Il teatro è sempre stato e resta una costruzione collettiva, in nessun modo riducibile alla semplice pagina scritta. Ciò che si vede sulla scena è il risultato del lavoro di drammaturghi, attori, registi, tecnici, scenografi e perché no - anche del pubblico. Proprio per questo motivo ogni testo teatrale si presta, a ogni ripresa, a letture fortemente di parte, a manipolazioni che ne arricchiscono i significati, mettendo in luce aspetti trascurati dalla tradizione. Sulla base di queste considerazioni, Umberto Albini affronta la "vita teatrale" nell'Atene classica prendendo in esame le sue componenti: attore e coro, maschere e costumi, macchine teatrali e attrezzi, edifici e festival, pubblico e, per quanto è possibile, musica e gesto. Sono le parti di un tutto in cui la cultura provoca un incontro complesso e "aperto" con la vita, facendo scaturire interpretazioni sempre nuove. La seconda parte del libro, dedicata ai testi e agli autori (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Menandro), ripercorre il viaggio nella tradizione di alcuni tra i miti di fondamento della cultura occidentale. Completano il volume una guida bibliografica e un indice analitico.
L'enciclopedia si caratterizza per il taglio interdisciplinare: alla psicologia propriamente detta, illustrata nella molteplicità dei suoi orientamenti teorici e clinici, si affiancano la psicoanalisi, la psichiatria, le scienze umane (filosofia, antropologia culturale, sociologia, linguistica) e biologiche (dalla genetica alla neurofisiologia). Un'attenzione particolare è rivolta a discipline di punta come le neuroscienze e la psichiatria genetica. Altra peculiarità dell'opera è il costante ricorso, nelle singole voci, a brani originali della letteratura psicologica; tale metodo assicura la più ampia fedeltà alla storia e alla problematicità della disciplina e consente un contatto diretto con i testi originali.