Xu Guangqi (1562-1633), alto funzionario imperiale vissuto alla fine dell'epoca Ming, è il più celebre tra i letterati confuciani che abbiano aderito alla fede cattolica. Il «dottor Paolo», come venne spesso chiamato usando il suo nome cristiano, fu amico e difensore dei gesuiti che operarono in Cina in quel periodo. Questo libro è una vivida testimonianza della straordinaria sintesi tra culture diverse, tra confucianesimo e cristianesimo, che seppe elaborare, con apertura e originalità, nella sua vita e nelle sue opere. I testi qui raccolti, tradotti integralmente in italiano, in maggioranza per la prima volta, hanno in comune l'idea degli «studi celesti» o dell'«insegnamento celeste», il cui oggetto di studio è il Cielo inteso nel suo senso più ampio, alla ricerca di un sapere al tempo stesso scientifico e spirituale.
L'Occidente si trova davanti a un fatto, quello cioè dell'incontro-scontro fra uomini di cultura e religione diverse, che senz'altro ha dimensioni globali, ma che incide in modo particolare sulla realtà europea. E più che mai necessaria un'adeguata interpretazione - giuridica, filosofica e teologica di questo fatto per favorire una convivenza pacifica. Serve identificare ciò che è all'origine di ogni diversità pensabile, ciò che è esperienza elementare comune a tutti, per poter giudicare i modi di vita oggi presenti nella nostra società e ordinarli al bene comune. Dal momento che tale esperienza elementare non si da mai in modo astrattamente universale, ma nelle concrete realizzazioni storiche, tocca a noi europei il compito di dire l'esperienza elementare così come si riconosce nella nostra tradizione, quale fattore determinante dell'incontro con chiunque vorrà venire a lavorare e a vivere da noi. In questa tradizione la fede cristiana è (stata) essenziale. Quali sfide pone adesso il multiculturalismo?
È diffusa l'idea che, mentre tutto cambia, la Chiesa resti immobile nel tempo. Nell'ultimo secolo, invece, le Chiese cristiane sono cambiate profondamente e tale cambiamento è stato provocato soprattutto da un rapporto sempre più stretto - facile o difficile, pacifico o conflittuale - con gli altri: i liberali e i comunisti, i laici e gli atei, ma anche i cristiani di altre confessioni e i credenti di altre religioni, come ebrei e musulmani, induisti e buddisti. Agli occhi del cristiano dell'Europa occidentale, altri sono stati anche quelli che - nei Balcani o in Russia, in Medio Oriente o in Africa settentrionale, in Estremo Oriente o nell'Africa subsahariana - apparivano diversi, per motivi storici e culturali, persino nel caso di una comune appartenenza confessionale. Nel corso del Novecento, in tanti incontri molto diversi fra loro, Chiese, comunità cristiane e singoli credenti non hanno solo accettato o respinto, apprezzato o condannato l'altro, ma dall'altro sono stati anche cambiati in profondità. Le grandi sfide poste dalle diversità culturali e religiose alle Chiese cristiane, insomma, non sono emerse solo dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, e i saggi raccolti nel libro affrontano, in un modo nuovo e originale, il rapporto delle Chiese non solo con la modernità, intesa come cambiamento politico, economico e sociale elaborato prevalentemente dall'Occidente, ma anche con la più variegata contemporaneità di un mondo in cui convivono civiltà diverse.