È un mixage "rivoluzionario" appassionato e ricco di spunti quello che presenta don Giuseppe Cionchi, un prete "non allineato" con il pensiero mainstream delle gerarchie ecclesiali, eppure profondamente innamorato dei discorsi e dell'azione di Papa Francesco. D'altronde chiamandolo nel saggio "il rivoluzionario" mostra come gli interventi del Pontefice siano stati fino ad oggi estremamente innovativi e dirompenti rispetto alle abitudini delle gerarchie vaticane e della Chiesa cattolica tutta. Richiamandosi anche al pensiero di altri Pontefici, tra cui Benedetto XVI, e affrontando tutti i temi anche spinosi in cui è coinvolta la Chiesa - dal sacerdozio femminile alle coppie omosessuali, dalla pratica liturgica all'ostentazione della ricchezza -, don Giuseppe Cionchi esprime una posizione coerente con l'insegnamento del Vangelo, e in qualche modo critica verso coloro che chiama "i doganieri della fede", ovvero i "burocrati" incapaci di aggiornare la loro comunicazione nel mondo moderno. Per Cionchi invece sarebbe necessario che la Chiesa tutta parlasse sempre in modo semplice e comprensibile ai suoi fedeli, o meglio dimostrasse ciò che è nel profondo: "Basta con le chiacchiere! Abbiamo bisogno di fatti, di esperienze, di testimonianze, di comunità viventi..." (Paolo VI).
Un saggio puntuale e accurato, un'indagine sulle dinamiche interne alla Chiesa con i suoi papa e anti-papa, papi emeriti, non-papa, Chiesa, anti-Chiesa, alla strenua ricerca di un filo logico, supportato dalle Sacre Scritture, ma anche dalle innumerevoli marianofanie, non tanto per condannare e demolire, ma per trovare un senso, il Vero Senso di tutto, per poter ancora credere, per poter ancora vivere in quella Fede che accompagna molti di noi per tutta la vita. Qual è il vero destino della Chiesa? È davvero tutto sotto i nostri occhi o c'è ancora tanto da scoprire affinché la verità possa di nuovo illuminare il cammino della Chiesa cattolica?
Come passare da un'esistenza grigia ad una vita gioiosa lasciandosi alle spalle scoraggiamento, tristezza, inquietudine, paura, insoddisfazione, rancore, vuoto interiore, relazioni ferite. "Nella sua lettera apostolica Salvifici doloris, Papa Giovanni Paolo Il distingue la sofferenza fisica, in cui duole il corpo dalla sofferenza morale, che è il dolore dell'anima, ed aggiunge si tratta infatti del dolore di natura spirituale, e non solo della dimensione psichica del dolore che accompagna sia la sofferenza morale, sia quella fisica. La vastità e la multiformità della sofferenza morale non sono certamente minori di quella fisica; al tempo stesso, però, essa sembra quasi meno identificata e meno raggiungibile dalla terapia. Ebbene, l'haghioterapia cerca di identificare proprio la sofferenza morale mostrando come essa possa essere definita e raggiunta dalla terapia. Non si tratta di una ricerca psicologica, ma filosofica e teologica. Essa propone un modello filosofico - teologico di aiuto per le persone che vivono l'esperienza della sofferenza morale o spirituale. Lo spirito nella persona porta la vita all'intera dimensione psico-fisica. Ciò significa che la salute e la malattia non sono solo determinate da cause psico-fisiche, ma anche da cause spirituali. Per questo ritengo sia necessario un approccio filosofico e teologico per comprendere e trattare la sofferenza globalmente e con maggiore successo". (Diagnosing the soul and baghioterapy, Tomislav Ivancié) L'haghioterapia cerca di identificare da sofferenza morale mostrando come essa possa essere definita e raggiunta dalla terapia. La salute e la malattia non sono solo determinate da cause psico-fisiche, ma anche da cause spirituali.