Gli interrogativi suscitati dall’antropologia culturale, con lo studio delle culture, sono ancor più evidenti in un mondo globalizzato. Come la teologia morale può rispondere alla domanda posta dalla molteplicità delle culture? Si tratta solo di aggiornare il lessico della natura oppure il nuovo contesto chiede di pensare insieme l’istanza posta dalla specificità umana e dalla pluralità delle culture, che sono le forme storiche di un umano che non esiste se non nella forma di un universale concreto?
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrio-nale di Milano nel febbraio 2017. L'esperienza del male è una leva che scardina l'esistenza, perché ne mette radicalmente in questione il senso. Anche i tentativi razionalistici di ricondurre ad un ordine superiore l'ineluttabilità del male falliscono nell'obiettivo di comprenderlo come il non-dovuto per l'uomo. Tenere aperta la domanda è anzitutto una questione di fedeltà alla condizione umana, da indagare con rispetto e disincanto nei meandri del suo desiderio, fin nell'abisso dei fallimenti deliberati e subiti. La testimonianza della fede cristiana non offre una su-perficiale consolazione. Anzi, per certi versi significa una radicalizzazione del tratto scandaloso del male, perché lo mette sulla scena di un dramma che coinvolge Dio stesso. L'attestazione biblica genera una storia delle dottrine che l'intelligenza teologica è chiamata a ripensare in ordine al mistero della libertà, pericolosamente sospesa alla possibilità del suo scacco, e inauditamente esposta alla sovrabbondanza della grazia.
Guardare con intelligenza e profondità alla vita quotidiana, confrontandosi con il messaggio biblico e con le figure più rappresentative della tradizione che ci precede. Si potrebbe provare a definire così lo "sguardo spirituale sull'umano" proposto in questi tre studi. Uno "sguardo" qui rivolto a tre tratti fondamentali della vita di ogni donna e di ogni uomo: la dimensione corporea dell'esistenza; i beni che la caratterizzano e la accompagnano; le scelte che ogni giorno la determinano. Tre elementi che aiutano a verificare e a comprendere meglio chi siamo e chi vorremmo essere. Un esercizio che, condotto con serietà e nel confronto con le grandi tradizioni culturali e religiose che hanno segnato la nostra storia, ci consente più facilmente di superare qualche luogo comune, di abbandonare alcune vecchie e ingiustificate abitudini, di far maturare un'umanità più autentica.
La teologia ha bisogno della filosofia. Non come un'alleata compiacente e servile, nemmeno come una semplice tecnica argomentativa, ma come un discorso rigoroso su ciò che è umano dell'uomo. Io, sé, soggetto, persona non sono termini equivalenti, ma circoscrivono la medesima questione cruciale: quando si dà l'uomo e quali sono le condizioni della sua istituzione? L'originalità del fenomeno umano non si afferma per contrapposizione alla natura, ma viene riconosciuta nella novità della sua libera attuazione, incarnata e interpersonale. L'itinerario di questa ricerca si sviluppa anzitutto nel confronto con alcuni autori - J. Benoist, D. Henrich, P. Richir e P. Ricoeur rappresentativi del dibattito filosofico contemporaneo. E culmina con l'agile presentazione di alcune tematiche - il ruolo della percezione; coscienza e soggettività; lo statuto del simbolico; l'istanza dell'originario; il rapporto filosofia e teologia - che rilanciano i contenuti e le questioni di maggior rilievo. L'intelligenza della fede ha bisogno di interrogare l'umano e le condizioni del suo compimento, perché lo comprende come principio interno alla realizzazione cristologica della verità di Dio.
Il volume è il frutto della Giornata di studio, svoltasi nel gennaio 2011 presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale. La domanda "Che cos'è il corpo?" interroga da sempre la riflessione cristiana, perché, come affermava Michel de Certeau: "L'interrogativo tormenta il discorso mistico. Ciò che il discorso tratta è infatti la questione del corpo". La domanda, ricondotta alla sua essenza è la seguente: qual è il ruolo del corpo nella ricerca di Dio? Ad essa alcuni autori hanno risposto che il corpo è ciò che deve essere guidato, corretto, disciplinato, per essere reso capace dell'avventura con Dio. Altri, invece, hanno percepito il corpo come una realtà che deve essere dimenticata, perduta, abbandonata se si vuole accedere all'incontro con Dio. In realtà, da sempre il cristianesimo ha visto nel corpo una realtà buona, uscita dalle mani del creatore, e crede che la salvezza riguarda l'uomo nella sua globalità di anima e corpo. Gli interventi raccolti nel volume si propongono di condurre un'indagine sull'uomo concreto e sulla qualità spirituale della sua esperienza, al fine di ritrovare la capacità relazionale, iscritta nel corpo stesso
Il presente testo costituisce il quinto titolo della collana "Forum ATI", a cura dell'Associazione Teologica Italiana. In esso ci si occupa degli interrogativi che ruotano intorno alla questione dell'identità umana e alla sua relazione con quanto la circonda. Tale "questione" assume oggi in particolare un peso notevole in rapporto all'ostentato dominio della scienza e della tecnica, che intendono costituirsi come paradigma unico e universale nel farsi dell'umano, proprio della post-modernità. In questo contesto i diversi saperi si sentono impegnati a pronunciarsi autorevolmente intorno alla questione seducente dell'identità umana e tra questi non manca di farlo la teologia con uno stile di confronto-dialogo con quanti intendono dire l'umano, che si traduce nella molteplicità delle esperienze.
Non meno che l'estetica e l'arte nel loro profilo accademico più elevato, anche la religiosità popolare intrattiene a suo modo un rapporto non secondario e materialmente molto ampio con il mondo dell'immagine e della rappresentazione figurativa. Quello della devozione e della pietà rappresenta un ambito di interesse particolare, non soltanto per la vastità del materiale artistico e artigianale prodotto, ma perché lo stesso gesto devoto costituisce un atto creativo, che maneggia e plasma un materiale che coincide con l'esperienza della vita e con le sue forme.