Oggi la paura ha un nuovo nome: Covid-19. Per sconfiggerlo l’unica strada è rimanere a casa. Tra le quattro mura che ci hanno sempre protetto e che ora, però, sono diventate confini invalicabili. Sono diventate quasi un nemico. E invece, giorno dopo giorno, chi da sempre lavora con le parole ha scoperto che le stanze, le finestre, anche gli angoli più remoti di casa sono ali verso il mondo. Ognuno di loro ha così scelto il modo per dare vita a questa magia.
Dalle loro case, ventisei scrittori tra i più importanti del panorama italiano hanno dato un senso a questi giorni scegliendo di fronteggiare l’emergenza anche con le armi della letteratura. Per portare la loro quotidianità ai lettori che li amano. E hanno deciso di farlo insieme alla casa editrice Garzanti, devolvendo tutto il ricavato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
C’è chi ha voluto parlare delle sue giornate, delle routine consolidate, delle novità che strappano un sorriso. Delle lacrime che non si riescono a fermare, ma anche della forza della natura che scioglie il nodo in gola. Di convivenze forzate, come di distanze dalle persone care che sembrano insormontabili. C’è chi racconta di vicini sconosciuti che non lo sono più e del lavoro che cambia nei suoi strumenti ma non nella sua sostanza. Alcuni ammettono l’errore di aver pensato che non poteva essere tutto vero o danno voce agli animali che, invece, sono felici che sia tutto vero. Altri affidano le riflessioni su questi strani giorni alla voce dei personaggi amatissimi che hanno creato. Tutti sono sicuri che usciremo più consapevoli di quello che è davvero importante e che ci incontreremo, ci abbracceremo e passeggeremo presto tutti insieme. Sono sicuri che la solidarietà sarà il valore che porteremo con noi senza poterne più fare a meno.
Tutti loro sono convinti che le parole, i libri, le storie, uniscono. Creano vincoli invisibili che spezzano ogni barriera. Mentre leggiamo non siamo mai soli. E siamo forti. E tutto appare come sarà. Perché andrà tutto bene.
Ritanna Armeni, Stefania Auci, Alice Basso, Barbara Bellomo, Gianni Biondillo, Caterina Bonvicini, Federica Bosco, Marco Buticchi, Cristina Caboni, Donato Carrisi, Anna Dalton, Giuseppe Festa, Antonella Frontani, Enrico Galiano, Alessia Gazzola, Elisabetta Gnone, Massimo Gramellini, Jhumpa Lahiri, Florence Noiville, Clara Sánchez, Giada Sundas, Silvia Truzzi, Ilaria Tuti, Hans Tuzzi, Marco Vichi, Andrea Vitali.
Dopo la personale esperienza umana della malattia raccontata con contagiosa allegria in "Chi non muore si rivede", Alberto Maggi affronta, con il suo stile sempre gioioso, il difficile argomento della morte, uno dei grandi tabù della nostra società. Alberto Maggi offre parole ricche di serenità e speranza, lontanissime da quell'inesauribile repertorio di frasi fatte che non solo non consolano, ma gettano nel più profondo sconforto quanti sono nel lutto e nel pianto, anche quando vengono da uomini di fede. Leggendo queste pagine riusciremo invece a comprendere e accogliere l'aspetto naturale della morte, per renderla davvero una sorella come poeticamente suggeriva san Francesco, una compagna lungo l'intero viaggio nella nostra esistenza. E grazie a questa nuova consapevolezza, potremo finalmente allontanare ogni tristezza e tornare a vibrare in un crescente, pieno accordo con quella grande sinfonia che è la vita.
In Giappone c'è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l'unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c'è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kòtake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutte scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.
Il 9 maggio 2019, i volontari sulla Mare Jonio, la nave della piattaforma della società civile Mediterranea, individuano nel tratto di mare tra la Sicilia e la Libia un gommone in avaria con 30 migranti. «Da dove venite?» viene chiesto loro. «Dall'inferno», rispondono. Tra i primi a portare aiuto c'è un giovane prete che si è imbarcato come cappellano di bordo: don Mattia Ferrari. Ha ventisei anni, ma il suo impegno a favore degli ultimi e di un mondo più giusto ha radici profonde e attraversa tutta la sua vita, dalla prima scintilla della vocazione fino all'impegno per una Chiesa popolare e aperta alle sfide della modernità nel solco degli insegnamenti di papa Francesco. Questo libro è l'occasione per ascoltare le speranze di un'intera generazione di ragazze e ragazzi che non vuole arrendersi alla paura, decisa a impegnarsi direttamente in difesa dell'ambiente e dei più deboli, e non disposta a voltare lo sguardo davanti all'ingiustizia.
Queste "Ultime conversazioni" rappresentano il testamento spirituale, il lascito intimo e personale del papa che più di ogni altro è riuscito ad attirare l'attenzione sia dei fedeli sia dei non credenti sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo. Indimenticabile resta la scelta di abbandonare il pontificato e di rinunciare al potere: un gesto senza precedenti e destinato a cambiare per sempre il corso della storia. In questa lunga intervista con Peter Seewald il papa affronta per la prima volta i tormenti, la commozione e i duri momenti che hanno preceduto le sue dimissioni; ma risponde anche, con sorprendente sincerità, alle tante domande sulla sua vita pubblica e privata: la carriera di teologo di successo e l'amicizia con Giovanni Paolo II, i giorni del Concilio Vaticano e l'elezione al papato, gli scandali degli abusi sessuali del clero e i complotti di Vatileaks. Benedetto XVI si racconta con estremo coraggio e candore, alternando ricordi personali a parole profonde e cariche di speranza sul futuro della fede e della cristianità. Leggere oggi le sue ultime riflessioni è un'occasione privilegiata per rivivere e riascoltare i pensieri e gli insegnamenti di un uomo straordinario capace di amare e di stupire il mondo.
Il fabbro Vakula è innamorato di Oksana, la ragazza più bella del villaggio di Dikan'ka, ed è determinato a sposarla. Il suo progetto viene però ostacolato dal diavolo in persona, che da tempo medita di vendicarsi di lui e di tutte le «frottole che ha messo in giro sui diavoli»: quatto quatto sale in cielo, ruba la luna e se la infila in tasca, mentre Dikan'ka cade nell'oscurità più nera. «La notte prima di Natale», pubblicato nel 1832 nella raccolta «Le veglie alla fattoria vicino a Dikan'ka» e qui proposto nella traduzione di Paolo Nori, è una prova magistrale dello stile di Gogol': come lo ha definito Nabokov, «qualcosa di ridicolo e di stellare al tempo stesso».
Tutti ammiriamo i capolavori di Leonardo e la poesia di Ariosto; tutti, parlando di politica, adottiamo più o meno consapevolmente il linguaggio di Machiavelli; in tanti ci siamo persi a contemplare la bellezza di Firenze, autentica invenzione del suo signore Lorenzo de' Medici. Nicola Gardini ha voluto far rivivere questa stagione luminosa e irripetibile che ancora oggi chiamiamo Rinascimento evocando le sue figure più celebri, ma anche personaggi meno scontati, eppure altrettanto affascinanti e influenti a livello europeo: il poeta Angelo Poliziano, il leggendario erudito Pico della Mirandola, il medico-scrittore Girolamo Fracastoro e una sorprendente e quasi dimenticata studiosa padovana, Cassandra Fedele. Il suo libro li racconta liberandoli dalla polvere dei luoghi comuni e dei ricordi scolastici, restituendoli nelle loro passioni e ambizioni, sullo sfondo di una realtà burrascosa in cui tutto sembra possibile. Nella varietà delle esperienze e dei testi, molti tradotti da lui, Gardini rintraccia un filo rosso, una "sorgente nascosta" che alimenta tutta questa civiltà: l'ideale di un'immaginazione inesauribile, che crede nella ricerca e si avventura nello studio persuasa che la cultura e l'arte producano vita. Riletto e riscoperto in questa prospettiva il Rinascimento esce dalle accademie e si propone a modello e chiave di rigenerazione per l'epoca tormentata in cui oggi viviamo.
Ci fu un tempo in cui l'Europa era il centro del mondo. La sua supremazia si estendeva su tutto il pianeta, in ogni campo del sapere e dell'agire. Accadeva cento anni fa, all'apice di un'ascesa iniziata quattro secoli prima, con la scoperta del Nuovo Mondo e la circumnavigazione dei continenti da parte di intrepidi navigatori. All'inizio del Novecento la guerra appariva un rischio evitabile con la diplomazia, dopo oltre quarant'anni di pace e di progresso che sembravano destinati a durare e a diffondersi nel mondo. Improvvisamente, con la Grande Guerra, l'ottimismo crollò e l'Europa mondiale naufragò nella tempesta che essa stessa aveva scatenato. Con verve narrativa e affascinante erudizione, Emilio Gentile ricostruisce l'apogeo dell'Europa e il ruolo di vero e proprio laboratorio che l'Italia giocò in quegli anni: il nostro fu uno dei paesi in cui si manifestarono i primi segnali della crisi di un intero continente e i sintomi del crepuscolo di una civiltà di cui ancora oggi, a distanza di un secolo esatto, viviamo le conseguenze. Ricostruire quel che accadde in quella stagione può aiutare a comprendere quel che succede oggi nel mondo del terzo millennio, in un momento in cui l'Europa, sempre più indecisa, rischia di scivolare verso una definitiva e pericolosa marginalità.
George Steiner ripercorrere in queste pagine l'intera storia della filosofia focalizzando l'attenzione sul rapporto tra il pensiero e il linguaggio, ovvero tra la filosofia e la poesia. È un viaggio che risale fino ai frammenti presocratici e ai dialoghi di Platone, che bandiva i poeti dalla sua città ideale, governata dai filosofi. Ma ci fa avvicinare Lucrezio e Dante, Leonardo e Giordano Bruno, Galileo e Cartesio, e naturalmente Wittgenstein... A segnare i punti culminanti della riflessione, due incontri: quello tra Hegel e Hölderlin e quello tra Martin Heidegger e Paul Celan. "La poesia del pensiero" è una sintesi straordinariamente ricca di implicazioni. Perché ogni atto filosofico passa necessariamente attraverso il linguaggio, ed è dunque sottoposto a due tensioni: da un lato aspira alla trasparenza e alla verificabilità della matematica, dall'altro a intuizioni che sembrano precedere il linguaggio, alla inesauribile ricchezza di significati della musica. E questa continua tensione modula il linguaggio di tutti noi: la nostra capacità di costruire e comprendere le metafore, ma anche la struttura grammaticale e sintattica delle nostre frasi, la loro ricchezza lessicale. Perché quello di Steiner è un atto di fede nella parola come produttrice di senso, che si apre però - in un profetico finale - alla possibilità di una filosofia "post-linguistica o post-testuale", dove "il senso può essere danzato".
È una mattina d'estate e un temporale improvviso e violento irrompe nel silenzio della camera da letto in cui dorme il famoso attore. La donna che era con lui se ne è andata, lasciandolo solo tra le lenzuola bianche e il ticchettio insistente della pioggia contro il vetro. L'uomo apre di scatto gli occhi e per la prima volta nella sua vita percepisce il peso della solitudine. Da anni non si misura più con il palcoscenico, non sa più raccontare una storia, non riesce più a farsi folgorare da un'emozione. Ma mentre si alza e pigramente inizia ad aggirarsi per l'appartamento della sua amante, capisce che l'unica cosa di cui gli importi è finalmente ritrovare l'emozione di sentirsi vivo. Così esce di casa e inizia a camminare, senza una meta o una destinazione. Attraversa parchi, quartieri multietnici, sottopassi autostradali, vie fatte solo di freddi palazzi di vetro e specchi e scorci invece antichi, popolati da volti segnati dalla storia e dalla vita di una città in perenne trasformazione. E mentre il paesaggio intorno a lui si trasforma, anche l'uomo inizia a sentire la sua anima cambiare. Fino a ritrovare, arrivato in centro, gli occhi della donna che l'ha lasciato la mattina. E scoprire forse, nello specchio delle sue iridi, il riflesso della sua esistenza.
Tra il 1969 e il 1984 in Italia sono avvenute otto stragi politiche dalle caratteristiche simili, che hanno causato centocinquanta morti e oltre seicento feriti. Per tutte gli esecutori sono stati cercati nei gruppi dell'estrema destra; in tutte sono scattate solide protezioni per i responsabili da parte di organismi dello Stato; tutte sono rimaste per molti anni senza spiegazioni ufficiali, senza colpevoli, senza mandanti. Uguale sorte hanno avuto le indagini, rallentate e depistate, su alcune organizzazioni segrete: dalla loggia P2 a Gladio. Oggi siamo ancora al punto di partenza: dopo gli anni dell'orrore e dell'indignazione, e dopo il fallimento quasi completo della via giudiziaria, quelle stragi sono state ridotte a occasione per meste cerimonie di commemorazione. Con questo libro Gianni Barbacetto, giornalista d'inchiesta, getta luce su eventi tra i più oscuri della nostra Repubblica e, sebbene non ci sia la parola «colpevole» accanto ai nomi e cognomi elencati nelle sentenze, sottolinea come le vicende siano ormai chiare, le responsabilità accertate, il disegno svelato. E raccontare un dovere per non perderne memoria.
La fortuna di Mattia si chiama Zaccaria. È suo nonno. Un tipo alto, magro, con i baffi e un vocione che fa tremare i vetri alle finestre. Da quando è venuto a vivere in casa del nipote, dividendo con lui la camera da letto perché altro posto non c'è, le cose sono cambiate da così a così. Per Mattia la noiosa vita di figlio unico è come se avesse ingranato la quarta e... via nei boschi a imparare i versi degli uccelli e il modo che usano gli alberi per comunicare fra di loro, a cercare castagne o a raccogliere ciliegie arrampicati sui rami. E la sera, aspettando di addormentarsi, il suono della voce del nonno che racconta storie incredibili di luoghi e persone mai sentiti prima. Un paradiso! con un sacco di verde intorno e un cielo sempre azzurro. Una mattina, però, quando si sveglia, Zaccaria non sembra più lo stesso. È serio, nervoso, e non si capisce di cosa stia parlando. La diagnosi del medico non lascia dubbi: non si può più tenerlo lì. E per Mattia il mondo intero sembra crollare di colpo. Possibile che il nonno sia così grave e non si tratti invece di uno dei suoi scherzi? Oppure è entrato in una realtà tutta nuova che si apre solo davanti agli occhi di chi la sa vedere? Con "Sotto un cielo sempre azzurro" Andrea Vitali ci porta nel luogo più intimo della sua fantasia. Ammicca, invitandoci a seguirlo dietro cancelli invisibili ma che cigolano davvero, in quello spazio della nostra mente in cui conserviamo la parte più vitale di noi stessi ma che spesso crediamo non sia più possibile raggiungere, quando invece non sarebbe così difficile scoprire la meraviglia che ci circonda, soprattutto in ciò che chiamiamo follia solo perché abbiamo paura di guardare il vero nascosto in ogni cosa. In appendice al romanzo, il racconto "Sui matti non piove mai".