Christiana Clio è un vero e proprio manuale che abbraccia la produzione storiografica degli antichi cristiani, non solo di lingua greca e latina, ma anche siriaca, copta, etiopica, araba, armena, georgiana, mediopersiana, sogdiana, cinese. Uno strumento oggi unico e imprescindibile per la consultazione da parte di studenti universitari, ricercatori ma anche semplici cultori di antichistica e uomini di chiesa di ogni ordine e grado. È il risultato del lavoro, svolto sotto gli auspici dell'Accademia Vivarium Novum, di un folto numero di studiosi che offre un panorama il più completo possibile delle fonti storiche per rilanciare il ritorno alle fonti come dovere per ogni tipologia d’indagine storica. Gli studiosi che arricchiscono le prospettive del volume insistono sulla produzione storiografica dei cristiani antichi e di alcuni di quelli dell’incipiente età moderna, a cavallo tra Riforma e Controriforma.
L’idea radicale secondo la quale gli individui possono interpretare la Bibbia per proprio conto ha dato vita a una rivoluzione che sta ancora divampando al giorno d’oggi. Questa novità si trova nel cuore del Protestantesimo: è causa della sua instabilità ma rappresenta anche la ragione del suo spirito di adattamento.
In questo volume il noto teologo e storico evangelico Alister McGrath offre prima di tutto una ricostruzione storica della nascita e dello sviluppo del Protestantesimo; poi passa a segnalare puntualmente gli aspetti peculiari delle convinzioni protestanti per concentrarsi infine sulla diffusione mondiale e contemporanea del Protestantesimo, soprattutto nella forma pentecostale, nel sud del mondo.
Una revisione originale, unica e necessaria del Protestantesimo e della sua storia, in grado di mostrare la sua varietà e la sua intima coerenza e che combina una ricerca minuziosa con un’interpretazione panoramica e ricca di intuizioni (Justo L. Gonzalez).
Saluto con vivo interesse questa cronistoria dell'Ente Morale "Opera delle Chiese Cristiane dei Fratelli", frutto di una ricerca compiuta con cura nell'archivio dell'Ente. ... Es- sa ... rivela lo sforzo fatto dal movimento per mantenere fede ai principi informatori, pur nel doversi adeguare ai problemi pratici che di volta in volta gli si ponevano davanti. Il libro rivela un movimento vivo, mai esente da vivaci scambi di idee e da contrasti che non hanno impedito una profonda comunione e l'ansia di mantenere o ritrovare un cammino legato alla comune comprensione della Scrittura.
Domenico Maselli
Roberto Cappato
Membro della chiesa cristiana evangelica di Via della Vigna Vecchia in Firenze. Dopo la laurea in Lettere Moderne presso l’Universita? degli Studi di Pavia ha conseguito un master in Gestione dei Conflitti interreligiosi ed interculturali presso l’Universita? di Pisa.
La Memoria in favore della libertà dei culti del teologo e letterato svizzero Alexandre Vinet (1797-1847) si presenta come un contributo imprescindibile nell'ambito dell'attuale dibatto italiano sulla separazione tra stato e chiesa, nonché in quello più ampio sulla laicità. Vincitore di un concorso bandito dalla parigina Società della morale cristiana e pubblicato nel 1826 a Parigi, è il primo contributo sistematico da parte protestante che proponga un modello civico per cui la chiesa e lo stato dovrebbero coesistere in modo assolutamente indipendente l'uno dall'altra. Si inserisce nel pieno del Risveglio protestante ottocentesco e contribuisce alla formazione di numerose Chiese libere in vari stati europei. La tesi centrale del libro è che la natura della società, che interessa lo stato, e quella della fede, di cui si occupa la chiesa, sono intrinsecamente diverse: la prima è sensibile ed esteriore e mira alla sopravvivenza degli uomini sulla terra; la seconda è spirituale ed interiore e mira al nutrimento e alla cura delle anime. Stato e Chiesa, essendo per natura e scopi così diversi, devono rimanere rigorosamente separati ed i diritti delle minoranze religiose di uno stato devono avere diritti pari a quelli delle confessioni più numerose. Il testo è preceduto da un saggio introduttivo del curatore, Stefano Molino, che lo colloca nel contesto teologico, sociale e politico del tempo.