Catalogo della Mostra aperta a Roma presso il Museo di Roma, Palazzo Braschi dal 08 dciembre 2018 al 17 febbraio 2019.
A cinquecento anni dallo svelamento della volai Sistina gli affreschi più celebri di Michelangelo non cessano di stimolare nuove e inedite letture. Secondo un taglio iconografico e iconologico aggiornato all'indagine contestuale, questo volume raccoglie i contributi più significativi degli studiosi che hanno affrontato con tagli diversi e complementari l'interpretazione dei significati del ciclo della Genesi, rivelandone la complessità simbolica e dottrinale, funzionale all'immaginazione creativa di Michelangelo, e il forte impatto comunicativo. I saggi di Antonio Paolucci, Maurizio Calvesi, Silvia Danesi Squarzina, Heinrich Pfeiffer, Thimoty Verdon, Gianluigi Colalucci, Costanza Barbieri, Lucina Vattuone propongono letture fondate sulla cultura agostiniana, sul gioachimismo, sul francescanesimo, sul neoplatonismo e sulla storia delle immagini. Emergono così le profonde radici storico-religiose delle scelte figurative del Buonarroti e dei teologi che lo hanno affiancato. In questa prospettiva, i contenuti giustificano le forme e danno sostanza alle scelte compositive: l'accurata tecnica esecutiva del Giona sopra l'altare, ad esempio, che ha richiesto ben dodici giornate di lavoro, si spiega con la centralità teologica del profeta nell'economia dei significati della Sistina. (Completa il volume un'appendice con i risultati inediti delle indagini diagnostiche non invasive sul "Ritratto di Michelangelo che mostra i suoi disegni" (Amburgo, collezione privata), condotte dalle più importanti istituzioni italiane ed estere (Firenze, Opifìcio delle Pietre Dure e INOA; Università di Perugia, CNR-ISTM e centro SMAART; Università di Anversa, Dipartimento di Chimica). Ne emergono dati spettacolari che gettano luce non solo sul nodo del problema attributivo, ma rivelano, negli strati pittorici soggiacenti al ritratto, la presenza di un dipinto di Andrea del Sarto raffigurante una Madonna con Bambino e San Giovannino, che i documenti associano inequivocabilmente al committente Pierfrancesco Borgherini, ad Andrea del Sarto, a Michelangelo e a Sebastiano del Piombo.
Gli imperatori bizantini lo elessero patrono del proprio esercito, lo invocarono prima delle battaglie e gli intitolarono chiese e città. Nel Medioevo san Teodoro conobbe una venerazione senza pari, come rivelano gli appellativi che gli vennero assegnati: trismakarios ("tre volte beato"), megalomartire e invincibile. Al principio del VII secolo il titolo di sauroctonos ("uccisore del drago") accrebbe ulteriormente la sua fama grazie alla circolazione di colorite leggende agiografiche. La venerazione di Teodoro si diffuse dall'Oriente cristiano all'Occidente e la principessa Anna Comnena lo definì pubblicamente "il più grande tra i martiri". Queste pagine, tra testi patristici, icone antiche, racconti leggendari, immagini prodigiose, luoghi sacri e misteriose traslazioni di ossa, narrano la storia del più grande - e, al tempo stesso, meno conosciuto - santo guerriero della cristianità e offrono il fedele resoconto di un culto che supera le divisioni tra cattolici e ortodossi.
L'autore, partendo dalla pubblicazione integrale di trentanove nuovi documenti conservati nell'Archivio del Capitolo di San Giovanni in Laterano riguardanti gli imponenti lavori di restauro eseguiti tra il 1624 ed il 1635 da Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644), si cimenta - con il raffinato metodo di indagine a lui familiare - nella rilettura delle strutture murarie in stretto dialogo con le fonti storiche, bibliografiche e, per l'appunto, archivistiche, offrendo una sintesi aggiornata delle complesse fasi edilizie dell'edificio. In particolar modo Ippoliti soffermandosi sull'intervento barberiniano riporta, con uno stringente e convincente ragionamento, fatto di riferimenti di archivio e di lettura incrociata di fonti bibliografiche, il secondo livello della trabeazione interna del Battistero al pontificato di Paolo III (Alessandro Farnese, 1534-1549). Indubbiamente si tratta di dati fondamentali che Ippoliti stesso abilmente compone, come tessere di un mosaico, tratteggiando un quadro molto articolato che, con acute argomentazioni, gli permette di ripercorrere la storia del monumento. Anzi, la necessaria e più consistente parte documentaria del volume fatta di fotografie, rilievi e documenti, diventa un supporto essenziale e un utile commento visivo alla parte testuale e bibliografica nella quale si sviluppa il ragionamento.
All'insegna dello studio del connubio fra porporati e artisti, alla cui volontà di educare e catechizzare per mezzo della bellezza dobbiamo molta parte del nostro patrimonio artistico e culturale, si svolge questo ciclo di Giornate di Studio. I contributi, presentati da studiosi attivi nell'ambito di istituzioni accademiche, museali e ministeriali italiane ed estere, concernono soprattutto il tessuto storico-culturale della città di Roma e del Lazio tra il Medioevo e il Settecento. L'argomento di questo secondo volume è l'ambiente artistico romano del secolo XVII dall'epoca del caravaggismo sino ai fasti del pieno barocco. Gli interventi vertono su Michelangelo Merisi da Caravaggio e il card. Alessandro Peretti Montalto (B. Granata), su Giovanni Baglione e il card. Paolo Sfondrati (H. Economopoulos; M. Gallo) su Nicolas Poussin , Gianlorenzo Bernini e il card. Giulio Rospigliosi (M. Gianfranceschi) e su Mattia e Gregorio Preti (L. Calenne): quest'ultimo contributo intende anche essere un omaggio a Mattia Preti nell'anno delle celebrazioni in occasione del IV centenario delle nascita del pittore.
La disamina della pittura sacra del XIX secolo, nella ricchezza ed eterogeneità delle sue proposte, costituisce un tassello fondamentale per la comprensione del dibattito sviluppatosi successivamente nel Novecento. L'Ottocento rappresenta il lento, faticoso "laboratorio" nel quale si rifrequentano i linguaggi del passato, si esauriscono le opzioni linguistiche sterili, si imposta la soluzione al problema di come coniugare in modo credibile l'arte religiosa con la sensibilità dell'uomo moderno. Proprio grazie a questo lavorio continuo, l'arte sacra ha potuto riconsegnarsi, nel XX secolo, alla sensibilità di artisti e uomini di cultura che si sono nuovamente interrogati sul suo significato, sul suo futuro e sulla sua missione.
La basilica vaticana, nella possente armonia delle sue forme e nell'importanza delle opere d'arte che custodisce, è il risultato di una lunga e complessa vicenda costruttiva che trae origine dalla tomba di Pietro, primo papa, e dai sentimenti di profonda devozione, che, in ogni epoca, ispirarono l'opera dei pontefici suoi successori.