L’espansione dei musulmani nel Mediterraneo occidentale ebbe una notevole influenza anche per la storia italiana nel Medioevo. Oltre a conquistare la Sicilia, essi infatti federo sentire la loro presenza in gran parte del mezzogiorno e in alcune zone del resto della penisola. Oltre alle descrizioni degli effetti immediati di guerre e incursioni, il libro esamina che cosa comportava avere vicini di questo tipo, che cosa si conosceva dell’altro e le caratteristiche dei rapporti in tempo di pace.
Ibn Sayyar al-Warraq, libraio e uomo di lettere versato nella conoscenza di tutte le arti, raccolse in un'unica opera il patrimonio culinario della sua epoca e della sua terra, così da esaltare i fasti della dinastia califfale degli Abbasidi anche nell'arte gastronomica. Egli collezionò in un solo testo venti antichi libri di cucina, andati perduti, tra tutti quello di Ibrahim ibn al-Mahdi, il più celebre cuoco arabo, principe abbaside e famoso quanto il fratellastro Harun al-Rasid, il califfo delle Mille e una notte. Si tratta del più antico Trattato di cucina arabo-musulmano a oggi noto e conservato nella sua interezza, risalente al X secolo (il Kitàb al-tabih, da cui è tratto il presente volume). Le ricette spaziano dai primi piatti ai dolci, dai secondi alle bevande, dalle salse alle erbe, corredate da un'accurata analisi dei procedimenti, dei dosaggi, dell'uso di spezie e accompagnate da una sapiente esposizione delle proprietà dietetiche dei piatti e delle nozioni per una corretta igiene degli alimenti e degli utensili da cucina. Al-Warraq arricchì l'esposizione di alcune ricette con poesie e racconti, così da stuzzicare non solo il palato ma anche la fantasia del lettore. Sono proprio tali ricette a costituire l'oggetto del Simposio dei sultani, con l'auspicio di offrire la scoperta sia delle stravaganze gastronomiche tipiche delle cucine dei califfi sia di un testo antico, di importanza capitale, ancora sconosciuto al grande pubblico.
L'identità islamica, nel tritacarne della globalizzazione, è in via di ridefinizione. "L'islam nudo", in equilibrio fra cronaca e divulgazione, racconta alcuni aspetti sorprendenti e inaspettati di questo processo, concentrandosi infine sul nascente "islam del mercato" i cui effetti sulla vita dei singoli credenti e delle diverse comunità musulmane sono spesso dirompenti. È un mondo fatto di grandi multinazionali che hanno fiutato l'affare del "next 1 billion market", produzioni hollywoodiane milionarie islamizzanti e operatori di mercato di mezzo mondo impegnati a impacchettare prodotti "islamicamente corretti" o a farsi la guerra, ma anche di "pollimaiali" industriali, certificazioni sospette, città storiche come la Mecca rase al suolo e ricostruite da capo per fare spazio al business. Le prime vittime di quella che in Europa e Nordamerica viene spesso percepita come una minacciosa invasione islamica sono i musulmani stessi che, sempre più, sono pensati e gestiti dagli attori del mercato globale come muti e manipolabili "consumatori islamici".
Questo studio di ampio respiro sulla risposta dell'Europa medievale alla sfida dell'Islam, esamina la relazione tra le contrapposte idee di crociata e di predicazione missionaria, cioè tra i progetti europei di conquista militare e quelli intesi a pacificamente convertire i musulmani al cristianesimo. Trattando il periodo tra l'ascesa dell'Islam e il quattordicesimo secolo, l'autore esamina a fondo non solo le crociate e il Regno crociato di Gerusalemme ma anche lo scontro tra cattolici e musulmani in Sicilia e in Spagna. L'approfondimento sul perché della tardiva comparsa dei tentativi cattolici intesi alla conversione dei musulmani comporta un confronto con le iniziative messe in atto dal cristiano impero bizantino e dai cristiani soggetti all'autorità musulmana. L'autore indaga anche sulle conversioni di musulmani al cristianesimo, conversioni che si verificarono lungo tutta la linea di demarcazione cristiano-musulmana.