Sguardi e prospettive diverse sulla figura di Maria che è da sempre banco di prova e "caso serio" per la teologia. Come viene vista Maria dalla filosofia, dal cinema, dalla pietà popolare, dalla spiritualità? Ma soprattutto in che modo la mariologia può essere di stimolo alle altre discipline teologiche a pensare più a fondo se stesse? Il testo, che presenta i contributi del XXIX Corso di Aggiornamento ATI, raccoglie le voci che hanno provato a rispondere a queste domande. Il testo offre contributi di saperi e sensibilità differenti per permettere di cogliere la pluralità di letture che possono illuminare Maria.
Dio salva? Come Dio salva? Di fronte ai problemi dell'uomo e del mondo di oggi è ancora possibile parlare di salvezza? Si può pensare alla salvezza nonostante la precarietà della vita e i drammi che affliggono l'umanità? Come le emergenze sociali e ambientali mettono in questione l'idea di salvezza e la stessa immagine di Dio Salvatore? Queste sono le domande fondamentali che hanno ispirato e segnato il percorso del XXV Congresso Nazionale dell'Associazione Teologica Italiana, per avviare una riflessione sulla soteriologia cristiana, sulle modalità del compimento della salvezza e sulle categorie della sua interpretazione e formulazione.
Il XXIII Congresso nazionale dell'ATI ha portato a conclusione le due tappe precedenti (Teologia dalla Scrittura, Castel Del Monte 2009; Teologia ed Eucaristia, Torino 2011), riflettendo sulla natura della Teologia e sul modo di attuarla nell'oggi, in rapporto al complesso fenomeno chiamato "Tradizione".Una riflessione critica sulla traditio si impone come momento strutturante nella ricerca del significato e delle modalità del "fare teologia". Il tema - contestualizzato nel vivace dibattito contemporaneo - viene sondato in prospettiva sistematica, mettendone in rilievo il fondamento cristologico-pneumatologico e le sue implicazioni metodologiche. Tale base consente di articolare alcune delle questioni più aperte: verità e storia, i soggetti del teologare cristiano e le ricadute sulla riforma della Chiesa.Alcuni quadri storici, particolarmente ricchi e curati, consentono non solo di rimanere in ascolto della vicenda secolare della teologia, ma ancor più di verificare concretamente il principio teorico che si persegue, anzi di attuarlo nella ricerca stessa.
Aprendo solennemente il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII segnalava come l'oggetto dell'attesa ecclesiale fosse "un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze" (Gaudet mater ecclesia, EV 1/55). Il "balzo innanzi" in quella direzione ha richiesto e richiede ancora un "balzo innanzi" della teologia stessa. L'Associazione Teologica Italiana, intende partecipare alle celebrazioni per i cinquant'anni dall'apertura del Concilio con la presente pubblicazione dedicata a ricostruire l'impatto del Vaticano II sul modo di fare teologia. La verifica del 'nuovo paradigma teologico' inaugurato dal Concilio è accompagnata da alcuni sondaggi relativi a temi particolari (il ritorno alle fonti, l'ecumenismo, la teologia della fede, la cristologia, il linguaggio, le reazioni nella teologia evangelica), proposti da teologi italiani che appartengono alla generazione successiva a quella di coloro che più direttamente hanno vissuto l'evento conciliare. Seguono poi alcuni saggi dedicati alla recezione del paradigma conciliare nella teologia italiana, nei paesi dell'Est-Europa dopo il 1989 e nell'area latinoamericana.
Il volume pubblica gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano nel febbraio del 2009 e dedicato ai rapporti tra arte e fede, tra pensiero estetico e pensiero teologico. Il Convegno e i saggi qui raccolti hanno giocato consapevolmente su molti registri: il pensiero filosofico (Cacciari), la riflessione teologica (Sequeri), la cristologia dei volti (Verdon), l'arte contemporanea (Del Guercio), l'estetizzazione della vita sociale (Barcellona), la forma della chiesa nella città postmoderna (Dianich), la bellezza della ritualità cristiana (Piqué-Collado). Mirando così al rilancio di una nuova alle-anza tra arte e fede, la quale non solo ha dato origine al 60% del patrimonio artistico dell'umanità, ma ha iscritto nell'architettura, nella pittura, nella musica, nella letteratura, e anche nell'immaginario, nel gusto, nello stile e, più in generarle, nella cultura, l'esperienza della bellezza come forma di abitare il mondo e di en-trare nel mistero della vita.
La missione della Chiesa è descritta spesso in termini di testimonianza: la verità, da Gesù sussurrata agli orecchi dei discepoli, dev'essere gridata dai tetti. Secondo la cultura postmoderna parlare di verità è in ogni caso esagerato; se pure di verità si può parlare, il luogo non può essere quello pubblico. In quel luogo sono tollerate solo opinioni personali, e non pretenziose verità. La figura della testimonianza rimanda a una contraddizione tra cultura pubblica e predicazione cristiana, che pare inevitabile. Fin dall'inizio, d'altra parte, il vangelo ha suscitato litigi, e quindi un interminabile processo. Proprio per rapporto a quel processo il cri-stiano è testimone, in senso giudiziale. Il famoso "aggiornamento" mira invece a un rapporto con la nuova cultura, che vuol essere irenico e rimuove ogni conflitto; la parola cristiana perde il profilo di testimonianza, per candidarsi ad essere soltanto un supplemento d'anima per un mondo senz'anima. I contributi qui pubblicati, di taglio biblico, filosofico, di teologia sistematica e di teologia della cultura, sono frutto di un Seminario di studio volto a recuperare una nozione di testimonianza meno slavata.
Da quarant'anni i teologi della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale si cimentano, in stretto confronto reciproco, con le massime questioni poste alla teologia nella rapida e a tratti addirittura convulsa vicenda del Novecento. È parso maturo il tempo per cimentarsi in un'opera collettiva, che tentasse un bilancio. Le premesse in tal senso erano disposte dalla precedente sintesi da essi tentata a proposito dell'epoca moderna (vedi Storia della teologia, IV: Epoca moderna, Casale Monferrato 2001). Ne è risultata un'opera di grande mole, che propone non una sintesi, ma dieci saggi sintetici. I primi cinque sono dedicati ai momenti qualificanti della vicenda teologica fino al Concilio: modernismo, teologia dialettica, teologia del magistero e ressourcement, svolta antropologica, concilio Vaticano II. Gli altri cinque sono dedicati invece alle questioni maggiori intorno alle quali si coagula (e anche si frammenta) il dibattito teologico successivo: il profilo scientifico della teologia, il rapporto con la storia, la forma pratica della fede, la questione ermeneutica, la figura storica del cristianesimo.
Dopo una panoramica storica sui modelli di rapporto tra teologia e filosofia ed una presentazione dell'attualità della lezione di Tommaso, i contributi prendono in esame alcune figure di spicco della filosofia - M. Muller, P. Ricoeur, E. Lévinas e M. Henry, L. Pareyson e J.-L. Marion - e della teologia degli ultimi due secoli - E. Jiingel, W. Pannenberg e C. Theobald, Y. Congar -, approdando ad una tipologia dei modelli di rapporto ed alla determinazione delle condizioni per una riproposizione della "testimonianza".
Il "desiderio di Dio" è indubbiamente uno dei temi più classici della storia del cristianesimo e, forse, di ogni autentica esperienza religiosa. Eppure appare oggi come un tema piuttosto trascurato. Forse perché di Dio, in generale, si parla poco, ma forse anche perché molti - intimoriti più che istruiti da elementari nozioni di psicologia - si sentono in imbarazzo di fronte a una riflessione sul proprio desiderio, tanto più se accostato al nome di Dio. Si deve, però, riconoscere che le esperienze cristiane più significative e le pagine cristiane più profonde - in ogni epoca - hanno trovato proprio nel tema del desiderio di Dio la loro origine e il loro fine. È per questo che il Centro Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, ha dedicato al tema una settimana residenziale di studio nel luglio 2005 a Marola (RE) e ora ne raccoglie in un volume gli atti. Bravi maestri hanno aiutato a ripercorre la questione e comprenderla illustrandone il contesto filosofico-culturale nella contemporaneità (Antonio Margaritti), ritrovandone le radici bibliche (Patrizio Rota Scalabrini), approfondendone la comprensione teologica (Alberto Cozzi) e rileggendone alcune esemplari esperienze di santi (Ezio Luca Bolis).
Il libro indaga sulla cultura post-ideologica che preme sul cristianesimo perché accetti di rinunciare al pensiero del definitivo cui si è destinati, adattandosi alla religione post-moderna di provvisorie consolazioni e deboli pensieri.