelle terre musulmane (Città Nuova). Ha pure pubblicato Potere e denaro. Il pensiero sociale di papa Bergoglio, con una lunga prefazione del pontefice. Insegna Comunicazione all’Istituto Universitario Sophia.
Primo di 8 volumetti che andranno a costituire la Collana "Creature", ognuno dedicato ad approfondire una parola del Cantico delle Creature di san Francesco, ci conduce in viaggio con Albanese tra le creature, con una visione affettuosa ma disincantata, sempre in relazione col Creatore. «Di questi tempi, segnati dal Covid-19 - scrive ?, questa poesia orante infiamma i cuori, ossigena i polmoni dell'anima. E sì perché San Francesco è stato ispirato nel concepire un simile canto. E la sua spiritualità serafica e disarmante, per dirla con le parole di papa Bergoglio, è ancora oggi espressione eloquente di quell'"ecologia integrale" di cui c'è davvero tanto bisogno nel cosiddetto mondo "villaggio globale". Il Cantico delle Creature trova il suo incipit in Dio, che viene lodato in base a ciò che ha creato. Tutto ciò che ci circonda è considerato in sé, come anche in relazione con il Dio vivente».