Il Libro-calendario 2023, composto da 24 tavole a colori, è dedicato all'arte, alla spiritualità, e alla storia dell'antica città di Jaroslavl', uno dei centri medioevali più suggestivi e pittoreschi. La scuola iconografica di Jaroslavl' forgiò un proprio stile, caratterizzato dalla narrazione particolareggiata, dalla ricchezza di ornamenti, personaggi e sfondi architettonici, e dall'oro applicato a profusione.
Il tema prescelto dalla Fondazione Russia Cristiana E.T.S. per il calendario 2024, che conserva l’ormai tradizionale formato con 24 grandi tavole illustrate, due per ogni mese – è dedicato alle chiese rupestri della Cappadocia e in particolare ai loro affreschi. In queste straordinarie pitture si osservano molteplici soggetti tratti dalla storia sacra, e inoltre una vera e propria «nube di testimoni», santi patroni e intercessori per i fedeli che costruirono questi luoghi di culto e vi pregarono.
La Cappadocia, al centro dell’attuale Turchia, è celebre per l’insolita bellezza dei suoi paesaggi montani, con i caratteristici coni che prendono il nome di «camini di fate», come pure per il suo patrimonio archeologico e artistico, di cui le chiese rupestri sono il gioiello. Se ne contano circa 250 che presentano un interesse particolare per le pitture e l’architettura degli interni, ma nel loro insieme raggiungono probabilmente il migliaio – a testimonianza di una civiltà caratterizzata da un genio religioso che trova espressioni originalissime, solo in parte riconducibili alla cultura bizantina.
Datate tra l’epoca paleocristiana e il XIII secolo, le chiese della Cappadocia costituiscono dunque un patrimonio storico, artistico e religioso unico.
Il testo monografico di Catherine Jolivet-Lévy (École Pratique des Hautes Études, Parigi), massima specialista della Cappadocia, delinea le fasi principali di questa civiltà a partire dal IV secolo, epoca di grandi Padri della Chiesa come Gregorio di Nazianzo, Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa, che indubbiamente lasciarono una significativa impronta nell’arte della Cappadocia. Il lettore potrà scoprire, accompagnato dall’autrice e dallo splendido corredo fotografico a colori, gli stili, i programmi iconografici, i valori spirituali e culturali presenti in questa terra e nei suoi edifici sacri.
cm 31 x 44 • 50 pagine, 24 tavole a colori, testi e immagini a colori
Questo libro inaugura una serie di pubblicazioni di testi inediti di padre Romano Scalfi (1924-2016). Con il tomo Cristo in mezzo a noi inizia la pubblicazione di omelie pre­dicate nelle messe e nelle divine liturgie in rito bizantino, assieme a catechesi e meditazioni tenute in varie circo­stanze a partire dal 2009.
La raccolta restituisce la figura di padre Scalfi a partire dal suo carisma sacerdotale, speso nella cura delle persone che si sono raccolte attorno a lui attraverso l’opera di Rus­sia Cristiana, frequentando i gruppi di fraternità da lui se­guiti o semplicemente incontrandolo a Villa Ambiveri, il luogo in cui ha abitato negli ultimi anni della sua vita.
In questi testi confluisce una lunga esperienza umana e cristiana, alimentata da varie fonti di saggezza spirituale: la cara memoria degli anni dell’infanzia e della formazione nel seminario di Trento, la tradizione orientale coltivata a partire dagli anni della frequenza al Russicum dal ‘48 al ‘53, l’esperienza dell’editoria clandestina dell’Unione So­vietica, di cui è stato un divulgatore fin dagli anni ‘60, e soprattutto la grande passione per l’ecumenismo. Padre Romano ha voluto raccogliere tutta questa ricchezza di esperienza attorno a un unico centro: Cristo presente nella sua Chiesa e in tutte le circostanze della vita.
I volumi di questa serie restituiscono perciò il percorso di un'intera esistenza, quasi un lascito spirituale attraverso cui conoscere padre Scalfi e coltivarne la memoria.
Arricchisce il volume una Introduzione di s. ecc. Paolo Pezzi, arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca, che conobbe a lungo padre Romano.