Con tre parole Dante ci dice tutto di Maria: Vergine, Madre e Figlia di Colui del quale è madre. Qui c'è tutto quello che crediamo di Maria e che speriamo anche per tutta la Chiesa che siamo noi di cui Maria è l'immagine più significativa. «Queste pagine nascono nella semplicità e nel silenzio delle mattine di dicembre, tra i volti ancora assonnati, ma pieni di stupore dei giovani universitari che quotidianamente riempiono la chiesa per la messa mattutina. Per sette giorni ci siamo fatti guidare da Dante per prepararci alla Festa dell'Immacolata. Poiché ciò che nasce dal nostro essere Chiesa non è solo nostro, proprio per ripagare questo debito abbiamo deciso di consegnare il cammino svolto anche agli altri» (dall'introduzione dell'Autore). In appendice sono riportati due testi di papa Benedetto XVI ispirati dal canto XXXIII del Paradiso.
La storia di san Francesco, nella sua profonda semplicità e nella sua favolosa verità, è una di quelle che segnano la nostra cultura europea; una vicenda che ha ispirato immagini, racconti, spettacoli, ma soprattutto ha dato forma al cuore umano aprendolo per sempre all'Infinito. Questa originale commedia religiosa sulla vita del Santo di Assisi e dei suoi primi compagni vuole cogliere in maniera poetica e divertente gli aspetti quotidiani, le parole povere, i caratteri, le reazioni, le mille domande, i sentimenti contrastanti dei personaggi che vi prendono parte creando un affresco antico e moderno insieme. Infatti l' intento di questa lunga strada di rime e di parole, di fatti folli e stravaganti, di scene comiche e drammatiche, è proprio quello di rendere presente quel passato, viva la storia, seguendo oggi colui che, scalzo, volle seguire Cristo.
Il 22 febbraio 1943 i fratelli Scholl furono giustiziati per alto tradimento del popolo tedesco in quanto appartenenti al gruppo della Rosa Bianca. Solo quattro giorni prima erano stati arrestati all'Università di Monaco mentre distribuivano volantini. Avevano 24 e 21 anni. Il loro non fu il gesto eroico di un momento. Le lettere e i diari, che coprono un arco di sei anni, ci introducono nel cuore di Hans e di Sophie e ci fanno scoprire un indomabile desiderio di vita che neppure il drammatico contesto del nazismo e della guerra poté soffocare. Quell'ora buia fu la circostanza nella quale sbocciò il fiore di una umanità straordinaria resa feconda dall'esperienza di qualcosa capace di rendere la vita piena di letizia. Fino al sacrificio di sé.
Il 23 ottobre 1956 una dimostrazione di studenti e operai nel centro di Budapest dava inizio a una rivolta popolare contro la politica repressiva del governo filosovietico. Nel breve arco di due settimane la rivoluzione fu stroncata con l'intervento dell'esercito russo. Questa antologia di documenti attraverso i comunicati delle radio, testi poetici, gli interventi del cardinale Mindszenty e di Pio XII, il dibattito all'interno della sinistra italiana e la voce decisa della Chiesa, ci fa rivivere in presa diretta il dramma che si consumò in Ungheria. A distanza di cinquant'anni il grido di amore alla libertà del popolo ungherese conserva piena attualità. Antologia di documenti realizzata in occasione della mostra Budapest 1956. La rivoluzione. Reportage fotografico di Erich Lessing, presentata alla XXVII edizione del Meeting di Rimini.
Il volume è dedicato agli affreschi della Cappella degli Scrovegni dopo i recenti restauri; le immagini sono accompagnate da brevi commenti che guidano la lettura. Pregevole la presentazione di Claudio Bellinati, direttore della Biblioteca Capitolare di Padova. «Ultimato il restauro pittorico della Cappella di Giotto all'Arena di Padova (2002), si evidenziano nuovi studi sulla iconografia e iconologia del capolavoro trecentesco. Ci chiediamo innanzitutto: a quale fonte spirituale e storica ha guardato il grande pittore? "La bellezza salverà il mondo", scriveva Fëdor Dostoevskij. Ma "quale bellezza?" egli si chiedeva. Dopo aver premesso che "la bellezza è un enigma", afferma apertamente che "Cristo è la meraviglia della storia". Non si tratta soltanto di cercare una estetica, un gioco di prospettiva o di colori. La bellezza è lo splendore della verità. Prima ancora di esprimere giudizi, la bellezza prepara l'animo alla contemplazione, attraverso il silenzio. Diventa così liberazione dal limite, dal soggettivismo. Era quello che aveva compreso Platone e, secoli dopo di lui, lo stesso Dostoevskij, insieme con Solov'ev e Evdokimov. È ciò che avviene anche nella contemplazione dell'opera di Giotto. Si avvera quanto afferma il Bouleau: il colore diviene musicalità, la musicalità apre l'animo alla percezione della verità; e la verità rende liberi».
L'idea che la filosofia non serva è vecchia quanto la storia della filosofia ed è un'idea che non può essere smentita: semplicemente perché è posta male. Occorre partire da un'altra prospettiva, che ci insegni a stimare quello che abbiamo di più prezioso, ossia l'inclinazione naturale della nostra ragione ad aprirsi a tutta la realtà e a di cercarne il nesso con noi, cioè il suo senso. Le pagine di questo libro vogliono servire tale prospettiva. Destinato agli studenti, esso può costituire un "invito alla filosofia" per tutti coloro che intendono accostarsi alle "domande della ragione".
«L'autore di queste meditazioni originali e penetranti, ci invita allo stupore della fede di fronte alla figura unica di Gesù di Nazaret, il Signore. In queste pagine si sente vibrare la passione di un uomo per la fede della Chiesa: la fede in Cristo, morto e risorto, che vive nell'Eucarestia e che irradia la gloria della Trinità. Esse commuovono il lettore perché fanno toccare col dito - come Tommaso - la ferita del cuore che svela il mistero affascinante del Redentore, vero Dio e vero uomo. È sufficiente leggere il passaggio sul vangelo di Maria per percepire lo spirito di Giovanni, che ispira queste pagine, per ringraziare l'autore della sua testimonianza come colui che ha posato il suo capo sul petto del Signore.»
«I temi dominanti in questa lunga intervista sono il cinema e la politica. Si conferma una caratteristica essenziale della lezione pasoliniana: l'uomo che discute in privata sede di cinema e ideologia, di arte e consumismo, di estetica e politica, non è diverso da quello che appare in pubblico. Altro carattere tipico di Pasolini. "Non parlo se non di quello di cui faccio esperienza". E l'esperienza del mondo gli dice che "un contadino arabo, un contadino slavo, un contadino inglese sono quasi la stessa cosa". La civiltà contadina è la stessa ovunque, osservava allora Pasolini, "la visione del mondo è molto analoga". Religiosa, si intende, come religioso era il poeta di Casarsa. Religiosa, nonostante l'ideologia comunista, abbracciata e difesa negli anni, gli abbia portato in dote la disperanza dell'utopia. [...] È il Pasolini che più abbiamo amato quello che si intravvede in queste pagine. Quello che di lì a tre anni leggeremo sul quotidiano di Via Solferino. Forse l'unico intellettuale italiano che, si può dire fino ai giorni nostri, fino a Giuliano Ferrara, si è esposto pubblicamente non considerando privato il suo dato personale e biografico».
Nell'estate del 1942 e nel febbraio del 1943 alcuni studenti della facoltà di medicina di Monaco di Baviera distribuiscono volantini firmati «Rosa Bianca» che incitano alla resistenza contro Hitler e chiedono libertà per il popolo tedesco. Perché rischiano la vita? Che cosa li unisce? Da dove nasce in loro il coraggio e il giudizio? La «Rosa Bianca» non è innanzitutto un gruppo di resistenza, quanto piuttosto un gruppo di persone unite da una profonda amicizia: Alexander Schmorell, Sophie Scholl, Hans Scholl, Willi Graf, Kurt Huber, Christoph Probst, Traute Lafrenz e altri. «Del gruppo che qui ho messo assieme avrai già sentito parlare. Gioiresti di questi volti, se tu li potessi vedere. L'energia che uno dedica a quei rapporti rifluisce tutta intera nel proprio cuore», scrive Hans Scholl. Catalogo della mostra organizzata in occasione della XXVI edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli (Rimini).
I mosaici di San Marco costituiscono una grande biblia pauperum. La creazione, il peccato di Adamo ed Eva, la cacciata dal paradiso terrestre, gli episodi salienti dell'Antico Testamento e della vita di Gesù sono offerti allo sguardo con l'immediatezza e la persuasività propria delle immagini. Attraverso la bellezza dei mosaici, la cui lettura è guidata dagli autori del volume, un suggestivo invito a riscoprire la bellezza della storia della salvezza.
"L'arte, scrive Frossard, è un frammento di contemplazione caduto nella materia": è uno sguardo contemplativo quello con cui Frossard legge i mosaici di Ravenna, mirabile testimonianza della persistenza della luce in un mondo di tenebre, come potrebbe essere definito quello in cui nacquero le celebri basiliche ravennati. Attraverso uno stile talora apparentemente dimesso, l'Autore ci guida ad alzare lo sguardo su un mondo trasfigurato dalla bellezza del Cristo che "fa risplendere tutto intorno a sè e ricaccia lontano quest'onda di tenebra che torna senza posa a oscurare la terra; l'incarnazione diventa l'irrompere della luce, il suo passaggio fra noi", non per offrirci "una saggezza" o "un'arte per il compimento di sè", ma "per impedire ogni tentativo di ripiegamento su se stessi, a spezzare in noi tutto ciò che ostacola il passaggio della luce. Questa è la lettura del Vangelo secondo Ravenna, dove non è la morale a essersi incarnata, ma la divina carità". Ravenna è il Vangelo della luce e della speranza, dell'unità tra la terra ed il cielo, che si è realizzata grazie alla croce vittoriosa di Cristo che ha riconciliato il divino con l'umano.