Nel bicentenario della nascita di Verdi, il libro, costruito come una conversazione a due voci, affronta il rapporto fra Verdi e Shakespeare. I due autori, legati da una cinquantennale amicizia, svolgono attività professionali diverse nell'ambito del mondo teatrale e musicale che qui si incontrano e si confrontano. Il libro, dunque, in uno stile alquanto vivace, affronta il tema della drammaturgia nel teatro di prosa e in quello musicale, partendo dall'analisi dei lavori verdiani ispirati al teatro shakespeariano: Macbeth, Otello, Falstaff. Particolare attenzione viene rivolta all'opera "mancata", a quel Re Lear che Verdi meditò e studiò a lungo ma che non realizzò mai. Una vicenda artistica interessante della quale ci rimangono quali documentazioni il carteggio fra il musicista e il librettista Somma e il libretto redatto in due successive versioni. Per ogni titolo affrontato viene proposta anche una scheda di comparazione fra il testo shakespeariano e il libretto verdiano.
Il Neorealismo comincia ufficialmente nel 1945 con Roma città aperta: questo lo sanno tutti. Pochi sanno che nello stesso periodo in cui Rossellini girava il suo capolavoro anche Mario Soldati - con il contributo di Diego Fabbri e Cesare Zavattini - dava un piccolo apporto al nuovo movimento: Chi è Dio? Diciamo "piccolo" perché si tratta di un cortometraggio e di un'opera a cui gli stessi autori non diedero troppa importanza, al punto da non comparire nelle loro filmografie; ma dovremmo dire "grande" se lo guardiamo con gli occhi di oggi, scoprendone non solo il valore artistico e tematico, ma anche il complesso e avventuroso iter produttivo che vide coinvolta la Chiesa italiana, diversi intellettuali, bambini presi dalla strada e seri professionisti del cinema. Abbandonato e dimenticato subito dopo la sua realizzazione, Chi è Dio? si rivela ora un tassello recuperato di storia del cinema italiano, un piccolo capolavoro di estetica neorealista. Al testo è allegato il DVD del film ritrovato e restaurato dal Cinit-Cineforum Italiano.
Il libro affronta i temi dell'immagine e dello spettacolo nella cultura contemporanea alla luce della riflessione filosofica di Jean Baudrillard, come fondamentale chiave di interpretazione nell'ambito della teoria e dell'estetica cinematografica. Lo studio storicizza e contestualizza i nuclei innovativi del pensiero di Baudrillard che, a partire dall'eredità di Nietzsche, Benjamin, Heidegger, Barthes, Baudelaire e delle avanguardie artistiche, vede la cultura dell'immagine e dello spettacolo sostituirsi al tradizionale ordine di valori e principi e traccia le mappe di questo cambiamento: dalla nascita del simulacro e della seduzione delle apparenze, come si delinea con il divismo cinematografico e il sistema dello spettacolo di massa, all'avvento della realtà virtuale e del reality show. In questo contesto significativo appare il tema del corpo cinematografico dell'attore e fotografico della pubblicità. Il volume analizza i temi del divismo e la recitazione di icone del cinema come Charlie Chaplin, Buster Keaton, Marilyn Monroe, Cary Grant e il tema del volto nella pubblicità.