A marzo del 1912, il ventinovenne Benito Mussolini è solo un marxista di provincia. Appena quattro mesi dopo irrompe sulla scena nazionale, a capo della corrente rivoluzionaria che conquista la guida del partito socialista. Nei mesi successivi, come direttore del-l'«Avanti!», è idolatrato dalle masse. Ma nell'autunno del 1914 sostiene l'intervento nella Grande Guerra: allora, in pochi giorni, perde ogni sostegno e viene bollato col marchio del traditore. Quando fonda i Fasci di combattimento, nel marzo del 1919, raduna poche centinaia di affiliati: quel fascismo è un movimento rumoroso ma marginale. Nelle elezioni politiche di novembre, infatti, Mussolini prende meno di cinquemila voti, e ha la tentazione di abbandonare la politica. Emilio Gentile racconta la storia di un Mussolini per molti aspetti sconosciuto: non rivoluzionario, non anticapitalista, e neppure «duce»: un politico isolato, che si autodefinisce «avventuriero di tutte le strade». E con spregiudicatezza è pronto a rinnegarsi pur di conquistare il potere.
Il generale Stanley McChrystal è il pluridecorato comandante delle forze armate statunitensi in Afghanistan. Per i suoi leali collaboratori è un eroe di guerra, un mito, una rock star. È potente, arrogante e si crede invincibile, così non obietta quando un giovane giornalista della rivista «Rolling Stone» chiede di seguirlo prima nelle sue missioni diplomatiche in Europa, poi nelle zone di guerra. Una volta che il reportage viene diffuso, però, la reazione dell'opinione pubblica è talmente scandalizzata da convincere il presidente Barack Obama a rimuovere istantaneamente il generale da ogni suo incarico. Perché quello che Michael Hastings scopre e poi descrive in questo libro irresistibile è una variopinta corte che passa il tempo tra sesso, bevute e completa indifferenza alle regole; una realtà fatta di spie che incontrano prostitute in eleganti alberghi, politici ambigui, militari ossessionati dalla carriera e ciò che è peggio di incompetenze, ego malati, lotte interne e sprechi, sullo sfondo di una missione che a McChrystal, ai suoi uomini - e forse all'America tutta - risulta incomprensibile. Spinto da un'indignazione che non spegne mai il divertimento, Hastings ci fa scoprire da vicino l'insensatezza di una guerra - e di tutte le guerre. E ci regala un meraviglioso esempio di quel giornalismo irriverente e rabbioso di cui il mondo ha oggi più che mai bisogno.
Nell'autunno del 1944 i tedeschi invasero la Carnia con l'aiuto dei cosacchi loro alleati, ai quali avevano promesso un luogo dove costruire un'autonoma patria cosacca, una "Kosakenland" fra i villaggi e le montagne di quella regione. I cosacchi vi si trasferirono in massa, compiendo saccheggi e atrocità di ogni tipo fino al maggio del '45, quando scoprirono di essere stati usati e ingannati. Abbandonati a loro stessi di fronte all'avanzata dell'Armata Rossa, dovettero riparare in Austria e si arresero poi agli inglesi, i quali, però, ottemperando agli accordi segreti di Yalta, ma tradendo i patti, li consegnarono ai sovietici, che i cosacchi avevano cercato in tutti i modi di evitare. Vistisi ormai perduti, molti di loro scelsero il suicidio gettandosi nelle acque della Drava. Alcuni riuscirono a fuggire, molti altri incontrarono la morte in URSS. Da questa vicenda poco ricordata dalla storia, Claudio Magris trae spunto per comporre un resoconto toccante sul destino e sulla tragedia del vivere ma anche sui suoi brevi istanti di grazia.
Dopo la sconfitta di Hitler, numerosi gerarchi nazisti trovarono rifugio in Argentina: criminali di guerra come Eichmann, Barbie e Mengele, passati per Genova tra il 1949 e il 1951. Lungo la "rotta dei topi" fuggirono anche ustascia croati, collaborazionisti belgi e filo-nazisti francesi. A organizzare la fuga era la misteriosa ed efficiente "Organisation der ehemaligen SS-Angehorigen", nome in codice Odessa. In molti hanno cercato i segreti di Odessa, ma mancavano ancora diversi tasselli importanti. Per la prima volta, dopo una serie di indagini in Sud America e utilizzando materiali inediti dei servizi segreti americani ed europei, ma anche attraverso una serie di interviste, Uki Goni ricostruisce l'intera filiera, con una serie di rivelazioni che riguardano gli accordi tra il governo del presidente argentino Juan Domingo Perón e la chiesa cattolica argentina, le complicità delle autorità elvetiche, le basi italiane, le azioni degli agenti segreti di Himmler a Buenos Aires e in Europa, il trasferimento del tesoro di stato della Croazia (frutto della spoliazione di 600.000 ebrei e serbi) in Argentina. Con il piglio del grande giornalista e l'attenzione dello storico, Uki Goni porta alla luce molti segreti inconfessati e inconfessabili: il suo libro ha rotto il muro del silenzio costruito intorno a una delle pagine più oscure e controverse della storia recente.