Il volume offre al lettore i contributi presentati in occasione del secondo seminario del progetto di ricerca “Giovani, affetti e identità”, un percorso che coinvolge, in un cammino triennale, tutte le Facoltà dell’Università Pontificia Salesiana.
Si pone in continuità con il primo volume: “La cultura affettiva. Cambiamenti e Sfide”, che ha fornito una panoramica introduttiva sulla cultura affettiva contemporanea sottolineandone le implicanze antropologiche, storiche e sociologiche.
I tre contributi presentati affrontano il tema della differenza sessuale secondo tre approcci disciplinari differenti: filosofico, teologico e psicologico.
Il volume che presentiamo inaugura una Collana di Quaderni destinata ad ospitare i risultati del Progetto di ricerca "Giovani, affetti, identità", attraverso cui l'Università Pontificia Salesiana intende mettere a fuoco una questione tanto importante quanto delicata: l'educazione dei giovani all'amore. L'iniziativa nasce dalla consapevolezza che i profondi cambiamenti della cultura affettiva che sono in atto nel mondo occidentale stanno avendo una forte incidenza sulla crescita delle nuove generazioni. La natura di tali cambiamenti, peraltro, è così articolata e complessa da non essere riconducibile a descrizioni sommarie e interpretazioni sbrigative. Il tratto più qualificante dell'evoluzione in corso consiste, infatti, nell'ambivalenza dei fenomeni in cui si manifesta: tendenze devianti si mescolano con acquisizioni positive, da cui traggono strumentalmente efficacia persuasiva presso l'opinione comune. Una nuova attenzione al mondo delle relazioni, al rispetto dei vissuti individuali, al ruolo della donna, alla libertà e responsabilità nell'atto della generazione si intrecciano con un approccio ludico alla sessualità, una mentalità contraccettiva, un'incertezza diffusa sul senso della differenza sessuale, una costruzione sociale dell'immaginario affettivo assai discutibile. Tale ambivalenza alimenta nei ragazzi, negli adolescenti e nei giovani il diffondersi di confusione antropologica e disorientamento etico, rispetto ai quali gli educatori non possono restare spettatori rassegnati. La presa di coscienza da parte del mondo cristiano della portata - socio-culturale e teologico-ecclesiale - di questa complessità,è stata finora al di sotto delle esigenze di interpretazione, di discernimento e di elaborazione educativa e pastorale. Per questo molti genitori, educatori, insegnanti, consacrati/e, sacerdoti si dichiarano impreparati a rendere ragione alle nuove generazioni delle con vinzioni antropologiche ed etiche che pure nutrono circa il senso e la destinazione degli affetti. È indispensabile dunque che le istituzioni culturali della Chiesa si impegnino ad elaborare un linguaggio cristiano che sappia interloquire con tale complessità culturale e sociale. La fede non segue pedissequamente la mentalità del mondo, ma non si sottrae al confronto con le forme della cultura: una fede che rinunciasse a irrigare la storia per trasformarla, tradirebbe se stessa. Il Progetto di ricerca di cui questi Quaderni intendono restituire, tappa dopo tappa, i risultati, vuole mettere a fuoco alcune delle numerose questioni che sopra sono state nominate, mirando a offrirne un'interpretazione teorica argomentata e un'elaborazione educativo-pastorale convincente, ispirata alla sapienza pedagogica e spirituale di san Giovanni Bosco. Esso nasce dunque da un approccio credente e carismaticamente connotato, ma intende dire una parola non meramente confessionale sull'esperienza umana che tutti ci accomuna.
La teologia mantiene la propria reale attualità nel ricercato incontro e confronto con le sfide che la fede cristiana riceve dalla contemporaneità, complessa, plurale e globale. Il radicale ripensamento culturale e intellettuale in atto concernente l’identità e la differenza sessuale, è stato colto dall’Istituto di Teologia Dogmatica come momento propizio per un annuncio e un dialogo nel segno di un ‘nuovo umanesimo’, nuovo di novità evangelica e nuovo di puntuale consapevolezza per res novae dell’oggi. Ne è nata la proposta di un convegno, che non si è mosso con opzioni previe, ma ha inteso costituire un momento di convivenza di diverse formalità disciplinari dislocate epistemologicamente in modo vario, sollecitandone l’apporto specifico e favorendone il raccordo transdisciplinare. Emerge sempre più chiaramente come di fronte al pluralismo antropologico ed etico sia urgente una pertinente istruzione delle questioni, atta ad impedire percorsi aleatori ed approssimativi.
Paolo Carlotti è ordinario di teologia morale fondamentale e direttore dell’Istituto di Teologia Dogmatica presso la Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, dove è vicerettore. È docente invitato presso diverse istituzioni universitarie pontificie romane e presta la sua opera in organismi della Curia romana. Collabora con riviste specializzate di settore ed annovera al suo attivo numerose pubblicazioni, tra cui le ultime: Teologia della morale cristiana, Bologna, EDB 2016; La morale di papa Francesco, Bologna, EDB 2017; (a cura di) La teologia morale italiana e l’Atism a 50 anni dal Concilio: eredità e futuro, Assisi, Cittadella 2017.
Il volume raccoglie gli Atti del VI Convegno Internazionale di Bioetica organizzato nel 2013 dalla Confraternita della Misericordia di Trevi nel Lazio. Nasce dalla profonda esigenza di discutere su alcune problematiche bioetiche che derivano dalla necessità di un confronto sul valore della vita di ogni persona in qualunque condizione sia: in queste pagine, dopo la presentazione (Giuseppe Tarabonelli), si ritrovano le riflessioni proposte dai diversi relatori: Parole di vita: quale avvenire, quale speranza la Chiesa può dare alla bioetica? (Domenico Santangelo); La vita: dono di Dio o prodotto degli uomini? Come comunicare l’accoglienza e il rispetto della vita? (Domenico Pompili); Quanti anni avrebbe oggi? Aborto e inizio della vita umana: questioni bioetiche dal concepimento alla nascita (Pierluigi Bruschettini); Medicina e persona umana: quale relazione nella pratica clinica? (Alfredo Anzani); Dalla retorica alla realtà: perché si domanda una morte assistita? (Raymond Zammit); Famiglie fragili che nutrono il nostro vivere (Fulvio de Nigris); La messa alla prova di sé nell’adolescenza (David Le Breton); Escursioni bio-antropologiche nella sofferenza psichica (Fabio Gabrielli, Massimo Cocchi); La famiglia, la vertigine e il rischio dell’acrobata (Graziano Martignoni); Il dolore si cura e la sofferenza si accompagna (Pietro Grassi); Vivere la morte alla fine della vita (Flavia Caretta).
Il volume presenta tre tematiche attuali, scelte e indagate come l'occasione propizia per la verifica e per l'incremento dell'ermeneutica teologico-morale nel settore specifico della bioetica. Questa nuova disciplia, infatti, regista il confluire di differenti approcci di natura disciplinare diversa e conosce nello stesso tempo un forte pluralismo concettuale all'interno del paradigma morale. L'accorto riconoscimento della portata dei singoli "interventi", è premessa per una chiara comprensione della natura stessa della bioetica, a fronte di un suo stato ancora esposto a fraintendimento, sia per la presenza di un "disordine" interdisciplinare, sia per il mancato riconoscimento dell'insufficienza dell'argomentazione etica.