Il tema del corpo, dei suoi sensi e delle sue emozioni, è oggetto di grande attenzione nella cultura contemporanea. Anche la ricerca attuale in campo liturgico e pastorale sta riconoscendo il corpo come crocevia di incontro interdisciplinare che permette di stabilire un rapporto più profondo tra esistenza e fede cristiana. La fede, infatti, nasce, si realizza, si manifesta nel corpo, prende corpo nei suoi sensi e nelle sue emozioni, nella sua consapevolezza e nelle sue azioni. Prende corpo nella totalità della persona,
nelle sue relazioni e matura nel corpo rituale per costruire un vero corpo ecclesiale.
A partire da una visione antropologica più attenta alla totalità della persona che celebra con i suoi sensi e le sue emozioni, la presente ricerca affronta il rapporto liturgia ed educazione. Essa considera alcune dinamiche fondamentali che coinvolgono tanto chi educa quanto che è educato, in attenzione a problemi contemporanei ancora aperti e a prassi liturgiche spesso insufficienti, ma anche fiduciosa nella forza educativa della liturgia.
«Tutta l’attività della Chiesa è espressione di un amore che cerca il bene integrale dell’uomo» (Deus Caritas est).
I collaboratori di questo agile volume suggeriscono un percorso prezioso per entrare nella vera devozione al Cuore di Gesù.
Don Norbert Hofmann ci introduce al mistero del Dio Uno e Unico, che con il suo amore per gli uomini li spinge fino a condividere la sua vita ‘facendosi uomo’. Il cardinale Albert Vanhoye ci presenta, specie tramite la lettera agli Ebrei, il Cuore sacerdotale di Gesù, che porta a compimento la legge antica; dal culto esterno ci fa passare al culto del cuore. Don Giorgio Zevini ci parla, attraverso il vangelo di Giovanni, di Gesù rivelatore del Dio-Amore, parola ultima e decisiva di Dio all’umanità. Don Michele Molinar presenta nella figura di san Francesco di Sales un esempio concreto ed esemplare di Dio-Amore dal cuore umano. Il giornalista Luigi Accattoli, ci racconta alcuni fatti di vangelo nel mondo d’oggi, cioè cristiani morti per difendere la giustizia e la dignità dell’uomo, persone che perdonano gli uccisori dei propri cari, malati incurabili che accettano con serenità la vita dalle mani del Signore, santi che restano sconosciuti anche a se stessi.
L’attuale dibattito sulla predicazione è, indubbiamente, una delle conseguenze più positive della coscienza ecclesiale dell’urgenza dell’evangelizzazione nel mondo di oggi. L’importanza e l’attualità della riflessione induce a soffermare l’attenzione su una delle modalità ecclesiali del ministero della Parola nella Chiesa di oggi: l’omelia. Un ministero che oggi è tornato ad essere di moda, soprattutto, perché costituisce una tipica forma di annuncio della Parola di Dio che riesce a raggiungere anche i lontani, che, di tanto in tanto, sono costretti dalle situazioni della vita, a volte felici e a volte meno, a partecipare a una celebrazione liturgica (matrimonio, funerale, prima comunione).
La «Sacrosanctum Concilium» presenta l’omelia come il momento culminante della proclamazione della Parola di Dio e come il vertice espressivo della predicazione del vangelo, che è il compito più importante della missione della Chiesa. La sua funzione principale, infatti, è di predisporre i fedeli alla comprensione della Parola di Dio che è stata proclamata.
L’importanza dell’omelia, però, è legata anche a una seconda e non meno rilevante funzione: predisporre l’assemblea alla celebrazione dei divini misteri. Infatti, i gesti e i riti, che fanno di ogni celebrazione liturgica il memoriale del Mistero Pasquale di Cristo, possono essere compresi solo alla luce della Parola di Dio. Perciò, l’omelia deve essere considerata come uno dei momenti più espressivi della predicazione della Parola di Dio e della stessa liturgia perché, collegando l’annuncio della salvezza con la celebrazione del Mistero Pasquale di Cristo, rivela all’uomo che vive nel tempo la profondità misterica della fede cristiana.
Le riflessioni presentate in questo volume si inquadrano in questa prospettiva e si configurano come un invito a rimboccarsi le maniche per restituire alla Parola di Dio tutta la sua efficacia salvifica.