Non sono frequenti le coppie di sposi perfettamente riuscite che sappiano anche distinguersi per l'armonia e la capacità di prodigarsi, con i medesimi intenti, per il bene del prossimo. Fra esse è da annoverare quella composta da Tancredi Falletti di Barolo, ultimo erede di una famiglia fra le più importanti d'Europa, e dalla vandeana Juliette Colbert de Maulévrier. Tancredi, eccellente pedagogo, aprì il primo asilo infantile in Italia, e, in qualità di Decurione e Sindaco di Torino, realizzò imprese grandiose per il "bene comune"; Juliette si occupò particolarmente delle carcerate e contribuì in modo determinante alla riforma delle carceri in terra subalpina. Da laici fondarono, fatto raro nella Storia della Chiesa, due congregazioni religiose: le Suore di Sant'Anna e le Figlie di Gesù Buon Pastore. Già in vita erano chiamati "padre e madre dei poveri", ottenendo così quel titolo genitoriale che la natura aveva loro negato. Fede, Speranza e Carità sono state le coordinate costanti del loro vivere. Con i loro trentadue anni di vita comune, in cui tutto veniva condiviso, nulla celato e ogni cosa era messa al servizio di Dio, Tancredi e Juliette offrono una lezione esemplare e quanto mai necessaria alle sempre più confuse e squilibrate unioni di oggi e dimostrano che, con un impegno ispirato e una volontà determinata, si può davvero cambiare il mondo.
Diciotto lettere scritte da un padre, per parlare di educazione a un figlio che sta per mettere su famiglia. Tutto vero: le lettere, il padre, il figlio. Anzi: i nove figli, che in queste pagine ci hanno messo la vita. Anche la faccia, accettando di comparire in copertina. Nessuna teoria: soltanto realtà. In uno dei suoi tre romanzi, "Giusto", pubblicato nel 2006 e continuamente ristampato, Giovanni Donna d'Oldenico ha toccato il tema della paternità, dal punto di vista di un genitore di eccezione: san Giuseppe. Qui non parla del mestiere di padre; lo fa, scrivendo per trasmettere quanto sta imparando e vivendo; cioè quello che serve a un uomo per crescere e quanto serve per crescere un uomo. Perché uno è sempre figlio. Lettere indirizzate a un figlio, ma destinate a chiunque abbia a cuore l'educazione, in qualsiasi contesto; genitori per primi. Non accademia, né galateo o psicologia; nessuna ricetta bell'e pronta: solo gli ingredienti sui quali ciascun lettore... lavorerà. Ogni lettera ha un tema, introdotto da un titolo: basta leggerli tutti per capire di che cosa si tratta. Soprattutto: di Chi si tratta.