Questo trattato di epistemologia teologica, giunto ormai alla quarta edizione, è stato molto apprezzato dai migliori teologi viventi per il suo rigore scientifico che mantiene il discorso estraneo alle contrapposte ideologie del progressismo e del tradizionalismo. Le varie forme della «falsa teologia», infatti, sono qui criticate non perché esprimano opinioni non condivise ma perché pretendono di interpretare la fede cristiana in modo inadeguato, ignorando la razionalità insita nella rivelazione divina, sia per quanto riguarda i suoi contenuti (dogmatici e morali) sia per quanto riguarda il modo della sua comunicazione (che implica la verità dei “proeambula fidei”).
L’assunto principale di questo trattato è dunque mostrare come la teologia, in quanto “scienza della fede”, si debba limitare a proporre ipotesi scientifiche di interpretazione del dogma e non abbia la competenza per riformulare o ricreare la fede della Chiesa partendo da presupposti filosofici che ne ignorano o addirittura ne vanificano le ragioni intrinseche.
Un’Appendice di questa nuova edizione esamina le teorie teologico-morali che più hanno influito sul linguaggio e sui contenuti del Magistero recente.
L’AUTORE
Antonio Livi (Prato 1938) è accademico pontificio e presidente dell’ISCA (International Science and Commonsense Association). Su questo argomento ha pubblicato Razionalità della fede nella Rivelazione. Un’analisi filosofica alla luce della logica aletica (edizione in inglese: Reasons for Believing. On the Rationality of Christian Faith).
L'atto di fede nella rivelazione cristiana si presenta con le caratteristiche comuni a ogni atto di fede, ossia all’assenso che un soggetto possa dare a un oggetto di conoscenza per lui inaccessibile, grazie alla testimonianza di un altro soggetto: si tratta dunque delle caratteristiche epistemiche proprie di una conoscenza certa di qualcosa, ottenuta non direttamente (con l'esperienza o con il ragionamento) ma indirettamente, sulla base di una trasmissione di conoscenze da parte di testimoni qualificati, la cui testimonianza sia stata previamente verificata nella sua attendibilità.
In questo senso, l'analisi filosofica della fede nella Rivelazione, svolta in questo trattato, farà parte di un discorso più ampio, che è il discorso propriamente epistemico circa le condizioni di possibilità della conoscenza per fede in generale (e li si dovrà parlare della conoscenza storica, della conoscenza dell'interiorità altrui, degli accertamenti giudiziari, dell’educazione e dell'informazione).
DAL SOMMARIO DEL VOLUME Presentazione del Quaderno ANTONIO LIVI, I criteri per una corretta ermeneutica dei documenti del Magistero Studi e discussioni di epistemologia teologica SERAFINO LANZETTA, Il carattere “pastorale” del Vaticano II tra interpretazioni coerenti (cioè logiche) e interpretazioni incoerenti (cioè arbitrarie) ANTONIO LIVI, Come la teologia neomodernista è passata dal rifiuto del Magistero ancora dogmatico all’esaltazione di un Magistero volutamente ambiguo IGNACIO ANDEREGGEN, Teología dogmática y teología pastoral en “Amoris laetitia” ENRICO MARIA RADAELLI, L’unica possibile soluzione ecclesiale al problema della de-dogmatizzazione del Magistero Note e discussioni su opere di epistemologia teologica PIERO VASSALLO, recensione di Enrico M. Radaelli, La Chiesa ribaltata. FABRIZIO RENZI, recensione di Antonio Livi, Vera e falsa teologia. SERAFINO M. LANZETTA, replica alle critiche di Markus Krienke a Il Vaticano II, un concilio pastorale.
L'obiettivo di questo studio è di rendere esplicito, per la prima volta nella storia del cristianesimo, il contenuto di verità naturale racchiuso nel Padre nostro.
Questo non è un saggio di apologetica e nemmeno di teologia fondamentale. Il discorso che qui viene svolto vuole essere un'analisi logica e storiografica, nell'ambito della pura filosofia.