Culto del passato o utopia? Il cristianesimo non è né l'uno né l'altra, ma è esperienza viva dell'incontro con Cristo in un eterno presente. In lui tutto consiste e da lui tutto prende vita e senso. Conoscerlo è l'evento decisivo della vita. Ai tanti giovani che vogliono «vedere Gesù» (Gv 12,21) l'Autore offre queste meditazioni «seguendo le briciole teologiche» del meraviglioso inno Jesu dulcis memoria. In appendice: "Ordo Veritatis Ordo Amoris" dialogo teatrale tra Pietro e Giovanni la notte prima della crocifissione di Cristo scritto da Luigi Maria Epicoco e Valentina Liberatore.
Un piccolo e prezioso libro di straordinaria qualità tipografica presenta 60 polaroids assolutamente inedite scattate dal grande regista Andrej Tarkovskij in due momenti decisivi del suo itinerario artistico ed esistenziale: l'ultimo periodo della sua residenza in Russia e i primi vagabondaggi dell'esilio in Italia. Un personalissimo diario della luce che nell'umile piccolezza dei luoghi e dei gesti quotidiani rivela ad ognuno la grandezza e la responsabilità di essere immagine e somiglianza di Dio, chiamati a vivere nel tempo secondo un destino unico, irrepetibile ed eterno.
L'insaziabile voglia di avventura e la ricerca della libertà vera sono le caratteristiche che accomunano Ermanno e Uber, i ragazzi protagonisti di questi due racconti, mossi entrambi, pur in contesti fra loro lontani nel tempo, dall'umanissimo desiderio di inoltrarsi in ciò che li attrae. Il libro è accompagnato da due schede didattiche, che lo rendono molto indicato come lettura scolastica (a partire da 10 anni).
Il Vangelo è per la felicità dell'uomo. Con Gesù ha fatto irruzione nella storia un evento unico. Egli continua a essere in mezzo a noi: quello che ha detto rimane, parola di vita e attuale; quello che ha fatto rimane, evento della nostra esistenza. Lo possiamo incontrare vivente nella Parola, nella Eucaristia, nella comunità cristiana. La Chiesa è vita che incontra la nostra vita. Le meditazioni contenute in questo volume ci guidano a leggere il Vangelo come avvenimento che riaccade qui ed ora di cui mettersi in ascolto ubbidiente affinché entri nella nostra vita e generi una esistenza veramente umana e piena. Uno strumento utile per la lectio divina e per la lettura personale o a gruppi del Vangelo.
«Volete mettere una donna che è madre di sei figli, a cinquantacinque anni, e trova il tempo per dialogare in famiglia e per badare alle diverse mentalità delle età dei suoi figlioli, è una mamma da ascoltare con attenzione: specie se non si dà arie di docente dei docenti, ma si mette a imparare con la propria famiglia».
San Colombano: un nome che forse a molti suona sconosciuto, il nome di un uomo del VI secolo, un monaco, un poeta, uno studioso, un predicatore, un santo che può essere annoverato tra i fondatori del monachesimo occidentale. Un uomo venuto da una terra agli estremi confini dell'Europa, l'Irlanda, ma che divenne nel vero senso del termine un europeo, una figura che ancora oggi va considerata come il primo grande contributo dell'Irlanda alla comune patria europea: un santo per l'Europa. Ogni europeo dovrebbe attingere ispirazione e coraggio dalle parole di questo pioniere del VI secolo, di lingua irlandese e orientato alla mentalità europea. Se mai qualcuno nel medioevo è stato dotato dello spirito europeo, quasi duecento anni prima di Carlo Magno, quell'uomo è stato san Colombano e insieme al fondatore del Sacro Romano Impero egli è la più grande figura dell'alto medioevo. Si dovette attendere l'avvento di San Bernardo per assistere ad un influsso sulla Chiesa e sulla società paragonabile al suo. San Colombano dunque ci richiama anzitutto la questione delle radici cristiane dell'Europa. Da alcuni anni questo tema viene affrontato con crescente decisione e passione dai cristiani del Vecchio Continente, da una Chiesa che ha coscienza del terreno in cui la pianta della fede gettò i suoi germogli in un modo che non ha uguali, soprattutto nell'ambito della cultura europea. Questa mostra ci vuole condurre alla scoperta di questa figura straordinaria, un padre fondatore, un precursore, un testimone della Fede per il suo tempo e per il nostro. Catalogo della mostra realizzata in occasione della XXVIII edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli (Rimini).
Il catalogo della mostra intende far conoscere alcuni aspetti della Resistenza e del ritorno alla democrazia nel nostro Paese, al termine della Seconda guerra mondiale, superando le letture ideologiche, i miti e le censure con cui questi eventi vengono di solito presentati. In particolare si vuole mettere in luce il contributo originale dato dai partigiani cattolici alla liberazione con la pratica della "Resistenza carità", cioè un modo nuovo e più umano di vivere questo drammatico momento storico, a partire da luoghi di amicizia tra laici e consacrati, opponendosi a ogni ingiustizia, affermando la libertà come diritto di ogni uomo, riconoscendo la dignità di persona anche agli avversari. A fianco della componente cattolica si trovano in questo cammino altre componenti ideali del nostro Paese: quella legittimista, quella liberale, quella socialista, quella comunista. In quest'ultima, però, si afferma l'idea della "Resistenza rivoluzione". La Resistenza cioè vissuta come inizio di un progetto ideologico e violento, che considera chiunque si opponga all'ideologia solo come un nemico da abbattere, in nome di una società futura e perfetta da costruire. Proprio la componente comunista, diventata culturalmente dominante nel dopoguerra, finisce per affermare, attraverso la censura degli episodi scomodi e la mitizzazione di un'unità ideale dell'antifascismo, l'idea di una Resistenza solo o quasi esclusivamente rossa. Una visione che non regge più alla prova dei fatti, rischiando di travolgere, nel suo disfarsi, anche il grande valore ideale vissuto in quel periodo dai tanti che, in vario modo, hanno partecipato al movimento della Resistenza. In appendice al catalogo, una cronologia completa degli avvenimenti succedutisi dal 1943 al 1947, curata da Andrea Caspani.
Sul piano delle arti figurative il Giubileo del 1600 è paragonabile soltanto a quello del 1300. Infatti il traguardo del 1600 venne atteso e preparato vari anni prima, per celebrare un evento atto a suggellare il lungo periodo di controversie che avevano impegnato sensibilmente la Chiesa cattolica nella riaffermazione di valori ideali, codificata anche dal Concilio di Trento. Lo scenario che si spalanca a Roma prima e dopo il Giubileo, nell'età compresa tra l'ascesa al soglio pontificio di papa Clemente VIII (1592) e la morte di papa Paolo V Borghese (1621), è estremamente ricco anche nel campo delle arti. La Chiesa era protesa ad affermare le condizioni del proprio primato, recuperando valori culturali e figurativi che sarebbero dovuti apparire come l'espressione visibile di una rinnovata presa di coscienza del significato delle immagini. La città si trasforma in un grandioso palcoscenico, dove sfilano le testimonianze più vive e attuali di quanto si prospettava sull'intero scenario europeo. Molti dei fenomeni artistici, pittorici ma anche architettonici e scultori, che assumeranno piena conferma nel Seicento, vengono anticipati già alla fine del secolo precedente e i decenni a cavallo tra Cinque e Seicento assistono al convivere di linee, orientamenti ed esperienze molto diversi fra loro. Dal punto di visto architettonico Roma conferma il proprio splendore monumentale e scenografico ed è a Roma che già prima del 1620 si profileranno tutti quei caratteri di magnificenza che vedremo presenti in Italia e in Europa nel corso del XVII secolo. Sussidio didattico della mostra realizzata in occasione della XXVIII edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli (Rimini).
Negli ultimi quattro anni abbiamo tentato di rendere le mostre musicali qualcosa di vivo, qualcosa che accade, qualcosa (ahimè, quanto è abusata questa parola) di interattivo. Giocoforza, il catalogo è una riduzione: privo della musica, delle animazioni, dell'interattività, è un semplice brogliaccio riassuntivo. Ma può comunque assolvere ad un semplice ma importante, duplice scopo: conservare la memoria di quanto è accaduto e destare ulteriore curiosità. Un trampolino dal quale sarà possibile spiccare un salto verso un approfondimento personale, se lo si vorrà. Guidati, come durante la mostra. (dalla nota al catalogo di Walter Muto) Mostra a cura di Roberto Andreoni Catalogo della mostra realizzata in occasione della XXVIII edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli (Rimini)
Il Piccolo Principe si deve leggere almeno su due piani. Uno è il piano del racconto. A prima vista potrebbe essere confuso con una fiaba, ma fatti e personaggi assumono continuamente valori simbolici che chiedono di capire qualcosa di più della realtà.
La dedica al grande amico Leone Werth stabilisce fin dall'inizio il tema generale dell'opera: i grandi non sono più capaci di vera conoscenza, ma l'amico sì; per questo Leone può capire tutto, anche i libri per bambini. E può capire che il grande segreto della vita è l'amicizia, uno dei modi privilegiati per dire amore.
Questo commento, frutto di un lavoro didattico pluriennale coordinato da "La Traccia" di Calcinate e svolto in diverse scuole statali e non statali, intende guidare giovani e adulti a penetrare dentro la ricca simbologia del Piccolo Principe, perché possa «sbocciare il cuore degli uomini».
«A capo della mia città metterò dei preti e dei poeti. Loro faranno sbocciare il cuore degli uomini»
Antoine de Saint-Exupéry
La storia dei fratelli Hans e Sophie Scholl che diedero vita al movimento di opposizione al nazismo e che furono giustiziati il 22 febbraio 1943. Attraverso il racconto della sorella Inge, di amici e di testimoni delle loro ultime ore, emerge una passione per la vita che nemmeno il terrore del regime potè soffocare. «Possiamo veramente chiamarli eroi? Non hanno fatto nulla di sovraumano. Hanno difeso una cosa semplice, sono scesi in campo per una cosa semplice: per i diritti e la libertà dei singoli, per la loro libera evoluzione e per il loro diritto a una vita libera. Non si sono sacrificati per un'idea fuori del comune, non perseguivano grandi scopi. Ciò a cui aspiravano era che gente come te e me potesse vivere in un mondo umano. Il vero eroismo consiste forse proprio nel difendere con costanza la vita quotidiana, le cose piccole e ovvie» (Inge Scholl).